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Le foibe e l’esodo giuliano-dalmata: una storia rimossa G.R. 2012

Le foibe e l’esodo giuliano-dalmata: una storia rimossa

Testo per conferenze Giorno del ricordo 2012  /  appunti

Le foibe sono voragini sotterranee, scavate in milioni di anni dalle acque, che si aprono improvvisamente in Istria (1700) ma anche nelle zone di Trieste e Gorizia. Sono veri “buchi neri” utiizzati nel passato dai contadini come inghiottitoi per disfarsi dei rifiuti.

Ma dopo il settembre del 1943 vennero utilizzate dai partigiani del maresciallo Tito per uccidere e nascondere i cadaveri di fascisti, ma anche di tante persone innocenti. Da qui il terribile verbo “infoibare”.

Quando si parla di foibe si intendono due periodi storici distinti:

– Le foibe dopo l’8 settembre del ‘43 con 500-600 vittime

– Le foibe e le deportazioni nei lager di Tito durante i famigerati 40 giorni dell’occupazione jugoslava di Trieste nel maggio del ‘45 con circa 10.000 vittime, considerando anche i morti nei campi di concentramento di Tito

Ma se vogliamo capire la tragedia delle foibe dobbiamo iniziare almeno con il 1918 quando l’Italia vince la sua guerra contro l’impero austro-ungarico che costerà all’Italia 650.000 morti.

Quindi il periodo storico che prenderò in considerazione va dal 1918 fino al 1956, ossia la fine dell’esodo degli italiani dall’Istria.

I capitoli della mia relazione sono i seguenti:

– la politica dell’Italia fascista nei territori orientali

– i crimini di guerra italiani in Slovenia

– la prima fase delle foibe: settembre 1943

– seconda fase delle foibe: maggio-giugno 1945

– l’esodo dei giuliani e dalmati, che va dal 1943 (Zara) fino al 1956

In questa storia non bisogna però dimenticare la Risiera di San Sabba, il massacro di Porzus, i “monfalconesi” in Jugoslavia e poi nei gulag di Tito.

Sono vicende spesso tragiche dove il fascismo italiano e il comunismo jugoslavo mostrano il loro volto più atroce.

Prima di iniziare il nostro percorso storico, vorrei che ascoltassimo una canzone simbolo: è “1947” di Sergio Endrigo, esule da Pola in quell’anno.

Il 1947 è l’anno del trattato di pace di Parigi (10 febbraio, ora Giorno del Ricordo) che sancì la perdita dell’impero fascista ma anche dei territori orientali d’Italia determinando l’esodo di circa 300.000 italiani.

** “1947” di Sergio Endrigo **

“Come vorrei essere un albero che sa dove nasce e dove morirà”, solo un esule poteva scrivere versi così belli e struggenti.

L’Italia in guerra

24 maggio 1915 / 11 spallate di Cadorna. Croati e sloveni nell’esercito austro-ungarico difendono con i denti la loro terra delle mire italiane. La guerra scava un primo e grave solco tra italiani e slavi di confine

4 novembre 1918: la vittoria / Trento e Bolzano / Gorizia e Trieste / Istria e alcune zone della Dalmazia / dal 1924 anche Fiume

– con il trattato di Rapallo, novembre 1920, inizia l’occupazione italiana

Gli italiani in Istria sono circa un terzo rispetto agli slavi ed abitano prevalentemente le città costiere mentre le campagne sono slave.

2/3 di slavi (400mila sloveni e croati) contro 1/3 di italiani (150mila): possiamo affermare che lo Stato italiano non aveva alcun diritto nell’occupare queste terre tranne il diritto della forza dopo aver vinto la prima guerra mondiale contro l’Austria.

Da notare che quando la bandiera italiana comincia a sventolare sull’Istria lo stato italiano non è ancora fascista: ad occupare l’Istria è lo stato liberale erede del Risorgimento ed è lo stesso stato liberale responsabile di 650.000 morti italiani nella G. Guerra.

