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Guerre e consenso nel regime fascista

Mussolini ha fatto anche cose buone?

Guerre e consenso nel fascismo nel Ventennio

Nella mia relazione vorrei prendere in considerazione uno dei libri più letti in questi ultimi anni. Francesco Filippi, “Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo” (2019).

E’ un libro che smonta sistematicamente tutto quanto di “bene” avrebbero fatto Mussolini e il fascismo.

Mussolini che istituisce le pensioni, attua le bonifiche, moralizza l’Italia, lotta contro la mafia, sviluppa l’economia, difende la donna, sta dalla parte dei poveri, costruisce case per i poveri, grande statista e grande condottiero… tutto viene smitizzato nel libro di Filippi con ampia documentazione.

Anche il mito dei “treni in orario quando c’era Lui” viene distrutto (incidenti ferroviari, rete ferroviaria antiquata e via di questo passo).

Perché l’Italia è ancora fascista?

C’è una domanda che pone Filippi all’inizio del suo testo: perché oggi l’Italia è ancora fascista?

– Potremmo iniziare a dire che il l’idea del fascismo in Italia non è mai tramontata nonostante i cento anni dalla nascita dei Fasci di combattimento oppure i 76 anni dalla fine della II guerra mondiale e dalla morte di Mussolini. Il mito ritorna perché non è mai morto.

– Finita la guerra è il Msi di Almirante a tenere alta la bandiera del fascismo “buono e operoso” al servizio degli italiani complice certa stampa dell’epoca che con Montanelli-Longanesi-Flaiano fu responsabile di una visione edulcorata del fascismo e del suo fondatore.

– Dal MSI ad Alleanza Nazionale – Fratelli d’Italia fino ad arrivare alle formazioni politiche che ben conosciamo il mito del fascismo che “fece del bene agli italiani” è duro da scalfire.

– Negli ultimi dieci anni poi il proliferare dei social ha fatto esplodere il fenomeno fino a livelli mai visti.

– Da non sottovalutare la crisi economica iniziata nel 2008 e l’emergenza Covid che hanno incattivito gli italiani dando di nuovo corda al mito di Mussolini in contrapposizione ai politici e alla politica di oggi (“Quando c’era lui!”).

A chi si rivolge il libro? Non certamente agli incensatori di Mussolini, a coloro che credono che il duce è stato nettamente il miglior politico dell’intera Italia unita. Il libro si rivolge a chi rischia di cadere nella trappola delle fake news di carattere storico e ha bisogno di buoni argomenti per capire e a sua volta convincere chi è pronto alla deriva mussoliniana.

Allo stesso tempo raccomando a tutti voi il testo perché analizza con grande puntualità documentaria alcuni capitoli della storia di Mussolini e del fascismo con una rigorosa prospettiva di analisi.

Le guerre del regime

Centrerei la mia relazione prevalentemente su due temi:

– Le guerre del regime, vero specchio della politica portata avanti in 25 anni circa dal regime

– Il tema del consenso al regime

Il duce condottiero e statista.

Mussolini è stato un grande condottiero? Sì, rispondono in molti: ha reso l’Italia grande e rispettata da tutti! In realtà le cose andarono diversamente.

Massacri in colonia

– La Libia conquistata da Giolitti, poi persa durante la Grande Guerra, fu ripresa dal duo Badoglio-Graziani con violenze ai danni della popolazione della Cirenaica ai limiti del genocidio (1930-31).

– Per vincere la guerriglia di Omar el Muktar le autorità militari deportarono gran parte della popolazione nomade della Cirenaica in alcuni orribili campi di concentramento per fare “terra bruciata” intorno alla guerriglia araba.

– Prima ancora la Somalia negli anni venti fu messa a ferro e fuoco dal quadrumviro Cesare De Vecchi. La popolazione somala fu asservita agli interessi dei proprietari terrieri italiani.

– Ci aiutano a ricordare queste pagine infamanti i libri di Del Boca, Isnenghi, Rochat, Labanca e molti altri storici.

– E poi la conquista dell’Etiopia (1935-36) portata avanti con bombardamenti indiscriminati, uso di gas e feroci repressioni.

– 250.000 abissini o etiopi uccisi furono il bilancio di una guerra portata avanti come inglesi e francesi facevano nei loro domini coloniali, quindi senza alcuna pietà.

– Finita la guerra con la vittoria italiana iniziò in Etiopia l’era delle repressioni con massacri indiscriminati soprattutto dopo il fallito attentato a Graziani del 1937 – massacro dei monaci di Debrà Libanos.

Intervento nella guerra civile spagnola

– L’intervento italiano a sostegno di Franco nella guerra civile spagnola fu tra i fattori decisivi nella vittoria del fascismo in Spagna.

– Tra gli episodi più gravi il bombardamento di Barcellona e di molte città della Catalogna da parte dell’Aviazione Legionaria Italiana, soprattutto nei giorni tra il 16 e il 18 marzo ’38 che causò tra i 600 e i 1300 morti civili.

– Da non dimenticare che l’aviazione italiana fornì supporto all’aviazione di Goering nel bombardamento di Guernica.

Le guerre fasciste nel II conflitto mondiale

– Doveva ancora iniziare la II guerra mondiale e Mussolini decide di annettere l’Albania (aprile ’39) per puri motivi di prestigio. Non ce n’era bisogno: l’Albania di fatto era un protettorato italiano. Qualcuno disse che era “come rapire la propria moglie”.

