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“Porrajmos: lo sterminio degli zingari nei lager nazisti”

 

“Porrajmos:

lo sterminio degli zingari nei lager nazisti”

Perché è importante parlarne?

Quando arriva il 27 gennaio, “Giorno della memoria”, i giornali e le televisioni parlano quasi esclusivamente dello sterminio del popolo ebraico dimenticando altre popolazioni o categorie di persone che hanno subito violenza nei lager nazisti, dimenticando quindi la persecuzione dei comunisti e dei partigiani di ogni nazione (Triangoli Rossi), la politica di annientamento dei malati psichici, la persecuzione dei testimoni di Geova, degli omosessuali e appunto degli zingari.

Le dimensioni della Shoah ebraica sono sotto gli occhi tutti e sono terribili.

Nell’Europa del ’39 vivevano 11 milioni di ebrei, alla fine della guerra ci saranno 6 milioni di ebrei in meno morti di fame nei ghetti, fucilati in massa nell’est europeo e poi uccisi nelle camere a gas dei Vernichtunglager, ossia nei campi di sterminio.

Ma ripeto, le dimensioni tragiche del genocidio ebraico non escludono il ricordo di altri orrori.

Tra di essi emerge lo sterminio dei Sinti e Rom, ossia di quelli che spesso vengono chiamati zingari, spesso con una punta di disprezzo oppure con malcelato razzismo.

Nella mia relazione utilizzerò prevalentemente il termine zingari perché parlando delle persecuzioni durante la seconda guerra mondiale è la parola migliore, rivalutata dagli stessi esponenti della comunità.

Invece l’utilizzo dei termini Sinti e Rom (meno connotato di sfumature razziste) rischia di escludere altre componenti quali i Lalleri, i Manusch provenienti dalla Francia, i Kale originari della penisola iberica, tutti sottoposti alle persecuzioni naziste.

Omosessuali, zingari, testimoni di Geova, malati mentali: che cosa unisce tutte queste persone, apparentemente molto diverse?

– il fatto che in tempi e luoghi diversi furono perseguitati dai nazisti, in alcuni casi con evidenti somiglianze

– l’essere considerati dai nazisti “sottoumanità da estirpare” (Himmler nel ’36) come si fa con con i “germogli selvatici e le erbacce”

Vale la pena di citare parte del discorso di Himmler alle SS: “I nazisti devono creare una nuova morale, rude e brutale, che ignori la compassione e i problemi di coscienza. Si prova forse rimorso a schiacciare uno scarafaggio? No. Gli oppositori del nazismo sono scarafaggi, esseri nocivi e abietti. Distruggerli, non solo non è peccato, ma significa operare per il bene comune, agire a favore della razza e della nazione tedesche.

Zingari, ebrei, pazzi ed emarginati, la lista di coloro che si dovrà imparare a maltrattare senza battere ciglio, a umiliare, a torturare e, per finire, ad asfissiare nella totale impunità e senza l’ombra del minimo rimorso, è lunga”.

Da notare che i “pazzi ed emarginati” di cui parla Himmler erano tedeschi o austriaci, quindi “sangue eletto”, ma nonostante questo ci fu il tentativo parzialmente riuscito di annientarli in veri e propri centri di sterminio a partire dal ’39 e poi nel corso della guerra.

In effetti i nazisti tentarono di estinguere tre categorie di persone: ebrei, zingari e malati mentali

Porraimos: il “Grande divoramento”

C’è una parola nella lingua degli zingari che evoca il tema di questa sera: la parola è porraimòs, ossia distruzione, annientamento, “grande divoramento”.

E’ in sostanza la Shoah del popolo zigano ucciso nei lager di Buchenwald, Sachsenhausen, nelle camere a gas di Chelmno e di Auschwitz e in tante fucilazioni sommarie nei paesi dell’est, dall’Unione Sovietica ai Balcani, dove l’odio nei loro confronti era più tenace.

Prima della guerra viveva in Europa poco meno di 1 milione di zingari (prob. 800mila zingari), finita la guerra 100.000-200.000 di loro non era più in vita.

Ma alcuni storici indicano la cifra di 500mila vittime.

Qualche elemento di storia. Lunghi secoli di persecuzioni

Gli zingari arrivarono in Europa dall’India intorno al XIV secolo e la loro storia può essere vista come una lunga catena di arbitri e violenze nei loro confronti. Soprattutto in Germania, già a partire dal XVIII, è molto forte il pregiudizio e la volontà di combattere quella che era già chiamata la “piaga e la nocività degli zingari”.