– C’è una espressione per capire la politica dello stato italiano (dal ’25 interamente fascista) in queste terre che dovevano essere italianizzate con la forza e rapidamente:

Snazionalizzazione forzata e in tempi rapidi / Italianizzazione forzata degli slavi / dovevano diventare “buoni italiani” e in fretta

– Voleva dire: italianizzazione dei cognomi slavi (1927) e della toponomastica; chiusura delle organizzazioni assistenziali, culturali, scolastiche slave, ‘27 (sono 400); riduzione del credito fondiario per allontanare la maggior quantità possibile di slavi dall’Istria

– proibizione di parlare altre lingue oltre l’italiano (’25) / “Qui non si parla (sloveno a Trieste)” di Boris Pahor

– nascono gli “allogeni” (chi parla un’altra lingua rispetto alla maggioranza), ossia gli istriani slavi che diventano “stranieri” nel territorio italiano, praticamente cittadini di serie b. Da notare che diventano “stranieri” in casa loro

– repressione del clero sloveno e croato (1927). I vescovi Borgia Sedej e Luigi Fogar (‘31 e ‘36) sono allontanati con provvedimento preso dal Vaticano su sollecitazione dello Stato italiano

– sono sciolte le cooperative slave di produzione e consumo (’28-30)

– riforma Gentile (’23): nelle scuole è proibito parlare slavo e quindi è proibito l’insegnamento delle lingue straniere (regressione culturale dei giovani slavi). “Pasculat” / Guido Miglia – “Il piroscafo s’annega” (Pahor, “Il rogo nel porto”)

– repressione degli insegnanti slavi: cacciata dalle scuole e arrivo di maestri italiani razzisti

– la violenza squadrista (molti episodi) / Narodni Dom (Casa della cultura slovena a Trieste) / 13 luglio 1920 / 5 condanne a morte (1930) a Basovizza (nazionalisti slavi)

– l’esodo slavo: circa 30-40mila partenti

Le Leggi Razziali del ’38 non coinvolgono la minoranza slovena. I matrimoni misti non vengono proibiti, anzi si cerca di favorire i matrimoni tra donne slave e membri della milizia o soldati dell’esercito. L’antislavismo è privo di connotati biologici

– In sostanza la politica del fascismo in Istria non è genocida. Trieste e l’Istria al tempo dell’occupazione titina conosceranno ben altre violenze

– Per concludere possiamo dire che i provvedimenti dello Stato italiano non raggiungono nessun obiettivo prefissato: non creano nuovi italiani, non rilanciano economicamente l’area istriana, non obbligano alla partenza minoranze consistenti di allogeni

– Il problema è che la politica del fascismo è contraddittoria tra repressione poliziesca, velleità di “bonifica etnica” con il tentativo di assimilare pacificamente gli”allogeni”

– Si può parlare quindi di fallimento del progetto fascista volto ad italianizzare il territorio istriano.

** Con la guerra nei Balcani la situazione per le popolazioni slave precipita

– L’Italia invade la Jugoslavia il 6 aprile del 1941 e acquisisce molti importanti territori: Lubiana e parte della Slovenia, la costa dalmata e la Croazia fino al Montenegro e all’Albania e alla Grecia

– nasce il 27 aprile del ’41 l’OF, ossia il Fronte di Liberazione sloveno e croato, dove i comunisti di Tito sono i più attivi (pregiudiziale patriottica)

– il Partito comunista sloveno nasce nel ’37 e dal ’41 si radica fortemente nel territorio. Il leader è Josif Broz, detto Tito, uomo di Stalin

l’esercito italiano applica le stesse modalità operative dell’esercito tedesco nell’Europa occupata: combattere gli attentati dei partigiani vendicandosi sui civili

– Iniziano repressioni indiscriminate ai danni delle popolazioni slave per combattere il terrorismo dei partigiani: la circolare n.3C di Roatta (II Armata): “Non dente per dente, ma testa per dente”; “Si ammazza troppo poco” (Robotti); “Dobbiamo combattere tutte quelle tendenze contenute nella frase “bono italiano”, scrive Roatta. Intere zone sono evacuate bruciando le case, la popolazione è deportata.

