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Mussolini e Legnano: un rapporto che dura ancora?

Nel Novantesimo di Legnano Città

Mussolini e Legnano: un rapporto che dura ancora?

“Sono le 14.11 quando un motociclista passando veloce fra i cordoni raggiunge la Scuola annunciando l’imminente arrivo del Capo del Governo. Alle 14.12 arriva la [sic] automobile staffetta, sulla quale vediamo il poeta Ravasio, ed alle 14.13 ecco spuntare il corteo automobilistico che accompagna Mussolini.”

Questo brano, che descrive  l’arrivo dell’allora Capo del Governo on. Benito Mussolini a Legnano il 5 ottobre 1924, è tratto dalla pagina de La Prealpina del giorno 7 successivo, conservata negli archivi comunali.

Per la trascrizione dell’intero articolo, cliccare qui https://docs.google.com/file/d/0B2oiTbuM9ihjLUtpdDNIOFBFUW8/edit

Fin dalla mattinata Legnano è in festa per l’inaugurazione della Scuola Professionale Operaia A. Bernocchi, istituto che attualmente, con i suoi 1500 studenti, è uno dei più grandi della Lombardia. Il Grand’uff. Antonio Bernocchi, grazie alle sue doti imprenditoriali, aveva costruito un “piccolo impero” di tessiture, filature, stamperie a Legnano e in mezza Lombardia, accompagnandole con opere assistenziali tra cui case per operai ed impiegati, parte dell’Ospedale legnanese (i padiglioni Bernocchi), la colonia elioterapica, l’asilo infantile di Cerro Maggiore e numerose altre iniziative benefiche. La Scuola Operaia era stata voluta fortemente dal Bernocchi, che l’aveva costruita e arredata a sue spese scegliendo tutte le soluzioni che la rendessero la più moderna e tecnologica possibile e l’aveva poi donata, con atto notarile, al Comune di Legnano. E la presenza di Mussolini, quel 5 ottobre 1924, non faceva altro che rendere ancora più solenne la cerimonia.

Ma Mussolini, come sappiamo, porta con sé soprattutto la Regia Patente che permette a Legnano di qualificarsi Città a tutti gli effetti.

29 luglio 1901

Mussolini era già stato a Legnano. C’era stato 23 anni prima, c’era stato col pensiero, col desiderio, anzi con una lettera. Di lettere, Benito, in realtà, ne aveva scritte più di una, in carta da bollo, e le aveva spedite anche  a Predappio, Ancona, Tolentino, Castelnuovo Scrivia. Questa, del 29 luglio 1901, è arrivata a Legnano: “Mussolini Benito, maestro elementare di grado superiore, […], porge rispettosa istanza onde voglia ammetterlo tra i concorrenti ad uno dei due posti di maestro supplente vacanti nel capoluogo del Comune dalla Signoria Vostra illustrissima rappresentato. […]. Devotissimo Mussolini Benito”. Questa domanda è conservata nell’archivio storico comunale e, agli atti, figura anche che la stessa fu respinta dal sindaco di allora, Antonio Bernocchi, il quale rispose negativamente perché il posto era già stato occupato. Anche tutti gli altri sindaci risposero negativamente.

11 maggio 1921

L’11 maggio 1921 Mussolini è a Legnano, ma questa volta non intendeva venirci e non era preparato per questo. Di ritorno da una manifestazione a Gallarate, Mussolini viene fatto fermare quasi a forza. Anacleto Tenconi, nel suo “Rapsodia in tono minore”, ci ha testimoniato: “Ricordo la prima volta che lo vidi a Legnano nel 1921. … Fu una sera di quella primavera lontana che Mussolini, di ritorno da un banchetto a Gallarate, fu fermato a Legnano e, malgrado la sua evidente riluttanza, costretto a parlare dal balconcino del caffè Piccoli in Piazza S. Magno ove ora ha sede il negozio Bossi. … Mussolini comparve al balcone barcollando (e dentro di me lo giustificai data la sua provenienza da un banchetto), farfugliò malamente quattro parole di una retorica inconcludente e si ritirò.”

Un vero peccato, perché Legnano si era preparata, e molto bene. Leggiamo infatti:  “gli son tributate grandiose dimostrazioni. A Legnano mentre una squadriglia di aeroplani civili eseguiva voli lanciando i manifesti di propaganda elettorale, un apparecchio precipitava, e rimaneva ucciso il pilota Roncalli Ferdinando e ferito il motorista Masiero Giulio” (Chiurgo, “Storia della rivoluzione fascista”, vol III).