Sarebbe difficile elencare in pochi minuti tutto quello che gli zingari in Europa hanno dovuto subire nei secoli precedenti.

Nel corso dei secoli XVI e XVII le misure repressive sono la fustigazione, il marchio a fuoco, il taglio delle orecchie, l’impiccagione. A volte si organizzano vere e proprie “cacce all’uomo” con tanto di premi / “chi uccide uno zingaro non è reato” / Danimarca, 1835.

Le accuse sono il brigantaggio, rapire i bambini, propagare la peste, essere eretici, spie dei turchi, praticare la magia e il malocchio.

In Spagna nel ‘600 gli zingari ascoltano la messa restando fuori dalla chiesa. Nell’Austria del ‘700 i bambini zingari vengono affidati a famiglie perbene.

“Salto di qualità”

Il razzismo ottocentesco fa degli zingari dei “sanguemisti” nocivi per la purezza del sangue germanico (razza ariana). De Gobineau e Chamberlin (autori molto letti da Hitler) sono i teorici della pericolosità degli zingari per la loro incorreggibile tendenza ai rapporti sessuali promiscui con donne tedesche (“infettano la razza”). Secondo il biologismo razzista la contaminazione del sangue premia la razza inferiore (abbassamento della razza).

– la Baviera dalla fine dell’800 si distingue nella registrazione degli zingari e nell’ambito dei loro spostamenti. Nel 1929 a monaco è aperto l’”Ufficio centrale per la lotta agli zingari” (continuità con il nazismo)

Hitler al potere: l’ “igiene razziale”

La tragedia inizia quando sale al potere Hitler nel ’33. Fino a quel momento i circa 20-30mila zingari tedeschi, pari allo 0,03% della popolazione tedesca!, erano stati soggetti a provvedimenti volti alla sedenterizzazione e all’assimilizzazione forzata, ma senza particolari episodi di violenza di massa, al massimo scattava il provvedimento di espulsione da una città all’altra oppure il carcere per i singoli.

Nel gennaio del ’33 Hitler prende il potere e subito nel luglio dello stesso anno (14 luglio) è emanata una legge:

– “Legge per prevenire la trasmissione di caratteristiche ereditarie indesiderate” che impone la sterilizzazione obbligatoria agli zingari e dei malati di mente contro le malattie ereditarie (500 zingari sterilizzati dal ’33 al ’39).

Furono invece 400mila i disabili tedeschi sterilizzati dal ’33 fino alla guerra. In questo modo sarebbe scomparsa nel tempo il problema dei disabili nel Reich / “Amen” di Costa Gravas

IGIENE RAZZIALE

L’accusa prevalente è di di inquinare la razza tedesca-ariana. Da notare che i nazisti insistono molto sull’origine ariana degli zingari (forse venivano davvero dall’India) ma altrettanto fortemente insistevano sul carattere tarato (adulterato) della loro razza a causa delle tante contaminazioni del sangue durante i loro continui spostamenti. Quando due razze si fondono i caratteri negativi della razza minore hanno il sopravvento.

Non c’è ancora una visione del futuro e quindi il genocidio degli zingari, come nel caso degli ebrei il potere nazista procede con misure discriminatorie non marcatamente razziste per poi approdare al “razzismo genetico” vero e proprio (gli zingari non possono essere corretti / il nomadismo è conseguenza del carattere irrecuperabile della razza zingara).

Le Leggi di Norimberga

– Nel ’35 furono vietati i matrimoni di ebrei e zingari con persone ariane per la “protezione del sangue germanico” (“Legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi”). Zingari ed ebrei hanno “sangue estraneo”. Agli zingari è vietata la cittadinanza tedesca

Nel 1935 furono istituiti in numerose città tedesche campi di raccolta spesso circondati da filo spinato e sorvegliati dalla polizia.

