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25 Aprile 1945. A Legnano quel giorno si sparava e si moriva

25 Aprile 1945

A Legnano quel giorno si sparava e si moriva

“Una volta al secolo, qualcosa di serio e di pulito

può accadere anche in questo Paese”

Giorgio Agosti, partigiano

Credo che molti lettori non ignorino l’importanza della lotta di Liberazione a Legnano. Non a caso la nostra città è stata insignita della Medaglia di Bronzo.

Probabilmente però non tutti sanno quanto si è combattuto soprattutto il 25 e 26 aprile del ’45 e quante vite di partigiani sia costata la battaglia che in quei due giorni infuriò in alcuni punti della città.

Propongo ai lettori questa bella sintesi degli avvenimenti che ho trovato in Luigi Borgomaneri, “Due inverni, un’estate e la rossa primavera. Le Brigate Garibaldi a Milano e provincia (1943-45)”, Franco Angeli 1985.

Borgomaneri fa riferimento alla “Relazione Divisione Mauri”, documento datato 12 maggio 1945 e redatto dalla Divisione unificata Mauri.

25 Aprile, mercoledì

“Legnano: all’alba i garibaldini occupano la caserma al raccordo dell’autostrada per Sesto Calende; i tedeschi se ne sono andati qualche ora prima. Alle 7.30 altri tedeschi provenienti dalla caserma di via Milano, cercano di snidare i sappisti e cominciano gli scontri: i garibaldini, che si trovano anche sotto il tiro del presidio germanico dell’autocentro, situato all’interno del Tirassegno, chiedono rinforzi.

In città vengono intanto occupate senza incontrare resistenza la scuola Carducci, sede di un comando dell’aeronautica, le carceri, la Gnr di via dei Mille e la caserma dei carabinieri. Solo alla scuola Carducci i fascisti tentano un contrattacco ma bastano pochi spari per metterli in fuga: “Gente senza fede e senza midollo”, scriverà il comando della Divisione unificata Mauri.

Alle ore 9 resistono combattendo i tedeschi della caserma di via Milano e quelli dell’autocentro della Canazza, i fascisti sono asserragliati dietro il filo spinato che circonda la sede dell’Upi in via Alberto da Giussano, la caserma Resega e il palazzo del Littorio: si arrenderanno nel primo pomeriggio.

Intanto i sappisti hanno lasciato due morti e un ferito per costringere alla resa un gruppo di tedeschi nei pressi della cascina Olmina. Alle 15, mentre questo gruppo si sta arrendendo, viene segnalato l’avvicinarsi di una forte autocolonna con un autoblindo e un cannoncino da 47 mm proveniente da Milano lungo la strada del Sempione.

Immediatamente vengono rinforzate le difese verso Milano con uno schieramento che va dal casello autostradale, attraverso Ranzi, alle officine Gianazza e al castello di Legnano fino alla strada Canegrate-Legnano. I combattimenti s’accendono tra Legnano e San Vittore Olona, all’altezza del calzaturificio Ecclesia, e si trasformano in una guerriglia di posizione che si protrae fino a notte inoltrata.

In serata saputo forse che i rinforzi sono stati bloccati, i tedeschi della caserma di via Milano si arrendono ma la situazione è ancora preoccupante: forti gruppi di fascisti sono affluiti a San Vittore facendo una trentina di prigionieri e da diverse località si segnalano movimenti di colonne motorizzate e blindate che, sorprese in zona dagli avvenimenti, cercano di raggiungere un punto dove concentrarsi” (pp.271-272)

26 aprile, giovedì

“A Legnano, all’alba, riprendono gli scontri con la colonna attestatasi all’altezza del calzaturificio Ecclesia e durano fino alle dieci circa quando i tedeschi si arrendono. Proprio nel momento in cui il nemico entra in città disarmato, giunge notizia che due mezzi corazzati tedeschi e un semicingolato con la fanteria d’appoggio sono stati segnalati al casello dell’autostrada e puntano in città.

I partigiani, già provati dai combattimenti con la precedente colonna, affrontano anche il nuovo attacco riuscendo a fermare il nemico di fronte allo stabilimento Ranzi. Lo scontro è fortunatamente breve perché i tedeschi si ritirano poco dopo in direzione dell’autostrada ma, intanto, un colpo di cannoncino ha colpito in pieno una postazione garibaldina causando tre morti e diversi feriti.

Il resto della giornata passa in un clima di tensione continua tra segnalazioni di gruppi autotrasportati in movimento sia verso sud e ovest di Inveruno che verso sud-est” (pp. 277-78)

27 aprile, venerdì

“A Legnano si vivono gli ultimi momenti di tensione. A sud-ovest della città viene segnalata una colonna di circa un migliaio di tedeschi ma non c’è bisogno di sparare: a mezzogiorno il comandante germanico si arrende.

Anche l’ultima minaccia che gravava su Legnano è svanita, adesso è finita per davvero” (p. 282)

Nasce il comando unificato delle formazioni partigiane legnanesi

Il giorno 27 aprile, in una sala del Palazzo Italia a Legnano, nasce la Divisione Mauri, formata dalla 101esima, dalla 182esima Garibaldi e dalla brigata del Popolo Carroccio. Comandante il garibaldino Mario Cozzi (“Pino”).