5 ottobre 1924

Nel 1924 Legnano è pronta ma stavolta anche Mussolini è pronto. Era un periodo intenso per il duce. Mussolini ci teneva particolarmente in quel periodo post-delitto Matteotti a dare un’immagine forte di sé, a fare bella figura. Aveva perso consensi in vari settori, erano stati mesi convulsi e logoranti, aveva cominciato a soffrire di quell’ulcera psicosomatica che lo tormenterà per tutta la vita. Aveva bisogno per se stesso e per la propaganda politica di… un bagno! Un bagno di folla! E così, Mussolini in tour… Prima al sud, poi al centro, e poi Veneto e Lombardia. Quel 5 ottobre 1924 l’itinerario prevedeva Milano, dove nella mattinata aveva avuto diversi impegni, Legnano e Gallarate.

Mussolini arriva a Legnano in pompa magna. “Sono venticinque vetture che si fermano lungo il Viale delle Rimembranze, mentre le musiche levano l’Inno di Giovinezza e mentre scrosciano immensi interminabili applausi” (da La Prealpina). Una curiosità: Mussolini è arrivato percorrendo l’autostrada da poco inaugurata e lui stesso in precedenza aveva fatto modificare i confini tra Legnano e Cerro Maggiore perché il casello dell’autostrada nei pressi di Viale Toselli e il nuovo tirassegno fossero su terreno legnanese. Il signor Benito aveva proprio Legnano nel cuore!

Mussolini inaugura la Scuola Operaia, ascoltando i discorsi di Bernocchi, del preside Strobino, di un operaio, consegna una medaglia d’oro al Grand’Uff. Bernocchi a nome del sindaco di Legnano Fabio Vignati e ne riceve una lui, scopre la lapide nell’atrio che ricorda la donazione della Scuola. Parla poi alle maestranze e, leggiamo su La Prealpina, “chiude il breve discorso augurando che l’esempio di Legnano venga imitato e sollevando un’onda di entusiasmo e di ripetute acclamazioni”.

Quindi Mussolini posa l’ultima pietra della Scuola, poi si reca in corteo agli stabilimenti Bernocchi, dove inaugura una  lapide a memoria dei 43 operai morti nel primo conflitto mondiale. Da qui alle officine Franco Tosi, dove inaugura 4 gagliardetti e distribuisce otto Stelle del Lavoro concesse agli operai più anziani dello stabilimento, che hanno da 43 a 47 anni di lavoro. Nel discorso che segue, Mussolini pronuncia una frase che diventerà celebre, che verrà inserita nell’elenco delle “massime del Duce” da scriversi sui muri in determinati luoghi e occasioni: «La classe lavoratrice è la potenza, la speranza, la certezza dell’avvenire d’Italia».

Poi Mussolini lascia Legnano, dopo averle consegnato il documento della “Regia Patente” di Città firmata il 15 agosto 1924 dal Re e controfirmata da lui. “La lunga fila di automobili riparte a tutta velocità verso Gallarate”, dove arriva alle 16.30, “e anche verso le ultime cerimonie”.

Per la trascrizione dell’intero articolo de La Prealpina riguardante Gallarate, cliccare qui https://drive.google.com/file/d/0B2oiTbuM9ihjbXVRbkZyelVDcDg/view?usp=sharing

Legnano continua la sua festa, con le “migliaia e migliaia di lampadine colorate già preparate per la grande illuminazione della sera”.

Legnano per quel giorno resta orfana del suo Duce, ma il Duce ha Legnano nel cuore.

4 ottobre 1934

Mussolini tornerà il 4 ottobre 1934. Alle ore 17.00 sosterà in auto per più di un quarto d’ora ai cancelli appositamente chiusi della stazione, un sistema per sensibilizzarlo sul problema di costruire un comodo sottopassaggio per sostituire cancelli e “biloria”. Sottopasso troppo costoso. Duce troppo poco sensibilizzato. Il sottopasso si inaugurerà nel 1965.

Il Duce passò quindi a visitare il Cotonificio Dell’Acqua dove terminò il suo discorso con la frase: “La parola d’ordine in questa azienda è e dovrà essere lavorare e far lavorare”. Visitò il cotonificio Cantoni, la Franco Tosi, il cotonificio Bernocchi, con l’inaugurazione di una mostra di pannelli statistici e di un campionario della produzione aziendale. Due cifre di un grafico colpirono il duce “Leggete e prendete nota…” disse ai giornalisti: estratto dal libro cassa agosto 1874 paga operai lire 141,50; agosto 1934, paga operai, lire 723.751,90. Che corrispondono a 7000 operai.

