Torna a Scritti vari

Quando tutti cantavano “Volare”. L’Italia del “miracolo economico”

Quando tutti cantavano “Volare”
L’Italia del “miracolo economico”

Il tema di questa sera, spero gradito, è il cosiddetto “Miracolo economico” in Italia tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso (1958-1963). Perché questo tema?
Prima di tutto perché chi di voi ha la mia età (io sono del 1958) è nato durante il boom economico e poi perché volevo affrontare un tema che fosse compatibile con il nome e la missione della vostra università, “Università del benessere”.
Potere ben immaginare quanto sia difficile imbattersi nel tema benessere all’interno della storia. Talvolta sembra che lo storico si debba occupare solo di dittature, guerre mondiali, guerre locali, epidemie, razzismo, ingiustizie… però talvolta la storia è bizzarra e ci consente di vederla in positivo, come è il caso del Miracolo economico.
Affronteremo questi 5-6 anni di profonde modificazioni utilizzando alcune canzoni dell’epoca, brevi sequenze di film famosi, immagini di quegli anni perchè sono convinto che alcune canzoni e film siano stati in grado di dare il senso di un profondo cambiamento che avvenne nelle abitudini, negli stili di vita e nelle mentalità se non di tutti almeno di una parte significativa della popolazione italiana dell’epoca.

Abbiamo parlato di numeri da record. Vediamone alcuni
Dal ’51 al ’63 il prodotto interno lordo crebbe del 97%, in poche parole quasi raddoppiò in poco più di 10 anni.
Tra il ’58 e il ’63 la nostra economia presenta una crescita media del PIL del 7% annuo / ritmi cinesi / (nel continente è il 5,8%), con una forte crescita degli investimenti e delle esportazioni. Nel ’61 addirittura il PIL è dell’8,3%!
Gli autoveicoli passano da 370mila nel ’58 a 1 milioni e 100mila nel ’61 (quadruplica il numero e quadruplicano anche gli incidenti lungo le strade), i frigoriferi da 370mila a 2 milione e 200mila, le lavatrici da 100mila a 1.262mila. Le macchine da scrivere quadruplicano, le macchine contabili aumentano di 10 volte, le materie plastiche di 15 volte.

Tra i tanti effetti positivi, si espande notevolmente il lavoro femminile. Tra il ’55 e il ’61 le donne nel lavoro aumentano di 1 milione. Ora sono il 27% della manodopera impiegata. Entrano in settori prima vietati come la magistratura (dal ’63). Maggiore autonomia della donna in famiglia. Scolarizzazione di massa delle ragazze.

La disoccupazione post guerra fu totalmente o quasi assorbita (3%). Si riduce molto la popolazione contadina a vantaggio del settore industriale e terziario. Dal 1958 l’Italia non è più un paese contadino con una debole industria ma è diventato un paese industriale simile ai maggiori in Europa, anche se i problemi non risolti e le contraddizioni sono ancora molte. In ogni caso l’Italia è divenuta la quinta o la sesta potenza mondiale.
I cambiamenti avvennero nell’economia ma ancora più profondamente nelle abitudini, nei gusti e nei modi di pensare.
Per la prima volta l’italiano medio scoprì il “benessere”.

Cause
– Tra i fattori che resero possibile il Miracolo ci fu la nascita del Mec nel ’58 con l’inserimento dell’Italia in una fase d’ascesa del mercato mondiale (dal ’45 al ’75 i “Trenta gloriosi”).
– altro fattore il debole costo del lavoro complice anche la debolezza dei sindacati e dei partiti che avrebbero dovuto rappresentare e difendere gli operai
– la forte propensione ad emigrare verso le aree industriali ppure ad andare all’estero (minore pressione nel mercato del lavoro)

Il Censimento del ‘61
E’ interessante il volto dell’Italia all’interno del censimento del 1961. Dal ’51 al ’61 la popolazione italiana è cresciuta di tre milioni di unità. Il tasso di fecondità è molto alto.
Rispetto all’Italia del ‘48 il consumo di carne, di latte e latticini è più che raddoppiato, triplicato quello di frutta e verdura e moltiplicato per 10 quello dello zucchero. Sono consumi ancora lontani (almeno per ora) rispetto ai paesi europei più evoluti.
Rispetto a 10 anni prima ci vestiamo meglio, usiamo i cosmetici, i prodotti di bellezza, i deodoranti; televisori, frigoriferi e automobili conoscono una diffusione prima impensabile.
Siamo giovani: la metà della popolazione ha tra i 15 e i 40 anni. Siamo più alti: la statura media dei ragazzi di leva è passata dai 170 cm del ’51 ai 172 del ’61.
In dieci anni abbiamo guadagnato tre anni di vita per i maschi e cinque per le femmine. La speranza di vita per un bambino nato nel ’61 è di 67 anni, per le bambine di 72. E’ molto diminuita la mortalità infantile. E, segno di ottimismo, aumentano le nascite con un 2,4 figli per donna (baby boom).

