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“Prima gli Italiani”? E’ stato inventato a Legnano, esattamente cento anni fa

Centenario della fine della Grande Guerra

“Prima gli Italiani”?
E’ stato inventato a Legnano, esattamente cento anni fa

http://www.legnanonews.com/news/cronaca/922331/forse_non_sapete_che_prima_gli_italiani_stato_inventato_a_legnano

Ricostruiamo la vicenda. E’ il dicembre del 1918 (quindi la guerra è appena finita) e Madre Amigazzi (erede Melzi) riceve una comunicazione da parte del Gruppo degli Ospedali di Riserva di Milano in merito al ricovero di soldati alleati a Legnano. In particolare si specifica che sono “infermi appartenenti alle truppe Czeco-Slovacche, le quali sono da considerarsi non già come truppe nemiche, ma come truppe alleate”.
Ciò era vero perchè i soldati cecoslovacchi (all’inizio della guerra austro-ungarici) si resero protagonisti, soprattutto nell’ultimo anno di guerra, di numerosi casi di diserzione con “passaggio al nemico”, ossia disertarono passando le linee italiane.
Erano così tanti che nell’estate del ’18 nacquero reparti cecoslovacchi i quali dettero prova del loro valore prima a difesa del Piave e poi nell’offensiva di Vittorio Veneto.
Ora però infuriava la “Spagnola” e i soldati prigionieri e non prigionieri erano fortemente a rischio.

Sorprende la risposta di Madre Amigazzi: “Scopo mio si è di insistere nel far presente il disapprovato mio e il disturbo che ne deriverebbe. Disappunto derivante dal fatto che la mia offerta ho voluto farla a beneficio esclusivo dei valorosi nostri soldati feriti o ammalati di guerra… (sott. nostra). Disturbo in quanto l’Ospedale è addossato, per due lati, ad altri miei Istituti di educazione (scuole per bambini circa 600), di assistenza (Ospizio per vecchie malate) e privati… La nuova vicinanza, pertanto, di tale natura quale è quella dei prigionieri non può che tornare di grave disturbo per non dire danno, nel senso morale più indicato”.

Concludeva la lettera con queste parole: “… Felice, ben si intenda, che l’Ospedale stesso con tutto quanto vi è attinente continui ad essere invece adibito a tutto profitto del nostro valoroso esercito (sott. nostra)”.

Sorprendono queste parole scritte non da un fegatoso nazionalista ma da una donna che tutti allora riverivano per la grande fede e l’impegno a favore di poveri e soldati feriti o ammalati.
Al di là dell’ingenuo nazionalismo (che aveva fatto capolino in molti settori del cattolicesimo italiano durante la guerra) nella lettera emerge anche un certo “razzismo” nella convinzione che i “prigionieri tedeschi” (così li definisce all’inizio della lettera) avrebbero creato disordine fino a compiere atti osceni (“grave disturbo nel senso morale più indicato”) mentre i soldati italiani avrebbero avuto ben altri comportamenti!

Eppure si trattava di soldati cattolici quanto gli italiani, soldati ora alleati nella comune vittoria del 4 novembre 1918.

Come andò a finire l’intera vicenda?
Una lettera di poche settimane dopo comunicava all’amministratore di Casa Amigazzi (oggi Istituto “Barbara Melzi”) che “per assecondare il desiderio della detta Signora, è stato disposto perchè i detti militari siano inviati in altri ospedali”. Quali?

Non fecero molta strada. Alcuni finirono all’Ospedale militare “Carducci” dove quasi tutti morirono nel corso del ’19 a causa della pandemia influenzale “Spagnola”. I timori di Madre Amigazzi che la loro gioventù causasse scandali sessuali e comportamenti troppo disinibiti non ebbe modo di concretarsi.

Che dire? Nazionalismo e razzismo sono virus capaci di infettare chiunque. L’unica difesa è pensare l'”altro” come pensiamo a noi stessi.

Certo, fare di Madre Amigazzi colei che un secolo fa ha anticipato un deleterio e fortunato slogan elettorale è solo una forzatura che suona ironica.
Non volevamo offendere nessuno, solo mettere in evidenza come certi linguaggi non siano scomparsi e come un fiume carsico riaffiorino ogni tanto. Le conseguenze, ogni volta, le conosciamo.

– I cecoslovacchi morti a Legnano
http://www.legnanonews.com/news/cronaca/920150/cerimonia_in_ricordo_dei_soldati_cecoslovacchi_nella_cappella_ossario_maliverni

NOTA
I documenti storici citati sono riferiti alle lettere scritte da Donna Amigazzi e sono presenti nel libro “Legnano nella Grande Guerra 1915-18” nel capitolo dedicato all’Ospedale territoriale Amigazzi, scritto da Giovanni Cattaneo.
Il libro è in vendita presso la libreria “Nuova Terra” di Legnano.