– Il massacro di Podhun (vicino a Villa del Nevoso): 16 soldati italiani uccisi o due maestri elementari / 92 sloveni uccisi, il paese devastato dall’esercito italiano (7 giugno del ’42). Podhun come Marzobotto, Sant’Anna di Stazzema e Oradour sur Glame

– “Santa messa per i miei fucilati” di don Paolo Brignoli, cappellano militare

– Forza ed asprezza della resistenza comunista / capacità di legare a sé strati di popolazione non comunista in una prospettiva nazionalista

– I lager del duce: tra i più importanti Gonars, Visco, Renicci, Arbe (Arbissima!), Monigo, Chiesanuova, Colfiorito (soggetti all’autorità militare) e decine di altri lager in funzione antislava (almeno un centinaio, Capogreco) con 30mila sloveni deportati, anche famiglie intere (dalla Slovenia). 100mila internati da tutta la Jugoslavia

– Le cifre della repressione militare italiana: 729 criminali italiani in Jugoslavia. 1.936 è il totale degli ufficiali italiani, su tutti i fronti di guerra, di cui fu chiesta l’estradizione. Nessuno pagò.

– I maggiori criminali: Pirzio Biroli (Montenegro), Testa (prefetto Fiume), Bastianini e Giunta (gov. Dalmazia), Orlando (Grecia), Robotti, Gambara e Roatta

– I giovani sloveni sono affidati ai battaglioni di lavoro nell’Italia meridionale

– I soldati italiani proteggono ebrei e serbi dalla ferocia degli ùstacia croati e dei nazisti. Secondo Mantelli per tranquillizzare i cetnici

– gli ustascia, alleati all’Italia, massacrano 350mila serbi

– Italiani, brava gente? Sicuramente no in questo periodo

Vediamo ora un documentario in cui si parla dei crimini di guerra italiani in Slovenia. È di qualche anno fa e si dice che la Slovenia sarebbe entrata nell’Unione Europea. Ora è nell’Unione dal 2004.

** Video “Crimini di guerra” / 10min**

A questo punto, con il tracollo dello stato con l’8 settembre del ’43, inizia la tragedia delle foibe.

L’8 settembre del ’43 e la prima fase delle foibe

– Avviene il primo massacro di italiani (vittime: min. 500/600, max. 1000)

– Perché le foibe? Modo rapido per occultare l’omicidio ma anche suprema forma di disprezzo (rifiuto). Ma si uccide anche annegando in mare

– Le foibe tristemente più importanti sono in Istria

– caratteri della reazione slava del ‘43: dalla jacquerie contadina alle prime forme di organizzazione politico-ideologica del movimento comunista di Tito

– Chi finisce nelle foibe? Possidenti italiani, quadri del PF, responsabili delle violenze precedenti ma anche impiegati comunali, carabinieri, guardia di finanza, esattori delle tasse, dirigenti e capisquadra operai, avvocati, levatrici, medici, ma anche minatori dell’Arsia…

– Vale l’equazione italiano=fascista=possidente=ateo

– si tratta della classe dirigente italiana nelle zone acquisite

– Non si guarda alle responsabilità individuali

– Nelle foibe tanti colpevoli ma anche molti innocenti: Norma Cossetto di Santa Domenica di Visinada e le tre sorelle Radecca di Fàsana (Albina, 21 a., Caterina, 19 a.,  e Fosca, 17 a.). Molti sono uccisi in veri e propri regolamenti di conti in cui la politica non c’entra nulla, altri per vecchi rancori. Don Tarticchio di Rovigno

– L’arrivo dei tedeschi (primi di ottobre ’43) e fine della mattanza / però altre migliaia di morti provocati dalla reazione tedesca

Risiera di San Sabba

Con la nascita del Litorale Adriatico annesso al Reich (dopo l’8 settembre) nasce la Risiera di San Sabba a Trieste / campo di transito e di sterminio / 3-4mila vittime: tanti slavi!

La politica del Pci nella questione orientale

Atteggiamento guardingo del Pci di fronte alle richieste di annessione degli emissari di Tito dopo l’8 settembre del ’43. Si era deciso di rimandare il contenzioso alla fine della guerra.

Togliatti torna dall’Unione Sovietica in Italia con il 1 marzo del ’44. Porta con sé gli ordini di Stalin sia sulla collocazione futura dell’Italia ma anche sulla questione del Confine orientale. Stalin è alleato con Tito.

Svolta di Togliatti nell’ottobre del ’44: “Dobbiamo accogliere i soldati di Tito come liberatori”.

