Fronte Occidentale 1939-40
Il titolo del mio intervento è “Fronte Occidentale 1939-40”. Vedremo nei particolari che cosa accadde nei primi mesi di guerra lungo la frontiera tra Francia e Germania; la conquista di Parigi da parte dei tedeschi ma anche la caparbia resistenza inglese di fronte allo strapotere germanico fino all’ingresso in guerra dell’Italia il 10 giugno del ’40.
1 settembre
Come sappiamo la seconda guerra mondiale scoppia il 1 settembre del ’39 con l’aggressione della Polonia da parte della Germania. Il 3 settembre Gran Bretagna e Francia, che nelle settimane precedenti si erano poste come garanti dell’integrità della Polonia, dichiarano guerra alla Germania. Dopo vent’anni l’Europa è di nuovo in guerra.
Perché la guerra?
Dobbiamo ricercare le cause nell’iniqua pace di Versailles del 1919 (la “pace dei vincitori”), nella crisi del 1929 che pone le basi per politiche economiche protezionistiche e nazionalistiche. Terzo elemento, l’aggressività delle tre potenze che ritenevano di aver avuto poco niente dalla spartizione del mondo con Versailles: Germania, Italia e Giappone (le potenze “have not” – “nullatenenti” – secondo l’intelligente definizione di Hillgruber).
Il blitzkrieg
La guerra scatenata contro la Polonia è di tipo nuovo: la strategia tedesca si basa sul “blitzkrieg”, ossia la “guerra lampo”, che prevede di dare un colpo micidiale all’avversario nella fase iniziale e il suo rapido annientamento nella fase successiva. Ed è quello che avviene con l’utilizzo combinato di fanteria motorizzata, carri armati e aviazione.
Gli aerei tedeschi (gli Stukas, che sono bombardieri in picchiata) scompaginano le difese nemiche spezzonando, bombardando e mitragliando i soldati polacchi e sgretolando i loro bunker; poi c’è l’irruzione dei carri armati che aprono grandi brecce nel dispositivo nemico e nel frattempo continuano l’avanzata in territorio nemico al fine di provocare il caos; alla fine arriva la fanteria motorizzata la quale ha il compito di annientare le sacche di resistenza prendendo il nemico alle spalle.
Tutto va per il meglio perché i generali di Hitler mettono a frutto nel mondo migliore i problemi che erano emersi in precedenza come l’impiego della Luftwaffe in Spagna, l’annessione dell’Austria, quando i carri armati erano rimasti senza benzina, e l’invasione della Cecoslovacchia nel marzo del ’39.
L’esercito polacco è annientato in poco meno di un mese, Varsavia viene pesantemente bombardata, e dal 17 settembre da est cala l’Armata Rossa in base agli accordi segreti del Patto Molotov-Ribbentrop che prevedono che la Polonia debba essere annientata e divisa tra Hitler e Stalin (CARTINA).
L’esercito polacco non entra mai in partita perché combatte la nuova guerra con mentalità, armamenti e tattiche tipiche della I guerra mondiale. Venti anni di evoluzione del pensiero militare e degli armamenti non erano arrivati né a Varsavia e neppure a Parigi come vedremo.
Immagini yt attacco alla Polonia
Perché il blitzkrieg?
Perché il blitzkrieg? Non è solo la conferma dell’eccellenza dei generali tedeschi rispetto ai loro colleghi europei. La “guerra lampo” è fondamentale (meglio determinante) per la vittoria tedesca.
I generali di Hitler sanno della debolezza fondamentale della Germania: relativa povertà di materie prime, di capitali da investire negli armamenti, di grano e generi alimentari per la popolazione. Quindi prima si chiude una guerra meglio è!
La Germania ha perso la I guerra mondiale perché ha combattuto per quattro anni e mezzo contro più nemici. Ora invece i nemici vanno affrontati uno per uno (come faceva Napoleone) e annientati in tempi brevi perché le scorte di armamenti non potevano permettere una guerra lunga che avrebbe comportato anche la diminuzione della qualità della vita dei tedeschi (“burro e cannoni”, è il motto del riarmo tedesco dal ‘36).
No all’Europa tedesca
Oltretutto la “guerra lampo” con la Polonia nella strategia di Hitler avrebbe dovuto indurre Gran Bretagna e Francia a non intervenire.
Le cose non vanno così perché Londra e Parigi temono la realizzazione degli obiettivi egemonici tedeschi, ossia il controllo dell’Europa, che avrebbe previsto la retrocessione della Francia a potenza di serie B e l’allontanamento della Gran Bretagna dalla storica influenza sull’Europa che nei secoli è stata esercitata dalla classe dirigente inglese.
