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Lettera inedita di Mauro Venegoni al fratello Carlo (1931)

Cari amici,

Luigi Bandera (che ringrazio vivamente) sta conducendo un’ampia ricerca sugli antifascisti legnanesi presso l’Archivio di Stato di Roma. Sì è imbattuto nella cartella riguardante Carlo Venegoni che contiene quasi 300 documenti che ora verranno letti e analizzati.

Uno dei primi documenti emersi è questa toccante lettera di Mauro Venegoni al fratello Carlo. Risale all’ottobre del 1931. Mauro era da poco emigrato in Francia per evitare il carcere fascista e lavorava alla Citroen mentre Carlo nel 1928 era stato condannato a 10 anni di reclusione dal Tribunale Speciale per “ricostruzione del partito comunista”.

Dalla Francia Mauro scrive lettere e manda soldi al fratello ma le lettere prima a Portolongone, poi in altre carceri, sono aperte e il denaro sequestrato.

La lettera che proponiamo dà la misura della tempra di entrambi, lontani dalla propria famiglia e nel caso di Carlo, nelle prigioni fasciste. Nello stesso tempo la seconda parte della lettera (nel post scriptum) Mauro esprime la convinzione che la società capitalistica (che allora viveva la crisi del ’29) dovrà lasciare spazio a una nuova società (il comunismo) in cui i diritti fondamentali degli uomini saranno rispettati. E’ la parte più commuovente e toccante della lettera!

Da notare il carattere volutamente sgrammaticato di alcune parti iniziali. In realtà Mauro sapeva scrivere perfettamente: era un modo per “passare inosservati” attraverso le maglie della censura.

Parigi 6-10-1931

fratello carissimo

Ho aspettato fino ad oggi a scriverti nella speranza che arrivava la lettera che mi avevi promesso, come ebbi a dirmi nella tua che scrivesti a casa ma fin’ora non mi è giunta e quindi mi sono deciso a scriverti egualmente.

Durante il mese scorso ti scrissi due lettere e una cartolina, spero che le avrai ricevute.

In data 18 ottobre il cugino Luigi mi scrisse dal sanatorio di Parma pregandomi che gli dia tue notizie, gli scrissi subito soddisfacendolo in tutte le sue richieste, egli pure dice di non stare troppo bene di salute, ma a differenza di te, egli può leggere, gli mandai due libri in francese perché mi disse che non ne aveva.

Gli risposi anche nei riguardi di suo cognato Ruggeri che da tempo me ne parlava, gli trasmisi una sua lettera e poi oggi stesso mi ha fatto sapere che ha scritto personalmente nella speranza che possa ricevere.

Se durante la punizione che stai scontando ti è permesso di ricevere libri, dimmelo che farò di tutto per inviarteli. Io ho ancora quel grosso dizionario italiano-tedesco che ti avevo promesso fin da quando eri ad Alessandria ma che fortunatamente non ti spedii a tempo ed è stato un bene perché proprio in questi giorni che mi accingevo a fare la spedizione mi pervenne la notizia del tuo trasferimento e quindi rinunciai.

La prima lettera che ti scrissi dopo la notizia del tuo trasferimento ero un po’ indignato, spero che avrai potuto averla ugualmente e anche se non dissi tutto con l’inchiostro ma tu sviluppando più oltre il mio pensiero avrai sicuramente capito anche il resto. Con questa invece non c’è da sviluppare pensieri perché mi limito a parlarti di cose rudimentali. Temo sempre che le mie lettere abbiano a perdersi ed è per questo che mi sforzo di essere più banale possibile perché possa essere aiutato dal Buon Dio affinché possa placare un po’ di ire dei demoni. Non credere che la mia prosa sgrammaticata sia fatta apposta, nò, è fatta sul serio. Sono persuaso che queste poche righe insipide non porteranno sollievo nelle quattro mura in cui ti hanno selegato (sic) questo lo so” (sic) perfettamente, ma come fare ad esprimere i miei sentimenti, quando questi, una volta espresso (sic), incontrano mille difficoltà per passare?

Però i fatti restano e sono stati resi noti da casa ho ricevuto nuove che ormai sono diventate vecchie. Pierino lavora temporaneamente a San Giorgio. Le difficoltà esistono sempre e io faccio del mio meglio per aiutarli come posso e continuo sempre nel mio lavoro che diventa ogni giorno più intenso.

Tanto (sic) saluti Tuo Mauro

N.B. a mò di P.G.

Avrei molte cose da dirti ma non te le dirò fino a quando non avrò la conferma che tutte le lettere che ti inviai alla nuova residenza le hai ricevute.

Sono sicuro che non ti lascerai sopraffare dal nuovo colpo che ti hanno inflitto. Tempre come le tue non si rammolliscono nemmeno per una condanna a morte per fame ne di fronte alle privazioni più atroci.

Milioni di uomini stanno combattendo una dura battaglia in tutto il mondo essi hanno occhi su di voi, e da voi traggono l’esempio il coraggio e la forza per continuare più tenacemente nella lotta immane In tutto il mondo la ormai vecchia società capitalistica scricchiola. Siamo alla vigilia di una svolta decisiva.

La società capitalistica sta sommergendosi nelle sue contraddizioni, i magazzini rigurgitano di merci mentre milioni di disoccupati gridano per fame.

Ognuno comincia a comprendere che solo un ordine basato su un nuovo sistema potrà salvare dalla fame centinaia di milioni di uomini donne e bambini che oggi languono.

Giancarlo Restelli e Luigi Bandera

– Per conoscere meglio i Venegoni