Alle 18 precise il duce è in piazza Umberto I, cioè piazza San Magno, dove tiene il discorso ufficiale da un grande palco collocato su una turbina da 1500 cavalli della Franco Tosi. Una gran folla di operai di Legnano e dintorni. “Duce, Duce!” per alcuni minuti. Alle 18.15 precise Mussolini… lascia Legnano in auto e fa ritorno a Milano.

26 agosto 1946

Mussolini a Legnano tornerà ancora. Tornerà di passaggio dentro un baule nel 1946. Sì, in un baule. Perché dopo la fucilazione a Giulino di Mezzegra e l’esposizione del corpo a Milano in piazzale Loreto insieme a Claretta Petacci e ai gerarchi, il corpo di Mussolini venne sepolto in una fossa anonima nel cimitero di Musocco a Milano. Nessuno conosceva la posizione esatta. Era un segreto. Beh, forse qualche antifascista conosceva il segreto: più volte la tomba venne in modi vari profanata. E anche qualcun altro lo conosceva: alcuni fascisti la notte di Pasqua del 1946 riesumarono Mussolini, misero i suoi resti in un sacco di plastica e se lo caricarono in auto. In seguito il corpo venne consegnato ai frati cappuccini di Milano, i quali lo chiusero nel baule e lo tennero nascosto. Il baule venne spostato presso i cappuccini di Pavia e ad agosto 1946 reso alle autorità, le quali, dopo essersi accertate che si trattasse davvero del Duce, decisero di rimetterlo nel baule e nasconderlo a Cerro Maggiore, sempre presso i cappuccini. E così Mussolini e il suo baule hanno attraversato la periferia di Legnano per raggiungere Cerro (26 agosto 1946).

30 agosto 1957

Mussolini tornerà a percorrere le strade di Legnano quando le spoglie furono portate da Cerro Maggiore a Predappio per la sepoltura  nella cripta di famiglia.

Maggio 2014

E una famiglia legnanese a maggio 2014 ha messo in vendita su eBay l’armadio che per 11 anni ha custodito il baule con i resti di Mussolini nel convento di Cerro: nessun’offerta è arrivata, l’armadio è rimasto alla famiglia. A Legnano, probabilmente.

Legnano e Mussolini

Mussolini tornerà ancora a Legnano, tornerà come “santino” trovato in alcune cassette della posta (22 ottobre 1948). E sarà Legnano ad andare da Mussolini in diverse occasioni: i numerosi incontri privati con gli industriali, la delegazione che porta contributi degli industriali legnanesi per opere sociali, Bruno Giovanni Lonati (Giacomo), partigiano legnanese, che sarà l’autore della fucilazione di Mussolini (28 aprile 1945), secondo una delle tante versioni.

Mussolini concittadino di Legnano (maggio 1924)

Un legnanese (Lonati) avrebbe quindi avuto parte alla dipartita prematura del suo e “nostro concittadino” Benito Mussolini. Ah, già perché non ve l’ho detto… Mussolini è nostro concittadino. Dal 1924. Il popolo, la giunta comunale, ha avuto questa spontanea idea di insignirlo della cittadinanza onoraria. Spontanea. Cioè… Arriva una circolare dalla Federazione Provinciale Fascista, un “suggerimento” (!) che implica una deliberazione d’urgenza. Si riunisce d’urgenza la giunta. E il popolo di Legnano proclama Mussolini cittadino onorario. “Spontaneamente”. Il 30 maggio 1924 arriva il telegramma con i ringraziamenti ufficiali, a firma del segretario Acerbo. Non preoccupatevi, non siamo gli unici: nel 1924 praticamente tutte le città gli hanno offerta la cittadinanza, non ultima Gallarate, proprio in quel 5 ottobre famoso.

Sulla Prealpina del 7 ottobre di quella cittadinanza legnanese non se ne parla. Non è stata considerata importante. Che peccato. E pensare che gli abbiamo persino intitolato un viale: l’antica via Brumana, rinominata “stradone per Legnarello” e poi via Melzi è diventata via Benito Mussolini.

Per la legge del contrappasso ora è via Giacomo Matteotti.

Renata Pasquetto e Giancarlo Restelli

–          Com’era Legnano 90 anni fa?

https://www.youtube.com/watch?v=6C0QUOYBrc0?