Insomma, si combatte per evitare che l’Europa diventi tedesca!
Infatti la guerra con la Polonia per Hitler era solo il primo passo verso la conquista del lebensraum russo appena le circostanza l’avessero permesso. Il Patto Molotov-Ribbentrop era a tempo!
Gran Bretagna e Francia stanno a guardare
Hitler era un buon giocatore d’azzardo e spesso vedeva giusto: era convinto che durante la conquista della Polonia, Gran Bretagna e Francia non avessero invaso a loro volta il territorio tedesco e così fu. Inglesi e francesi non oltrepassano le frontiere nonostante le migliori divisioni tedesche si trovassero all’est.
Guerra di sterminio all’est
Una volta occupata la propria parte di Polonia Hitler procede come previsto allo sterminio degli ebrei polacchi (3 milioni) con fucilazioni sommarie, deportazioni nei lager esistenti (Trblinka, Sobibor, Chelmno… non Auschwitz che diventerà operativo solo nel ’43-44), massacri di efferata violenza.
Anche con i polacchi l’atteggiamento di SS e Werhmacht fu molto duro. Come scrisse il filosofo Karl Jaspers la guerra contro la Polonia venne condotta con “criminale malvagità e la totalità assolutamente priva di scrupoli della volontà di sterminio”.
Dall’altra parte Stalin fece la stessa cosa consegnando gli ebrei ai tedeschi, mettendo nei campi di concentramento i soldati polacchi allo sbando e annientando l’intellighenzia polacca con le Fosse di Katyn (primavera del ’40).
Anche in questo caso la reiterata violenza tedesca contro gli ebrei, gli intellettuali, il clero, l’aristocrazia e i contadini polacchi ha una logica militare: se vuoi controllare un grande territorio con poche truppe (il grosso dell’esercito tedesco viene subito spostato verso occidente) devi utilizzare forme esasperate di terrore per impedire azioni di resistenza e per saccheggiare le risorse del territorio a vantaggio delle truppe occupanti.
Accanto a queste logiche militari aberranti contava molto il razzismo tedesco per cui ebrei e polacchi erano untermenschen, ossia “uomini inferiori” o “sottouomini” la cui vita non valeva nulla.
La guerra sul fronte occidentale
Appena vinta la Polonia tutte le divisioni disponibili vennero portate ai confini con il territorio francese.
Fino al 10 maggio del ’40, quindi otto mesi, non accade nulla: le truppe francesi guardano il nemico dalle imponenti difese della Linea Maginot mentre i tedeschi scrutano i francesi dal Vallo Occidentale Tedesco.
E’ stata chiamata in vari modi questo stato di guerra senza guerra: le espressioni più curiose sono “guerra strana”, “guerra seduta” o “guerra dei coriandoli” perché entrambi gli eserciti “bombardavano” di volantini inneggianti la pace l’esercito nemico. Volantini che poi venivano usati nell’unico modo “ragionevole” in guerra, quindi al gabinetto.
Le forze in campo
A fronteggiarsi sono due eserciti in questo momento tra i migliori al mondo. Le forze sono equivalenti.
La Francia può schierare 94 divisioni con 5 milioni di uomini a cui aggiungere 400mila inglesi nel maggio del ’40. I tedeschi hanno 103 divisioni con 4 milioni e mezzo di uomini. Già si fanno sentire per i tedeschi problemi di approvvigionamento perché la guerra contro la Polonia ha comportato un massiccio uso di armi.
La Luftwaffe dispone di 4mila aerei (bombardieri, caccia, caccia-bombardieri, aerei di supporto), la RAF 1460 aerei da combattimento, la Francia 1700 aerei. In questo caso la superiorità tedesca è evidente.
Invece nel settore dei carri armati la superiorità anglo-francese è indubbia con 3385 carri contro 2500 tedeschi. Da notare che molti carri francesi sono migliori rispetto ai panzer tedeschi.
Dalla loro i tedeschi hanno un indiscutibile vantaggio operativo: i carri non sono sparpagliati in divisioni e reggimenti ma formano divisioni a sé dove anche la fanteria è motorizzata con l’artiglieria. I carri tedeschi poi sono collegati via radio con il loro comandante mentre i carri francesi no.
Dove invece i tedeschi sono in netta inferiorità è nella marina da guerra. La Royal Navy poteva schierare 15 corazzate, 7 portaerei, 15 incrociatori… la Germania aveva 2 corazzate, 6 incrociatori e nessuna portaerei. La marina da guerra francese era migliore di quella tedesca con 1 portaerei, 7 corazzate, 21 incrociatori…
Ciò che non avevano inglesi e francesi erano i generali tedeschi! Sicuramente molto più avanti dei loro colleghi nella capacità di adattare tattiche e strategie di guerra rispetto alle modificazioni della tecnologia bellica: rispetto alla I guerra mondiale gli evidenti progressi nell’eviazione e nei carri armati imponevano netti cambiamenti nel modo di combattere.
