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Giorno del Ricordo ’21 con Sempionenews

Le foibe di Tito e l’esodo giuliano-dalmata: voce ad una testimonianza vera ad “Un quarto d’ora con…”

In occasione del Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio, Sempione News ha dedicato una serata di approfondimento e confronto, nell’ambito di “Un quarto d’ora con…”, professore Giancarlo Restelli, docente di italiano e storia presso l’Istituto Bernocchi di Legnano; la professoressa Elise Bozzani, insegnante di italiano e storia presso una scuola primaria di Marcallo con Casone e con l’intervento di una testimonianza vera, la dottoressa psicoterapeuta Silvia Testa, nipote di profughi istriani. Mediatore della serata il giornalista Sergio La Torre.

Legnano – Il 10 febbraio ricorre il Giorno del Ricordo per commemorare le stragi delle foibe e l’esodo degli italiani dalle terre annesse alla Jugoslavia dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Sempione News, in questa serata di approfondimento e confronto ha voluto ricordare cosa sono state le foibe, con testimonianze dirette di come i profughi vissero quella tragica esperienza.

Ospiti della serata il professore Giancarlo Restelli, docente di italiano e storia presso l’Istituto Bernocchi di Legnano; la professoressa Elise Bozzani, insegnante di italiano e storia presso una scuola primaria di Marcallo con Casone e con l’intervento di una testimonianza vera, la dottoressa psicoterapeuta Silvia Testa, nipote di profughi istriani.

Le foibe, una ferita ancora aperta

Una puntata che è stata condotta dal nostro giornalista Sergio La Torre che unitamente al Direttore Enzo Mari hanno dato il benvenuto agli ospiti intervenuti per l’occasione e hnno evidenziato come l’argomento trattato abbia riscontrato maggiore spessore nel corso degli ultimi anni , dal 2004 per l’esattezza.

Il contesto storico nelle parole del prof. Restelli

A tale proposito La Torre si è rivolto al Prof. Restelli per inquadrarne la prospettiva storica ed illustrare di cosa si sia trattato. “Il giorno del ricordo è stato istituito dal Parlamento Italiano nel 2004 e da allora sono stati numerosi i dibattiti e le conferenze nonchè i  libri scritti. Prima di allora non se ne parlava cosi approfonditamente – evidenzia il Prof. Restelli. Sicuramente è complesso e abbraccia un periodo di cinquantanni di storia nazionale ed europea. Ci furono due fasi legate alle vittime delle stragi delle foibe. La prima nel settembre ed ottobre del 1943, mentre la seconda nel maggio e giugno del 1945 dopo il 25 aprile , al quale seguirono 40 giorni di violenze e massacri che segnarono un capitolo triste della storia. E’ importante citare fonti attendibili sulle cifre delle vittime e non affidarsi a false interpretazioni come chi sostiene che il massacro delle foibe possa essere definito un Olocausto Italiano. Non è così, perchè le vittime furono tante ma si parla di cinquemila/cinquemilacinquecento. Un numero che spaventa ma che non è paragonabile allo sterminio degli ebrei. E’ una ferita ancora aperta e quello che pesa di più è stato il non averla riconosciuta per tanti anni ma solo da pochi. 

Dr.ssa Elise Bozzani: è importante trasmettere i valori nelle scuole

Riallacciandosi al pensiero del Prof. Restelli si è inserito l’intervento della Prof.ssa Elise Bozzani che ha confidato il suo stupore nel constatare di non aver mai visto in nessun sussidiario o libro delle scuole un riferimento alle stragi delle foibe. “Ai miei studenti cerco di trasmettere il significato delle parole. Profughi, esodo, deportazione, perdita di identità e annullamento dell’esistenza. Sono termini su cui riflettere. La Giornata della Memoria, la Giornata del Ricordo meritano rispetto e non vanno dimenticate. A tale proposito nel Comune di Rescaldina nei pressi della Stazione Ferrovie Nord c’è un monumento che celebra le vittime delle foibe. Significati soni i colori. Si parte dal rosso nella parte concava più profonda per poi salire verso  l’alto e vedere il giallo, la luce che dona speranza”. 

La testimonianza della dr.ssa Silvia Testa

La parte conclusiva della conversazione ha visto la testimonianza della Dr.ssa Silvia Testa che invece ha analizzato l’aspetto legato ai ricordi d’infanzia raccontati dai nonni e dalla mamma. “La famiglia di mia madre era originaria di Fiume.  Nel 1948 si ritrovarono a vivere in una caserma. Un cambio radicale di abitudini. La perdita di ogni bene, affetti, luoghi cari. Tanta sofferenza.”

Oggi in piena emergenza sanitaria ancora in corso, ci si ritrova spesso a dover rimodulare la nostra vita, ci sembra di non farcela a superare le difficoltà e a volte ci si arrende, ma se rivolgiamo il pensiero a chi si è visto costretto a lasciare ogni cosa e a perdere perfino la propria identità, non possiamo che fermarci e riflettere e con rispetto ricordare, perchè episodi così tragici non si ripetano più.

Riti conclusivi dedicati ai ringraziamenti da parte di Sergio La Torre agli ospiti e agli amici della diretta sulla pagina Facebook che animato la chat con commenti di condivisione.

“Un quarto d’ora con”, format di Sempione News ritornerà giovedì prossimo con altri interessanti argomenti, mentre lunedì 8 febbraio, sempre in streaming,  partirà un ciclo di eventi dedicati al dialetto legnanese con la presenza di Maurizio Albè intervistato da Jessica Urbani.

Segui la diretta:

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Michela Manzotti