Togliatti sa che dietro Tito c’è Stalin, il quale in questo periodo vede di buon occhio l’espansionismo di Tito

La decisione di Togliatti spacca il fronte antifascista a Trieste perché la “Garibaldi-Natisone” passa al di là dell’Isonzo e si mette agli ordine degli jugoslavi indebolendo il CLN di Trieste.

Il massacro di Porzus / 7 febbraio 1945

Ventuno osovani sono massacrati da una cinquantina di partigiani comunisti della divisione Garibaldi-Natisone al comando di “Giacca”, Mario Toffanin.

Tra gli altri sono uccisi il fratello di Pasolini, Guido, e il comandante Francesco De Gregori, zio del cantautore romano.

Quali furono le cause del massacro? Ce le spiega Pier Paolo Pasolini con disarmante franchezza: “Essendo stato richiesto a questi giovani della Osoppo, veramente eroici, di militare nelle fila garibaldino-slave, essi si sono rifiutati dicendo di voler combattere per l’Italia e la libertà; non per Tito e il comunismo. Così sono stati ammazzati tutti, barbaramente”.

Nel processo che fu celebrato nell’immediato dopoguerra emersero chiaramente le responsabilità della federazione di Udine del PCI, da cui partì l’ordine di massacrare gli osovani oppure di dare loro una “lezione” poi degenerata. Ma il segretario del PCI di Udine seguiva le indicazioni di Togliatti il quale auspicava il passaggio delle formazioni partigiane garibaldine nelle formazioni slovene (dall’ottobre ’44) e la scomparsa di forze politico-militari antagoniste che avrebbero potuto contrapporsi all’espansionismo slavo fino all’Isonzo.

– ** L’episodio di Porzus in ogni caso non intacca minimamente il grande valore della Resistenza italiana

La seconda fase delle foibe: L’arrivo dei titini a Trieste / 1° maggio – 12 giugno ’45

-L’esercito di Tito (IV armata) arriva a Trieste (1 maggio ’45) e nei giorni successivi anche a Gorizia, Monfalcone, Pola, Fiume e in tutti i piccoli centri dell’Istria.

-L’esercito anglo-americano arriva con il ritardo di un giorno (pomeriggio del 2 maggio) (2° divisione neozelandese del generale Freyberg): troppo tardi per controllare Trieste. A Trieste Freyberg controlla solo il porto e la linea ferroviaria, la città è nelle mani dei titini. E’ la spartizione voluta da americani e jugoslavi

nessuna città in Europa fu liberata da due eserciti!

– Iniziano le violenze: gli infoibamenti, gli arresti arbitrari di notte, le deportazioni verso i gulag (Borovnica), le torture, gli interrogatori polizieschi. Gli anglo-americani stanno a guardare

– I gulag di Tito: Borovnìca (per militari italiani sbandati) e Goli Otok (dopo la rottura con Stalin nel ’48)

Le vittime: da un minimo di 5000 a un max di 10.000

** Potremmo chiederci che razza di comunismo fosse quello di Tito, dove infoibamenti, campi di concentramento, violenze contro minoranze etniche erano all’ordine del giorno.

È questo il vero volto del comunismo? La violenza più brutale? Non credo

Perché le violenze? “Epurazione preventiva”, non “pulizia etnica” o “vendetta”

– epurazione preventiva (“Epurare subito!”) non “pulizia etnica” o “olocausto italiano” o “genocidio nazionale” (le vittime sarebbero state molte di più). .

a essere infoibati non sono solo i fascisti e i responsabili delle violenze o delle repressioni partigiane (erano fuggiti per tempo, tranne qualche raro caso), ma italiani e anche sloveni e croati appartenenti alla “zona grigia” del consenso all’Italia fascista (in diversi casi senza colpe specifiche), in ogni caso persone che avrebbero potuto organizzarsi contro il nuovo potere comunista

– Molti antifascisti del Cln sono infoibati o deportati nei gulag di Tito. A Fiume il movimento autonomista è debellato. Sono uccisi anche reduci da Dachau. Il maggior numero delle vittime a Trieste, Gorizia, Fiume

in sostanza si vuole colpire la classe dirigente italiana non permettendole di organizzarsi contro il progetto di annessione slavo della Venezia Giulia

– Le foibe più importanti in questa fase sono nella zona di Trieste e Gorizia

– Quante vittime a Basovizza? Da poche centinaia a 2500 / testimonianza di due sacerdoti slavi

** Le violenze non possono essere interpretate solo come vendetta alla politica vessatoria dello stato italiano nel Ventennio fascista.