– Nel ’36 appare la prima circolare del ministero degli interni contro il “flagello degli zingari”. Istituito, presso la Polizia criminale, “la centrale per la lotta contro la piaga zingara”. E’ l’inizio vero e proprio della persecuzione. Nel ’36 prime deportazioni a Dachau

– nasce nel 1936 il “campo di sosta”, in realtà un vero lager di detenzione di Berlino-Marzahn (inizialmente 1000 persone) in cui tutti gli zingari dell’est devono essere insediati. Ce ne sono diversi, uno in ogni grande città. Hitler vuole ripulire Berlino prima delle Olimpiadi (16 giugno ’36, “Berlino senza zingari”). Ma i campi in questa fase sono l’anticamera per le prime deportazioni. Gravi condizioni in cui versa il campo di raccolta di Berlino: non c’è acqua, odori sgradevoli dalla campagna, rischio malattie, servizi igienici insufficienti…

Otto Rosenberg, “La lente focale. Gli zingari nell’Olocausto”, Marsilio, 1998, ed. it. 2000

– Nel campo di Marzahn opera il dott. Ritter e la sua assistente Eva Justin. L’obiettivo è censire tutti gli zingari in Germania e separare gli zingari “puri”: i Lalleri (da salvaguardare) rispetto ai “bastardi), cioè i “misti”, da ghettizzare in quanto “razza inferiore”. Le analisi dei due fanno riferimento alle caratteristiche fisiche (colore occhi, misurazione del cranio, calco in cera del volto).

– I primi internamenti nei lager sono del ’38-39 nel quadro della lotta contro il parassitismo e l’asocialità (sono definiti “asociali”). Tra di loro vi sono anche alcolisti “ariani” e in genere persone disadattate.

Gli arresti rientrano nel quadro della “custodia protettiva” (protezione dello Stato). Continua la pratica delle sterilizzazioni forzate nei lager e nelle carceri.

– Il gaulaiter della Stiria così si esprime nel ’38: “Per ragioni di sanità pubblica, e in particolare perché gli zingari sono portatori di un’eredità notoriamente greve e malata, perché essi sono dei criminali inveterati, parassiti in seno al nostro popolo, al quale non possono apportare che danni immensi, mettendo in grave rischio la purezza del sangue dei contadini e il loro genere di vita, è necessario in primo luogo che si badi ad impedir loro di riprodursi, e che li si costringa al lavoro forzato nei campi di lavoro, senza peraltro impedire loro di scegliere l’emigrazione volontaria verso altri paesi”.

– Una circolare di Himmler del 38 parla esplicitamente di “questione di razza”. La scelta è tra sterilizzazione o internamento. Gli zingari non vengono più perseguitati perché asociali ma perché sono una razza estranea al Volk tedesco.

– Nel ’39, in effetti, un decreto impedisce agli zingari di emigrare dal territorio tedesco (sono in trappola).

Da notare che i vescovi tedeschi e austriaci avrebbero dovuto difendere gli zingari dalle prime deportazioni nel ’38 e ’39 perché si trattava di cattolici a tutela dei quali le autorità ecclesiastiche dovevano intervenire.

Non è fatto nulla, nemmeno è elevata una protesta alle autorità naziste, nessun alto prelato difese gli zingari. Non ci sono documenti in tal senso.

Quindi i provvedimenti dei nazisti vanno nella direzione della discriminazione e ghettizzazione.

Perché gli zingari furono perseguitati?

Bisogna dire che i vertici del nazismo non sono ossessionati dagli zingari così come lo sono dagli ebrei: se gli ebrei sono una razza degenerata nei cui confronti prendere provvedimenti sempre più violenti, gli zingari (solo 20-30mila in Germania) rappresentano un problema di scarsa rilevanza.

Secondo Guenter Lewy (“La persecuzione nazista degli zingari”) è soprattutto dal basso (popolazione, giornali, amministratori..) che arrivano le richieste perentorie di mettere fine alla presenza di zingari sul suolo tedesco.

La stampa nazista li descrive come pigri, fannulloni, asociali, parassiti, con una morale sessuale basata sulla promiscuità e quindi propagatori di malattie e inquinatori della pura razza ariana tedesca.

Sono poveri e quindi sono comunisti o anarchici; sono nomadi e quindi spie di tutti i nemici della Germania (pregiudizio).

I più pericolosi appaiono i “misti”, cioè frutto di contaminazioni di sangue (“zingari bastardi”), mentre i “puri” sono oggetto di curiosità.

Nel caso degli ebrei i più pericolosi agli occhi dei nazisti sono i “puri”. Qualche tutela l’ebbero i “misti”.

