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Mauro Venegoni, dalla parte dei lavoratori – testo 2020

Chi era Mauro Venegoni?

La cerimonia a Cassano Magnago di domenica 25 ottobre (ore 10.45) è l’occasione per fare il punto su un partigiano sicuramente onorato ma forse poco capito.

Primo punto.

Mi è capitato molte volte di sentire persone che parlavano con ammirazione di Mauro Venegoni ma tendevano a collocarlo in una dimensione locale: la Valle Olona e nulla più. Niente di più sbagliato. Mauro è un antifascista comunista con una vera vocazione internazionale. La prova?

Comunista con vaste esperienze internazionali
Per sfuggire la repressione fascista nel 1930 Mauro emigra clandestinamente a Parigi e lavora alla “Citroen”, dove lo troviamo a dirigere gli scioperi. Straordinario: dopo aver diretto gli scioperi a Legnano e in altre realtà è in prima linea anche in Francia!
Si reca poi a Mosca: è la sua “Università”. A Mosca si rende conto della grave involuzione che ha subito il Partito comunista guidato ora da Stalin con repressioni, gulag e carcere per centinaia di migliaia di veri o presunti oppositori. Una cappa di piombo è già calata sull’URSS e Mauro ne vede i segni.

Contro Stalin
L’esperienza in Unione Sovietica fu particolarmente importante perché a Mosca vide con i suoi occhi gli effetti del dispotismo staliniano.
Quindi pensare che Mauro fosse come molti altri partigiani comunisti succube del mito sovietico e in particolare della figura di Stalin vuol dire distorcere in modo grossolano le sue idee.
Mauro fu sì comunista ma in chiave antistaliniana: al regime sovietico imputava non solo la mancanza di libertà, di parola … soprattutto sottolineava la degenerazione in chiave nazionalista del paese dei Soviet quando di fronte all’invasione nazista del giugno 1941 Stalin caricò la propaganda sovietica di temi patriottici ben lontani dal marxismo-leninismo. Non a caso Stalin battezzò la guerra sovietica contro il nazismo in termini di “Grande guerra patriottica” che imponeva l’alleanza con quelle potenze capitalistiche che avrebbe dovuto combattere in termini di guerra di classe: Gran Bretagna, Francia e Usa.
Per non parlare del Patto Molotov-Ribbentrop (agosto ’39) quando la Germania nazista e l’Unione Sovietica comunista si allearono in un “Patto di non aggressione” dove segretamente si spartirono la Polonia e le regioni baltiche. Un vero e proprio patto tra predoni imperialisti!

Contro Togliatti
Il suo antistalinismo istintivo lo portò durante gli anni della Resistenza a scontrarsi con il Partito Comunista di Togliatti, legato strettamente a Stalin e al suo mito tanto da dare alla Resistenza italiana lo stesso carattere della resistenza russa di fronte a Hitler. Ossia l’obiettivo unico doveva essere la liberazione d’Italia dal fascismo e dal nazismo (“Guerra di liberazione nazionale”).
Obiettivo nobile, però Mauro vedeva oltre: la definitiva sconfitta del fascismo e del dominio tedesco in Italia doveva essere la leva per una rivoluzione che avrebbe portato al potere il comunismo. Mauro era un comunista rivoluzionario e sottolineava ogni volta nel suo giornale (“Il Lavoratore”) questa fede fatta di passione e tenacia.

Marxista teorico
Altro aspetto. Mi è capitato più volte di sentire parlare di Mauro come una sorta di “Che Guevara della Valle Olona” il cui carattere distintivo si sarebbe espresso solo nell’azione militare condotta testardamente.
Che fosse un tipo portato a combattere sempre e ancora sempre fascisti e nazisti lo sanno tutti. Ma forse molti ignorano che era una persona molto colta (conosceva molto bene il francese e il russo) e nelle varie carceri in cui era stato rinchiuso aveva studiato molto oltre a indubbie doti di intelligenza.
Ma è soprattutto l’assimilazione del marxismo teorico quello che a me preme sottolineare. Lo studio serio e ragionato dei testi di Marx ed Engels gli permise di capire molto meglio di altri la vera natura del fascismo in Italia.
Per Mauro il fascismo è una reazione capitalistica e antioperaia del mondo imprenditoriale e finanziario di fronte alla radicalità delle lotte del proletariato italiano al tempo del Biennio Rosso (1919-1920).
Oggi sembra facile ragionare così ma non lo era affatto in quel periodo in cui fiorivano le più strane e fuorvianti tesi sul fascismo.

A distanza di 76 anni dal suo assassinio per mano fascista (31 ottobre 1944), qual è il suo lascito? Che cosa direbbe se fosse qui con noi?
Visto che è morto per la causa del proletariato, se fosse qui con noi direbbe NO a tutte le forme di razzismo e xenofobia che puntano a ottenere voti facili e soprattutto a dividere i lavoratori.
Direbbe NO a tutti coloro che discriminano sulla base del colore della pelle e della provenienza geografica: direbbe sicuramente che tutti i lavoratori sono uguali perché nel meccanismo produttivo sono loro gli sfruttati, italiani e non italiani. Direbbe NO ai Muri che dividono e ai barconi che affondano in mare.
Direbbe NO anche a questa Europa dove i nazionalismi stanno prevaricando provocando tensioni che saranno pagate da chi già deve fare i conti ogni giorno con le difficoltà economiche e il rischio di perdere il lavoro; soprattutto in questa epoca dominata dalla pandemia nella quale è evidente che i lavoratori stanno pagando il prezzo più duro.

Sì a che cosa, allora?
Direbbe Sì a un movimento operaio forte e consapevole capace di unire insieme tutti i lavoratori contro i mestatori di paure.
Direbbe Sì contro il fascismo ma anche Sì contro tutti coloro che predicano di “patrie”, di guerre economiche e usano slogan quali “Prima Noi!”.

Un comunista per l’emancipazione del proletariato
Questo era Mauro: un uomo libero come i suoi tre fratelli Carlo, Pierino e Guido. Un comunista retto, onesto, che dormiva pochissimo perché pensava molto e discuteva di giustizia e di libertà anche di notte, come ricorda il suo amico Arno Covini, che visse con lui in clandestinità per un certo periodo a Milano.

Era un comunista internazionalista che lavorava per l’emancipazione di tutti i lavoratori.

“Noi dobbiamo rimanere sulla breccia e se nostro destino è sacrificarci,

dobbiamo cadere là, al nostro posto di combattimento!
Non un passo indietro!
Mauro Venegoni

Giancarlo Restelli

Isis “Bernocchi” di Legnano

– Dedicato a Mauro Venegoni