Durante l’autunno del ’39 Hitler non ha dimenticato il fronte occidentale e la necessità di attaccare il prima possibile. Sa che inglesi e francesi si stanno rafforzando militarmente ogni giorno che passa e non è opportuno aspettare. Nell’autunno le piogge sconsigliano le operazioni militari e così l’inverno. In primavera si sarebbero create le condizioni migliori.
Fino all’attacco decisivo del 10 maggio l’ordine dell’attacco venne impartito 29 volte e ogni volta ritirato prima che divenisse operativo!
“Intermezzi scandinavi”
Nel frattempo Hitler cerca di acquisire posizioni di vantaggio conquistando la Danimarca e la Norvegia a partire dal 9 aprile del ’40.
La Danimarca voleva dire controllare le vie di accesso al Baltico. La Norvegia due cose: migliori posizioni per attaccare la G. Bretagna e difendere il prezioso ferro svedese che era fondamentale per il proseguo della guerra (c’era il rischio di uno sbarco inglese per bloccare l’invio del ferro svedese alla Germania).
Un maldestro tentativo inglese di arrestare sul nascere l’invasione della Norvegia fallisce per i timori di Churchill, allora Ministro della Guerra. Quando Hitler attacca il 10 maggio Churchill diventa premier del governo inglese.
Come si presenta il campo di battaglia dal Mare del Nord alla Svizzera?
Al confine tra Francia e Germania si erge la poderosa Linea Maginot (130 km lungo il confine con l’Alsazia-Lorena tedesche), voluta dall’omonimo generale francese e costruita negli anni trenta. Il costo era stato sbalorditivo ma non c’era dubbio che di lì i tedeschi non sarebbero passati. Mussolini prevedeva 1 milione di morti tedeschi per vincere la Maginot!
Cartina Maginot
Tutto era sottoterra dove migliaia e migliaia di soldati francesi avrebbero arrestato l’offensiva. Un treno sotterraneo portava i rifornimenti. Sul terreno si vedevano solo cupole di acciaio girevoli, valli anticarro, posizioni in bunker…
Rimaneva il confine tra il Belgio e la Francia come terreno di invasione. In quel lungo tratto di confine non c’era la Maginot, solo capisaldi per contenere l’aggressione.
Era lì che francesi e inglesi si aspettavano l’invasione ma c’erano buoni motivi per essere ottimisti. Il Belgio avrebbe combattuto per alcune settimane consentendo a francesi e inglesi di disporsi nel modo migliore, casomai invadendo il territorio belga; il terreno belga non consentiva rapide irruzioni di carri armati perché costellato di fiumi e canali. In caso di violazione dell’Olanda, gli olandesi avrebbero rotto le dighe… insomma condizioni favorevoli.
I generali francesi e inglesi avevano però sottovalutato il loro “tallone d’Achille”, ossia la foresta delle Ardenne dalla quale operare un massiccio attacco con i carri armati. Lungo il confine c’erano solo sparute difese belghe e francesi.
La foresta delle Ardenne
Fu il generale von Marstein (non faceva parte del Comando centrale della Werhmacht) il primo a rendersi conto delle potenzialità legate alla sorpresa. Solo agendo sul lato sorpresa si potevano cogliere impreparate le truppe nemiche e operare quello sfondamento esiziale per vincere la guerra. Ne parlò con Hitler e il progetto divenne operante.
Così avvenne. Mentre il 10 maggio si simula un’invasione occupando l’Olanda e muovendo nel Belgio settentrionale, il grosso dei panzer comandati da Guderian si muoveva rapidamente nella foresta delle Ardenne senza che i ricognitori francesi si accorgero di qualcosa.
A partire dal 14 maggio in un settore di 50 km di ampiezza ci fu l’irruzione di circa 1500 carri armati tedeschi i quali si muovevano seguendo rigidi piani di movimento. L’obiettivo era irrompere tra Sedan e Dinan, superare la Mosa (CARTINA), e attuare un’ampia convergenza verso le spiagge della Manica e intrappolare lì l’esercito anglo-francese in rotta con le divisioni collocate a nord.
Poteva essere un azzardo muovere i carri armati nelle Ardenne. Potevano essere uno a uno distrutti dall’aviazione francese e dalle fortificazioni esistenti. Era compito della Luftwaffe distruggere a terra l’aviazione nemica e annientare le difese nel territorio francese.