C’è un documento che merita di essere letto perché in esso traspare chiaramente quanto si pensava degli zingari nel 1937. Così era definito un giovane zingaro: “Vagabondo e venditore ambulante. Già da giovane affidato all’assistenza sociale. Limitato mentalmente. Istigatore comunista, fannullone, sporco. Sposato, all’età di 20 ani, con una vedova da cui ha avuto finora 5 figli”. Con un giudizio così razzista erano aperte le porte dei lager.

IN SOSTANZA LA COLPA DEGLI ZINGARI ERA DI ESSERE DI RAZZA STRANIERA E DI APPARIRE ESTRANEI alla comunità tedesca.

Questa visione delle cose emerge soprattutto dal ’38 quando avvennero per le prime deportazioni nei lager polacchi (3000 persone). Gli altri sono bloccati nei “campi di fermo” non potendo lavorare e costretti a interruzioni di gravidanza e sterilizzazioni coatte.

Fino a questo momento non ci sono uccisioni di massa degli zingari nel Reich.

Inizia la guerra: fucilazioni di massa e deportazione nei lager (dalla repressione allo sterminio)

La vera tragedia degli zingari inizia con l’invasione dell’Unione Sovietica  del ’41 perché, accanto a centinaia di migliaia di ebrei russi, sono fucilati anche alcune migliaia di zingari descritti come spie degli ebrei-comunisti.

Poi alla fine del ’42 iniziano le deportazioni di massa nei lager. Nel marzo del ’44 il Reich non avrà più zingari.

Infatti il 16 dicembre del ’42 fu firmato da Himmler l’ordine che imponeva di deportare nei lager gran parte degli zingari dalla Germania, dall’Austria e da tutti i territori occupati dalla Wermacht. Solo i Sinti puri sono lasciati in pace. Sono deportati rom e “misti”

Il luogo in cui concentrare gli zingari d’Europa fu Auschwitz-Birkenau. Per tutto il 1943 fino all’estate del ’44 gli zingari furono deportati da Germania, Austria, Cecoslovacchìa, Paesi Bassi, Francia, Belgio, Unione Sovietica, Paesi baltici.

In totale sono 22.700.

Zingari “puri” e zingari “misti”

Da notare che non tutti gli zingari del Reich vennero deportati: fu fatta un’eccezione per gli “zingari puri”, e per gli zingari coniugati con donne tedesche oppure per zingari stabili (il numero va da 6.500 a 15.000). Queste categorie rimasero nelle loro case a patto però che fossero sterilizzati. La guerra impedì di procedere a sterilizzazioni capillari.

A essere deportati sono gli zingari considerati più pericolosi: i “misti” (“mischling”), cioè coloro che spinti dall’”istinto di razza” avrebbero continuato a inquinare la razza tedesca. E poi i “misti” zingari si erano uniti alla feccia dei tedeschi (gli Jenische, in parte nomadi)

Nel caso degli ebrei il genocidio si abbatte sui “puri”. Vengono risparmiati gli ebrei sposati con ariani oppure i figli nati da unioni tra ebrei e ariani.

Gli zingari ad Auschwitz

Per gli zingari ad Auschwitz (16mila nel ’43) non c’era la selezione all’arrivo come per gli ebrei. Le famiglie non erano separate e a loro viene riservato un particolare settore nel lager di Auschwitz- Biekenau. Non esisteva un piano vero  proprio di sterminio, almeno all’inizio. La deportazione ad Auschwitz indicava chiaramente l’annientamento.

Il settore è il BIIE con 32 baracche + 6 di ospedale-infermeria e servizi vari. Le baracche sono sovraffollate.

Venne dato loro il triangolo nero simbolo degli “asociali”.

Gli zingari non lavoravano. Vengono spostati da un lager all’altro in relazione ai bisogni di mano d’opera.

Addirittura nacquero, tra il ’43 e il ’44, 378 bambini concepiti ad Auschwitz!

Si potrebbe pensare a una situazione “privilegiata” ad Auschwitz. Invece le condizioni di vita erano tristissime a causa della fame, della sete e dell’igiene inesistente. Le malattie più diffuse erano quelle del lager: tifo, dissenteria, scabbia.

Secondo la testimonianza di Rudolf Hoss, il primo comandante di A., tra i bambini zingari comparve il terribile noma, ossia una malattia derivata dalla assoluta mancanza di vitamine e proteine che scavava le guance dei bambini fino a creare veri e propri buchi (si poteva guardare da una parte all’altra). Da notare che il noma era una malattia conosciuta nel Medioevo, ma poi era scomparsa nei secoli successivi. Ricomparve ad Auschwitz.