Ma perché il comando unificato nasce a cose fatte?

Lo spiega bene Mario Cozzi (“Relazione Divisione Mauri”, in Borgomaneri, op. cit., pp.306-308):“Avevo visto l’insurrezione nascere e mi ero preoccupato di quella. Ma a un certo punto mi sono preoccupato dei garibaldini, che rischiavano di essere quasi niente quando, invece, avevano fatto tutto loro. Il mio compito sarebbe stato quello di difendere i garibaldini e di non far emergere formazioni che non avevano fatto niente. La Carroccio era emersa immediatamente. Aveva preso tutti i camions, tutta la roba che lei poteva se la prendeva…”.

Quindi la Carroccio era nata solo nei giorni immediatamente precedenti l’insurrezione e ora sembrava pretendere un ruolo politico-militare che non era giustificato.

Quel 27 aprile Cozzi andò due volte alla sede della Carroccio: una prima volta per avere uomini da utilizzare nei combattimenti che non accennavano a spegnersi in città, la seconda volta per  definire i ruoli del comando unificato.

Per essere ascoltato dai dirigenti della Carroccio Cozzi si presentò armato e con atteggiamenti minacciosi.

Ebbe finalmente questo colloquio alla presenza di don Carlo Riva: “Qui io conosco solo don Carlo. Voi non so nemmeno che esistete. Ma qui, adesso, che cosa state facendo?! Noi abbiamo fatto tutto, noi stiamo combattendo e voi, qui, state assumendo il comando di tutto. Qui bisogna mettersi d’accordo… Se voi vi mettete d’accordo con noi, bene, altrimenti io vi disarmo tutti e vi porto via tutti i mezzi. E se poi voi non reagite, vi mando a casa, se reagite faremo la discussione e vi allungo giù per terra anche voi…

Ci siamo messi d’accordo! Da questo momento, siccome io ho due formazioni, la 101esima e la 182esima, mi prendo la responsabilità e divento il responsabile di zona. Siamo d’accordo?….

Ecco è nata la formazione unificata del comando…. Non è stata tanto amichevole la situazione. Han dovuto accettarla”

Partigiani legnanesi morti in seguito ai combattimenti del 25-27 Aprile del 1945

oppure in seguito a gravi ferite nei giorni successivi

Nel cimitero monumentale di Legnano, quasi ideale abbraccio alle tombe vuote dei deportati di Legnano nei lager nazisti, ci sono molte tombe in cui riposano i partigiani della nostra città.

È impressionante il numero di coloro che morirono negli scontri con fascisti e tedeschi nelle giornate del 25-26-27 aprile del ’45 oppure morirono pochi giorni dopo. I loro nomi dimostrano l’asprezza dei combattimenti a Legnano nei giorni della Liberazione.

Pierino Bosani

Morto il 29 aprile 1945. Aveva 30 anni

Aldo Branca

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 18 anni

Luigi Ciapparelli

Ucciso il 27 aprile 1945. Aveva 32 anni

Marcello Colombo

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 25 anni

Gaetano Colombo

Morto il 28 aprile 1945. Aveva 49 anni

Paolo Guidi

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 18 anni

Vittorio Gorletta

Morto il 9 maggio 1945. Aveva 42 anni

Amleto Mancinelli

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 21 anni

Adelmo Marinoni

Morto il 14 maggio 1945. Aveva 21 anni

Ermenegildo Monticelli

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 39 anni

Oreste Parravicini

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 36 anni

Ernesto Pinciroli

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 48 anni

Gaetano Ripamonti

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 18 anni

Romeo Rovellini

Morto il 1 maggio 1945. Aveva 56 anni

Riziero Teracchini

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 32 anni

Riccardo Vignati

Ucciso il 26 aprile 1945. Aveva 31 anni

Paolo Zoni

Ucciso il 25 aprile 1945. Aveva 21 anni

Altri partigiani di Legnano uccisi in circostanze diverse

Rodolfo Bendinelli

Ucciso il 31 ottobre 1944. Aveva 28 anni

Fernando Bonelli

Ucciso il 27 giugno 1944. Aveva 23 anni

Luigi Colombo

Ucciso il 27 novembre 1944. Aveva 25 anni

Dino Garavaglia

Ucciso il 2 luglio 1944. Aveva 19 anni

Franco Mandelli

Ucciso il  2 febbraio 1945. Aveva 21 anni

Giuseppe Rossato

Ucciso il 14 gennaio 1945. Aveva 23 anni

Serafino Roveda

Ucciso il 9 novembre 1944. Aveva 30 anni

Mauro Venegoni

Medaglia d’Oro

Ucciso il 31 ottobre 1944. Aveva 41 anni

Renzo Vignati

Ucciso il 2 luglio 1944. Aveva 20 anni

“Nomi noti e meno noti, taluni già nell’oblio o vivi nel ricordo di pochi.

Solo qualcuno è passato alla storia “minore”.

Altri, già ora, nessuno li conosce più.

Non credo, del resto, che volessero qualcosa di diverso”

Bianca Guidetti Serra, “Compagne”

Renato Franchi con l’Orchestrina del suonatore Jones canta “Bella ciao”

http://www.youtube.com/watch?v=6JicBU5c_8g