– L’Italia entrò nel II conflitto impreparata a causa delle precedenti e dispendiose campagne militari.

– L’ingresso in guerra contro Francia e Gran Bretagna (10 giugno ’40) fu definito dall’ambasciatore francese a Roma “una pugnalata alla schiena ad un uomo a terra”. – L’aggressione alla Grecia (28 ottobre ’40) fu iniziata con un pressapochismo che sembra incredibile e dopo pochi giorni mise in evidenza in forma gravi la totale incapacità dei comandi italiani di tenere in pugno una situazione difficile.

– Con queste campagne l’Italia dimostrava una volta di più quell’ ”imperialismo straccione” che Lenin aveva evidenziato ai tempi della conquista giolittiana della Libia.

– Da non dimenticare la “guerra ai civili” in Slovenia, Croazia, Montenegro, Grecia dove l’esercito italiano si macchiò di veri e propri crimini di guerra.

– Poi ci fu la perdita dell’Africa settentrionale, la disfatta in Russia e la tragedia dell’8 settembre del ’43, opera del duo Badoglio-Vittorio Emanuele III, in qualche modo preparata dal momento dell’ingresso dell’Italia in una guerra dove rivelava una fondamentale inadeguatezza.

– Certo, la ritirata dalla Russia ancora oggi stringe il cuore e così la ritirata dall’Egitto dopo El Alamein. Ma non dobbiamo dimenticare che per ritirarsi l’esercito italiano ha dovuto invadere questi territori.

Gravi carenze sul piano militare

– Basti pensare che Mussolini non volle mai una portaerei (“l’Italia stessa per la sua conformazione è una grande portaerei”); non fu così e di fronte agli inglesi si sentì la mancanza di moderne portaerei.

– La marina da guerra sulla carta era poderosa ma non c’era collaborazione con l’aviazione e così nei momenti decisivi la marina da guerra italiana andò incontro a drammatiche sconfitte.

– L’aviazione era un bluff: sulla carta più di 3000 aerei ma solo poche centinaia erano moderni ed in grado di volare all’inizio del conflitto.

– Anche la rivoluzione antropologica dell’italiano ( l’italiano fascista) voluta fermamente da Mussolini rivelò essere nient’altro che fumo. Infatti il primo ad accorgersene fu lo stesso Mussolini che in diverse riprese (diario di Ciano) ebbe per il popolo italiano solo accenti di disprezzo.

Il consenso

– Altro tema caldo affrontato da Filippi è il consenso di cui avrebbe goduto il regime. Il primo a parlarne fu Renzo De Felice nella sua opera monumentale.

– Per essere sintetici potremmo dire che la classe dirigente italiana nelle sue varie articolazioni espresse un alto consenso alle politiche del regime: industriali, banchieri, proprietari terrieri; forze militari e burocrazia; le gerarchie vaticane, la monarchia…

– Tutte queste forze sostennero il regime durante gli anni venti-trenta e all’inizio della II guerra mondiale prefigurando le grandi vittorie dell’Asse che avrebbero proiettato gli interessi italiani verso il Mediterraneo (“mare nostrum”), i Balcani, l’Africa orientale, la Russia sovietica.

– Come sappiamo la guerra fu un fallimento. Da qui la crescente contrapposizione rispetto al regime di ampi settori della classe dirigente italiana che culmina prima con la destituzione di Mussolini il 25 luglio del ’43 per volontà del re e poi con il ribaltone dell’8 settembre dello stesso anno.

Furono le sconfitte ad allontanare la classe dirigente da Mussolini, non certamente le politiche economiche e finanziarie seguite dal regime nei vent’anni precedenti.

Tornando al presunto consenso di cui godette il regime con il plauso di tutti gli italiani, dobbiamo sostenere che la classe operaia non espresse mai un consenso esplicito e spontaneo.

– Non era possibile guardare con simpatia al fascismo che aveva smantellato tutte le organizzazioni politiche e sindacali del movimento operaio durante il Biennio nero (1921-22).

– Che aveva arrestato e torturato sindacalisti, militanti socialisti e comunisti con lunghe carcerazioni al tempo della presa del potere.

– Con il consolidamento del regime per gli antifascisti (quasi tutti operai, piccoli artigiani, braccianti e contadini) ci fu il Tribunale Speciale e il Confino.

– Come si poteva essere a favore del regime quando i sindacati erano stati soppressi? Lo sciopero vietato, nessuna forma di organizzazione in fabbrica, i salari ridotti per volontà del governo, i licenziamenti praticamente liberi?

– Quindi potremmo dire che il regime godette di ampio consenso: piccola, media e alta borghesia, non certamente nel movimento operaio.

Insomma il mito di Mussolini rivela tutta la sua fragilità e inconsistenza alimentata da una vecchia e nuova vulgata che pretende ancora oggi di “scrivere” la storia

Così conclude il suo libro Francesco Filippi:

“Una cosa è certa. Mussolini fu un pessimo amministratore, un modestissimo stratega, tutt’altro che un uomo di specchiata onestà, un economista inetto e uno spietato dittatore. Il risultato del suo regime ventennale fu un generale impoverimento della popolazione italiana, un aumento vertiginoso delle ingiustizie, la provincializzazione del paese e infine, come si sa, una guerra disastrosa”.