Gli esperimenti del dott. Mengele

Alcuni dei bambini presenti nel campo degli zingari (6.000) furono utilizzati da Mengele (medico capo del lager degli zingari) per i suoi esperimenti volti a definire le caratteristiche costitutive della razza gitana.

L’origini ariana privilegia gli zingari nell’ambito degli eperimenti.

Molte donne vennero invece sterilizzate dal dott. Clauberg con metodi che provocarono la morte di alcune.

– Mengele approfittò della presenza dei sinti e rom per i suoi esperimenti sul nanismo, sui gemelli, sulla bicromia oculare e sulle malattie del lager. Per Mengele gli zingari erano “ariani decaduti”, quindi importanti per gli esperimenti, ancora più degli ebrei

La fine del campo degli zingari

Il 2 agosto del ’44 le autorità di Auschwitz decisero di mandare tutti gli zingari ancora vivi (2897) nelle camere a gas, probabilmente per far posto agli ebrei ungheresi di cui era in corso la deportazione. È necessario fare spazio per l’imminente arrivo degli ebrei ungheresi.

Quella notte furono gassati e inceneriti gli ultimi 2.897 zingari di A. Vengono bruciati in fosse collettive perché i forni quella sera non funzionavano

Quella notte ci furono scene strazianti tra gli zingari di Birkenau perché conoscevano bene l’esistenza delle camere a gas. Alcuni tentarono di resistere e furono uccisi dalle guardie. Bambini e donne piangevano e imploravano pietà, inutilmente.

Un episodio di resistenza ad Auschwitz

Da ricordare che le autorità di Auschwitz cercarono la notte del 15 maggio del ’44 di portare tutti gli zingari nelle camere a gas (6000) ma furono avvertiti, anche da alcuni Kapò, dell’operazione imminente. Gli zingari non escono dai blocchi e alcuni sono armati. Il comandante dell’operazione preferisce lasciar perdere.

Per diminuire la resistenza, nelle settimane successive, molti giovani vengono deportai in altri lager compreso Otto.

Bilancio degli zingari uccisi nel Reich

Su un totale di 22.660 zingari deportati ad Auschwitz, circa 19.300 furono uccisi (6.500 nelle camere a gas, 3500 in altri campi, 14.000 per malattie, fame, violenze, esperimenti medici). Mori l’85 per cento.

Non fu solo Auschwitz la tomba degli zingari: nel 1941, 5.000 vennero mandati nel ghetto di  Lodz e vennero tutti uccisi dal tifo e i pochi sopravvissuti dai camion a gas di Chelmno. Altri vennero trasferiti verso altri lager dell’est. Altri morirono a Ravensbruch e a Bergen Belsen, altri nelle marce della morte oppure mandati a morire contro l’Armata Rossa avanzante.

Lo sterminio nell’Europa dell’Est

Ma un numero maggiore fu ucciso nell’Europa dell’est da parte di autorità filonaziste che approfittarono della guerra per sterminare gli zingari. Tra i paesi maggiormente colpevoli di decine di migliaia di fucilazioni sommarie ci furono l’Ungheria, la Slovacchia, la Croazia (circa 25.000), la Romania (circa 15.000) e l’Ucraina.

In Unione Sovietica gli zingari vennero eliminati dall’esercito e dai “gruppi mobili” (dal 22 giugno ’41) così come in Lituania e Crimea.

In Croazia agirono i terribili ustascia di Ante Pavelic, ferocemente antiserbi ma capaci anche di profondo odio nei confronti di tutti i presunti nemici della nazione croata (es il lager di Jasenovac).

In Jugoslavia gli italiani non fucilarono gli zingari.

La francia di Vichy internò 3000 zingari in alcuni campi di lavoro in Francia.

Sarebbero 40mila le vittime nei territori dell’Est, ma il numero preciso non lo sapremo mai. Forse 50.000 le vittime nei territori del Reich.

Quanti morti?

Il carattere nomade degli zingari ha sempre reso difficili le ricerche. La debolezza della memoria degli zingari, prevalentemente orale, ha contribuito a rendere controverso il conteggio delle vittime. Si è sempre detto che i morti furono tra 200.000 e 500.000. Già l’ampiezza tra il min. e il max. indica la difficoltà di quantificare.

