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La Grande Guerra, il mito, le cause e le conseguenze

La Grande Guerra, il mito, le cause e le conseguenze

È importante dare il giusto spazio alla Grande Guerra al di là del centenario che cade quest’anno.

È stata una guerra per molti aspetti del tutto nuova: la prima guerra industrializzata, ha provocato milioni di morti, ha cambiato in peggio la storia dell’Europa e del mondo perché dopo la prima guerra mondiale avremo il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e un mondo che corre verso la seconda guerra mondiale.

Infatti non è per niente sbagliata l’idea di una guerra europea e mondiale durata trent’anni (1914-1945) con vent’anni di pace precaria. Fu anche una trentennale guerra civile europea, con il risultato che l’Europa perse per sempre la sua egemonia mondiale.

La G. G. conobbe il primo genocidio della storia, quello degli armeni attuato dai turchi. I campi di concentramento per i prigionieri di guerra anticiparono gli orrori dei campi della II guerra mondiale.

Non è il momento oggi di vedere la guerra anno per anno a livello cronologico. Metterò in evidenza una serie di motivi che fanno della prima guerra mondiale una vera e propria svolta nel modo di combattere e di concepire la guerra. In sostanza vedremo la sua attualità.

Capitoli fondamentali della relazione

1)      l’alto livello di mobilitazione militare e l’enorme numero di vittime

2)     la guerra industrializzata

3)     le cause e le conseguenze

Cominciamo con il vedere i “numeri” della guerra:

– si è combattutto ininterrottamente dal 3 agosto del ’14 all’11 novembre 1918 (52 mesi)

–         in totale nel mondo furono mobilitati 66 milioni e 300mila soldati. Gli Alleati (Italia, Francia, Inghilterra, Russia, USA, Serbia) 40milioni; gli Imperi centrali 25milioni (Germania, Austria, Impero ottomano, Bulgaria).

–         Le vittime furono 9.360mila in totale; i feriti 21 milioni; 7 milioni i prigionieri. In totale le perdite furono 38 milioni, pari al 57% del totale dei combattenti

È inutile dire che le guerre ottocentesche non videro mai nulla di simile. 9 milioni di morti sono 1 soldato su 7 a cui vanno aggiunti feriti e prigionieri: si sale a 3 soldati su 7. Ne risulta che solo il 50% dei mobilitati non conobbe né la morte, il ferimento o la prigionia.

La Russia ebbe 1.700.000 morti /la Francia 1.350.000 / la Gran Bretagna 921.000 / l’Italia 578.000 / la Germania 2 milioni / l’Austria-Ungheria 1.100.000 / la Turchia 800.000

Le perdite per la Francia furono del 73% dei mobilitati (con feriti e prigionieri), la Russia ebbe il 76%, l’Italia il 38%, la Serbia l’80%; la Germania il 56%, l’impero a.u. il 77%; gli USA l’8% con 114mila morti.

Difficile calcola le perdite demografiche pensando che i 9 milioni di morti erano giovani padre potenziali

Vediamo invece i numeri della guerra italiana

  • 5 milioni e 600mila mobilitati. È il 70% degli uomini mobilitabili. Cifra superiore alla media europea
  • 650.000 morti (è il 9% dell’esercito combattente) di cui 100mila morti in prigionia
  • 950mila feriti (la metà rimasero mutilati e invalidi con 450mila pensioni di guerra anche a distanza di anni)
  • 345mila orfani (64% figli di contadini)
  • 546mila vittime tra i civili per malattie varie e i combattimenti nelle zone del fronte
  • 600mila morti per la “spagnola” (tra la fine del ’18 e la primavera del ’19)

950mila feriti + 650mila morti sono 1 milione e mezzo, ossia 1 su 4 morì, fu ferito o divenne mutilato.

Le armi

Le armi ebbero un ruolo determinante in tutto il conflitto ed ebbero la responsabilità dell’immane numero di morti.

I progressi nei vari settori, la catena di montaggio, lo sviluppo tecnico-scientifico dei decenni precedenti permettono di aumentare la disponibilità di armi e la loro efficacia.

–         L’industria degli esplosivi e l’artiglieria mettono a disposizione armi capaci di spazzare il campo di battaglia con una potenzialità di fuoco mai vista. I cannoni di vario tipo sparano una ventina di colpi al minuto anche a grandi distanze e diventano sempre più precisi

–         I progressi tecnici della mitragliatrice ne fanno la “regina” incontratata dei campi di battaglia (anche 600 colpi al minuto)

–         I progressi dell’industria chimica aumentano via via la disponibilità di proiettili a gas. Addirittura nel 1918 un proiettile su 4 è a gas (iprite, predecessore del napalm; fosgene e cloro)

–         L’aereo acquista un ruolo sempre più importante: da compiti di avvistamento al mitragliamento e bombardamento delle prime linee e delle città (Friburgo 1914, Milano 1915)

–         Compaiono i carri armati

–         Le bombe a mano, i lanciafiamme

–         L’industria permette di avere quantià sempre maggiori di filo spinato

–         I fucili sono molto precisi e a ripetizione (sparano ininterrottamente)

Si può parlare di “sterminio industrializzato” per la forte componente tecnologica e industriale delle armi.

 

Potremmo dire, per spiegare l’altissimo numero di morti e feriti, che la G. G. fu una guerra del XIX secolo (per mentalità) combattuta con armi del XX secolo.