** Finisce il terrore: gli jugoslavi se ne vanno da Trieste

– Il 9 maggio ’45 Truman decide di far allontanare Tito da Trieste e Stalin acconsente tacitamente perché a lui interessava di più consolidare le sue nuove acquisizioni nell’Est europeo che non favorire Tito

– Il 12 giugno le truppe jugoslave se ne vanno dalla Venezia Giulia ma non dall’Istria. Quindi Trieste e Gorizia sono nelle mani anglo-americane, il resto dell’Istria è saldamente nelle mani di Tito. Gran parte delle vittime muoiono nei cosiddetti 40 giorni dell’occupazione jugoslava

– ** Mattanze di cetnici serbi, domobranci sloveni e ùstascia croati da parte dei comunisti di Tito / a decine di migliaia / i tedeschi in Slovenia sono tutti espulsi

**Video Foibe** / da 10.51 / tot. 20min

** Graziano Udovisi, unico sopravvissuto alle foibe

Video Udovisi

– Esodo / I profughi giuliano-dalmati e istriani

A questo punto bisogna parlare dell’esodo e delle tante persone coinvolte: circa 250mila, probabilmente 300mila, ossia l’80-85 % di tutta la popolazione italiana dell’Istria e della Dalmazia.

Non c’è dubbio che le popolazioni italiane del Confine orientale pagarono come gruppo sociale una guerra sciagurata voluta dalla classe dirigente fascista

Perché se ne andarono?

– instaurazione di un regime dichiaramene antiitaliano

– provvedimenti discriminatori contro gli italiani: sequestri, confische, soppressione della proprietà privata con obbligo della nascita delle cooperative, riforma agraria, l’instaurazione di un sistema poliziesco, negazione delle libertà individuali, elezioni farsa, incapacità di risollevare l’economia, generale confusione, repressione della chiesa italiana (allontanamento dei preti italiani), chiusura delle scuole italiane (cacciata dei maestri), divieto di parlare italiano, senso di pericolo, mancanza della certezza del diritto…

– Il ricordo delle foibe / in parte

“Bastava poco”….

Come furono accolti in Italia?

Italia ingrata: i 109 campi profughi

– “fascisti andatevene!”, “i magna pan de bando”, “puzzate!”, “ci portate via il lavoro!” / “siete italiani?”

l’atteggiamento del Pci: i “banditi giuliani”, i casi di Ancona, Venezia e Bologna (febbraio ’47, il “treno della vergogna”)

I numeri dell’esodo

–         203mila accertati

–         quanti: 250/300mila? (storici più seri)

–         350mila secondo le organizzazione degli esuli

–         Il dramma dei “Rimasti” (poche decine di migliaia): chiamati “fascisti in Jugoslavia” e “comunisti” in Italia

**Video Esodo / 6min / da 32.20min**

– La vicenda dei “monfalconesi”

Sono 2000-3500 operai comunisti della Venezia Giulia che decisero di andare in Jugoslavia a “edificare il socialismo”. 500 di loro finirono nei gulag di Tito, es. Goli Otok / l’Isola calva

– “Prigionieri del silenzio”, storia di Andrea Scano, raccontata da Pansa

Quali sono le responsabilità politiche?

Effettivamente ci fu una sorta di congiura del silenzio in Italia sulle foibe, dagli anni ’50 fino a circa 10-15 anni fa, perché le responsabilità politiche sono evidenti.

–    Il fascismo snazionalizzatore

–   Tito e il comunismo jugoslavo

–         Pci e Psi / Togliatti e Nenni / Porzus ma anche la politica filojugoslava di due leader

–         Roosevelt, Churchill e Truman

–         La Dc di De Gasperi

–         Il Vaticano con Pio XII

Quindi potrei dire che tutto l’arco costituzionale italiano dei primi anni Cinquanta è corresponsabile con quello che è accaduto.

** ultimo video, “Trieste italiana, 1954” / da 37.17

Giancarlo Restelli