Raul Hilberg, in un’ottima pubblicazione quale “Il dizionario dell’Olocausto” della Einaudi, scrive: “Le statistiche ufficiali e i documenti finora reperiti non permettono un calcolo preciso del bilancio complessivo delle vittime, ma le fonti a disposizione indicano che molti zingari persero la maggior parte delle loro famiglie e intere comunità zingare furono annientate”.

La recente “Enciclopedia della Shoah” della Utet propone dati minori, rispetto ai precedenti, ma sempre significativi.  Il numero dei morti sarebbe intorno alle 90.000 unità: 50.000 nei territori del Reich, 40.000 nell’est europeo.

Altri storici seri propendono invece per una cifra più realistica tra 100.000 e 200.000. Leon Poliakov, “Il nazismo e lo sterminio degli ebrei” (’55) propende per 200mila morti

Secondo le organizzazioni ufficiali furono 500.000 gli zingari uccisi.

“Soluzione finale del problema gitano”?

Si quindi parlare di genocidio degli zingari, ossia della distruzione di questo popolo? E’ giusto quindi usare la parola poraimos, ossia sterminio, annientamento delle comunità zingare?

Secondo alcuni storici non si può parlare di genocidio degli zingari oppure dicono fu diverso rispetto alla Shoah ebraica (“unicità del genocidio ebraico”).

– Guenter Lewy sottolinea che non fu mai impartito un ordine per uccidere tutti gli zingari

– Non tutti gli zingari vennero arrestati  / Gli zingari puri non vennero perseguitati / neppure quelli integrati e sposati con donne tedesche

– Ad Auschwitz gli zingari non dovevano essere uccisi subito. L’arrivo degli ebrei ungheresi obbliga a lasciare liberare le baracche del campo z.

Altri storici invece sostengono che i nazisti vollero distruggere tre gruppi: ebrei, zingari e disabili.

Il processo di Norimberga non riconosce la deportazione degli zingari e in particolare il carattere razziale.

Gli zingari durante il fascismo e la guerra

Ritardo della storiografia accademica italiana sull’argomento.

In Italia durante il fascismo non esiste il problema zingari, al di là di qualche provvedimento volto a allontanare gli zingari da alcune aree (circolare ministeriale del ’26: ordina di espellere tutti gli “zingari stranieri”).

Le Leggi razziali del ’38 non li prendono in considerazione.

Le cose cambiano con l’inizio della guerra quando si teme che gli zingari jugoslavi, abituati a spingersi fino al Friuli e al Veneto, possano operare come spie ai danni dell’Italia in guerra.

Le prime disposizioni risalgono all’11 settembre del ’40: gli zingari stranieri devono essere espulsi o internati, quelli italiani devono essere posti sotto sorveglianza. Si teme che tra gli zingari “vi siano elementi capaci di esplicare attività antinazionali” (capo della polizia, Bocchini)

Non sappiamo quanti furono gli zingari “deportati e scomparsi” in Italia dal ‘41 al ’43 su una popolazione di 25.000 persone. Non sappiamo neppure quanti morti.

I campi per gli zingari slavi, prevalentemente zingari sloveni, furono Perdazdefogu in Sardegna, Tossicìa (Teramo), Agnone e Boiano (Campobasso), le Tremiti e Ferramonti di Tarsia (Cosenza), Gries (Bolzano).

Furono tutti libeati con l’8 settembre ’43.

Durante la Rsi i nazisti non deportano gli zingari italiani.

La Memoria

Durante il processo di Norimberga nessun testimone è zingaro. Neppure durante il processo Eichmann è sollevato il caso.

La Convenzione di Bonn del ’45 impone alla Germania gli indennizzi a coloro che sono stati perseguitati per ragioni razziali, ma tutte le istanze di risarcimento furono eluse dalla magistratura tedesca.

Si arrivò a riconoscere la persecuzione razziale solo dal ’42 oppure a dire che i risarcimenti erano impossibili perché non esisteva un organismo rappresentativo dei sinti e rom.

Solo nel 1980 il governo tedesco riconobbe ufficialmente che gli zingari avevano subito una persecuzione di tipo razziale.

La prima giornata di commemorazione delle vittime rom del nazismo si è tenuta a Washington nel 1994 nel Museo dell’Olocausto

Giancarlo Restelli