Malattie ed epidemie tra i combattenti falcidiarono le fila dei soldati. Nello stesso tempo condotte sanguinose degli alti comandi (assalto frontale) facevano il resto.

L’assalto frontale

Per i generali “con cimiteri di croci sui petti” per i primi anni di guerra l’assalto frontale fu l’unica tattica di combattimento di fronte a difese munite, armi micidiali e invalicabili barriere di filo spinato. Il risultato doveva essere la morte per milioni di fanti.

La Prima guerra mondiale anticipa la seconda

–         bombardamenti delle città

–         massacri e deportazioni di civili

–         campi di concentramento e lavoro coatto per milioni di civili e militari (100mila prigionieri di guerra italiani in Austria)

–         uso sistematico dei gas

–         pulizia etnica (genocidio degli armeni, 10 milioni di profughi finita la guerra provocati dai nuovi confini)

–         epidemie come la Spagnola che raddoppiò il numero delle vittime

–         drastico schieramento di intellettuali e scienziati a difesa del proprio imperialismo

–         l’idea in Germania (Hitler) che gli ebrei tedeschi siano stati i veri responsabili della sconfitta tedesca (la “pugnalata alle spalle”) e che gli ebrei di ogni nazionalità abbiamo voluto la guerra contro la Germania

 

Le cause della guerra

Un’interpretazione  tradizionale vede la Germania sempre nel ruolo dell’imputata per avere scatenato anche la prima guerra mondiale. Nulla è più sbagliato perché questa guerra è la somma di tante tensioni tra le singole potenze in una logica di prevaricazione reciproca:

–         Germania e Francia si disputano la supremazia sull’Europa continentale

–         Germania e Gran Bretagna sono in conflitto per la supremazia sui mari

–         Austria e Russia sono in conflitto nei Balcani (la Serbia è la fedele alleata della Russia)

–         Italia e Austria sono in conflitto per la supremazia nei Balcani (Trento e Trieste sono pretesto per la guerra, IV e ultima guerra risorgimentale)

–         Russia e Impero ottomano sono in conflitto per il controllo degli Stretti

–         Russia e Germania sono in conflitto per l’egemonia nell’Europa orientale

–         Gli USA interverranno per impedire la vittoria degli Imperi centrali e quindi di un’Europa sottratta all’influenza americana

–         Austria e Serbia in conflitto per i Balcani (Sarajevo, 28 giugno 1914)

In Sostanza la Gran Bretagna vuole mantenere la propria leadership mondiale insidiata da Germania e USA. La Germania vuole sancire il suo ruolo di grande potenza in Europa. Per gli USA è l’occasione per diventare il primo paese al mondo.

La somma di tutte queste guerra scatenò un conflitto che sembrava che non avrebbe mai avuto fine. Il sistema delle alleanze impediva a un paese di uscire dalla guerra nel momento in cui avrebbe voluto.

Quindi non ci fu un paese responsabile del conflitto ma tutto il sistema degli stati europei in cui gli interessi capitalistici ebbero il sopravvento. Il nazionalismo esasperato, la propaganda a senso unico, crearono il clima favorevole per giustificare la lunghezza del conflitto e i suoi costi.

Le conseguenze della guerra

–         la Rivoluzione d’Ottobre in Russia (1917)

–         la diffusione della Spagnola (pandemia influenzale) in tutto il mondo con un altissimo numero di morti (20 milioni)

–         perdita della centralità europea (suicidio dell’Europa) a vantaggio degli Stati Uniti

–         la pace di Versailles è la pace dei vincitori. Gli sconfitti non sono ascoltati

–         la guerra è costata 28 miliardi di dollari

–         crollarono 4 imperi e nacquero una decina di nuove nazioni subito preda del nazionalismo

Imperi ottomano, tedesco, austro-ungarico e russo. Nacquero: Cecoslovacchia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Austria, Ungheria, Jugoslavia, Polonia, Russia comunista

–         una profonda crisi economica e morale in tutte le nazioni combattenti, soprattutto in quelle sconfitte

–         riconversione dell’economia e aumento esponenziale della disoccupazione

–         forte contrasto di classe / Biennio Rosso

–         enormi debiti di guerra per le nazioni sconfitte

–         fortissimo aumento delle tasse

–         indifferenza alla morte di massa e odio implacabile per il nemico

–         culto del cameratismo dopo la guerra: fascismo

–         il fascismo in Italia

–         il nazismo in Germania complice la crisi del ‘29

–         regimi dittatoriali in tutta l’Europa orientale

–         una pericolosa abitudine nell’uccidere il “nemico” che spiega l’esasperata violenza del dopoguerra

In sostanza la prima guerra mondiale aggrava i contrasti in Europa e prepara la seconda.

Conclusione

. La prima guerra mondiale fu una guerra “totale” in cui poderosi apparati industriali e milioni di mobilitati ebbero una parte importante.

. Non ci fu differenza tra fronte interno (in cui gli operai erano stati militarizzati, lo sciopero un reato) e fronte esterno (prima linea)

. Il genocidio degli armeni preparò il genocidio ebraico ad Auschwitz (ferrovie, gas, forni di incenerimento per i cadaveri messi a disposizione delle industrie)

. Cadde la differenza tra soldati e civili i quali furono conivolti nelle battaglie come non era mai capitato (es. friulani e veneti dopo Caporetto o l’evacuazione di ampie aree dopo battaglie vinte dai nemici)

. Spostamenti di popolazioni al termine della guerra: turchi e greci…