Mentre l’aviazione tedesca distrugge ciò che deve essere distrutto irrompono i carri tedeschi i quali si muovono su e giù come branchi di lupi affamati sparando sulle truppe francesi allo sbando e manovrando in maniera tale da tagliare le vie di comunicazione verso Parigi e intrappolare sulle rive della Manica i resti di due tra i più forti eserciti del mondo.
Già il 20 maggio (6-7 giorni dall’inizio delle operazioni) i primi carri tedeschi sono in vista di Dunquerque!
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L’errore di Von Rundstedt
Mentre a Dunquerque si affollano masse di soldati provati dai combattimenti, dalla fame e dal peso della grave sconfitta, von Rundstedt (comandante in capo) compie un errore fatale per il proseguo della guerra.
Per tre giorni, dal 24 al 27 maggio, blocca la colonna di carri armati diretta verso Dunquerque perché preoccupato dalla lontananza rispetto alle linee di rifornimento e dal fatto che la fila dei carri armati si era sfilacciata (“serrare le file”). Probabilmente pensa che i soldati nemici siano intrappolati dal mare e quindi non c’è una fretta eccessiva. L’ordine di arresto dei carri per ricostuire le file è approvato da Hitler.
L’obiettivo tedesco era stringere in una sacca i soldati nemici e lì annientarli fino alla resa.
Non potevano immaginare gli sforzi al limite della leggenda da parte sia delle unità da guerra inglesi sia da parte di privati con le loro imbarcazioni nel voler riportare a “casa i ragazzi”.
Per una settimana circa migliaia di natanti di tutte le dimensioni, incuranti degli incessanti attacchi della Luftwaffe, fecero la spola tra Southampton e Dunquerque per riportare in patria gli inglesi e salvare il più possibile di soldati francesi. Furono evacuati 216mila inglesi e 123mila francesi.
Ed è così che Dunquerque, che poteva segnare la fine della volontà inglese di affontare la guerra, divenne il primo capitolo della rinascita inglese animata dalla reboante retorica di Churchill.
Qualche momento da “Dunkirke”
In ogni caso per Hitler tutto sembrava andare per il meglio. Mentre i soldati anglo-francesi lottavano per la loro sopravvivenza a Dunquerque, un’altra fila di carri armati muoveva raidamente verso Parigi mentre altre divisioni prendevano alle spalle gli attoniti soldati francesi dietro la Maginot e finora inoperanti.
Parigi era occupata il 14 giugno.
10 giugno, l’Italia in guerra
Mentre tutto stava andando per il meglio il 10 giugno il duce dichiarò l’entrata in guerra dell’Italia. Il duce non poteva tardare, non poteva dichiarare guerra mentre mancavano poche ore alla fine oppure era già terminata.
In effetti la guerra sul fronte occidentale terminò il 22 giugno non risparmiando all’Italia una brutta figura sulle Alpi occidentali contro i francesi.
Grande trionfo ma la Gran Bretagna resiste
Dopo la rapida e stupefacente caduta di Parigi Hitler si aspettava che la Gran Bretagna accettasse miti consigli. In fondo il mondo era grande per due grandi imperi: Gran Bretagna e l’impero tedesco.
L’Urss era alleata del Terzo Reich, gli Usa erano lontani dalla prospettiva dell’intervento diretto… tutto sembrava andare per il meglio. Ma sarà la determinazione inglese a continuare la guerra (sostenuta economicamente dagli Usa) a far nascere qualche dubbio sul fatto di essere alla vigilia di una pace tedesca.
E’ evidente che gli inglesi non vogliono rinunciare al ruolo di primo piano che svolgono nel mondo. Stare alle pretese tedesche voleva dire fare dell’impero inglese un partner di secondo piano (“junior partner”) dell’impero tedesco.
C’erano poi altri elementi di preoccupazione per i tedeschi: quanto sarebbe durata l’alleanza con l’Urss? E per quanto tempo gli Usa si sarebbero limitati a finanziare i nemici di Hitler senza intervenire militarmente?
La “Battaglia d’Inghilterra”
La “Battaglia d’Inghilterra” (estate del ’40) fu un indubbio successo inglese perché impedì lo sbarco tedesco sulle coste inglesi e rafforzò la volontà americana di difendere i propri interessi in Europa.
Il 1941, anno di svolta
Il 1941, anno di svolta, sarà dominato dall’”Operazione Barbarossa” (22 giugno ’41, attacco tedesco all’Urss) e dall’intervento in guerra degli Stati Uniti contro Germania e Giappone (Pearl Harbor, 9 dicembre ’41). E da questo momento la guerra cambierà volto.
Note