Non tutto brilla: mancano gli alloggi popolari, i servizi sociali sono molto carenti (asili per esempio), la scuola non decolla, i trasporti pubblici frenano lo sviluppo, continua l’emigrazione italiana all’estero e le migrazioni interne creano problemi famigliari e sociali di grande impatto. Si accentua il divario Nord-Sud.
Tra il ‘51 e il ’71 ci sono 4.131.000 persone che emigrano dal Mezzogiorno verso le aree industriali del Centro-Nord. Tra questi 1.700.000 migrarono all’estero. Effetto positivo il rimescolamento della popolazione all’interno del territorio italiano nonostante forme di xenofobia e razzismo verso i nuovi venuti (“Rocco e i suoi fratelli” di L. Visconti)..

La Seicento
La Seicento fu la prima autovettura per tutti. Con essa inizia la motorizzazione in Italia. Venne presentata nel 1953, entra in commercio nel ’55. Aveva una cilindata di 633 cm3, il motore posteriore ha 4 cilindri, quattro posti comodi e consuma 6 litri per 100 km di benzina. Arrivava a 110 orari. Costava 590.000 lire. Chi guadagnava intorno alle 70.000 lire al mese poteva farcela (impiegati). Per gli altri c’erano le cambiali (acquisto a rate mensili).
La Cinquecento seguì poco dopo dal ’57. La Cinquecento costa 13 stipendi di operaio e dieci di impiegato.
L’impatto sugli italiani dell’automobile fu fortissimo e scnvolgente. Diventò subito il simbolo del benessere. Dicevano i protagonisti di un film del ’48: “Però che bello, eh? Avere una macchina, uno va di qua, va di là, dà un senso di autonomia, proprio. Non credi che anche noi, un giorno, potremo avere una macchina? Magari una Topolino, facciamo posto per il regazzino dietro”.
Con la motorizzazione di massa gli italiani scoprono l’Italia, esempio i bolognesi Firenze e viceversa.
Sulle strade però non ci sono solo masse sempre più alte di autovetture: aumentano gli incidenti in modo esponenziale e si diffonde la maleducazione lungo le strade.
Video A. Sordi

La Vespa
Negli Usa la motorizzazione inizia con il modello T della Ford, in Italia inizia con la Vespa. La Vespa è prodotta dalla Piaggio di Pontedera, la Lambretta dall’Innocenti di Lambrate. Nel ’56 si festeggia la milionesima vespa.
La Vespa utilizzava un motorino d’avviamento di 98 cm cubici fino a quel momento utilizzato sugli aerei, aumentato presto a 125. Nel dopoguerra la Piaggio non avrebbe più potuto utilizzarlo sugli aerei.
Vespe e Lambrette nel ’55 sono 117mila, sei anni dopo saranno 2 milioni. “Vacanze romane”, grande successo della Vespa nel mondo.

Autostrada del Sole
Il binomio automobili-autostrade fu il motore del successivo sviluppo industriale. Agnelli, Valletta e i ministri che promossero la costruzione della rete autostradale riuscirono dove Cavour e Mussolini avevano fallito. La prima pietra è posta nel ’55. In sei anni sono costruiti più di 600 chilometri di autostrada. Per la prima volta Milano e Napoli sono vicine.
Televisione, auto e autostrade realizzano nei fatti l’unificazione del paese.

Il Sorpasso
“Il sorpasso” di Risi esce nel ’63. Il protagonista è Bruno Cortona: cinico, arrogante, maleducato, affarista, disonesto, approfittatore. Gassman dà vita a un personaggio che sembra la sintesi di un’epoca, dei gusti e dei tic.
Il sorpasso finale con l’auto che precipita nel burrone e la morte dello studente è simbolo del collasso in cui sarebbe caduta l’Italia del boom.
Le due “chiese” italiane (comunismo e cattolicesimo) avevano sempre condannato la ricchezza ed elogiato l’austerità. Per la chiesa l’edonismo è un peccato, per il Pci è un tradimento della causa rivoluzionaria.

Il tempo libero
La lavatrice aumenta il tempo libero e così i supermercati. Prima il tempo libero apparteneva al partito (Pci, Psi e Dc) o alla chiesa (oratori e altro). Ora invece gli italiani si appropriano del loro tempo libero gettando nello sconforto gli intellettuali (Pasolini).
Famiglia cristiana: “Se andremo avanti di questo passo, disse un parroco nel ’63, dovremo mettere le ruote sotto le chiese per seguire i nostri fedeli che vanno a spasso la maggior parte dell’anno”.

La lavabiancheria
La lavatrice arriva in Italia in maniera anomala. In un campo di prigionia per militari italiani negli Usa Enzo Fumagalli vede per la prima volta una lavabiancheria. Manda uno schizzo al padre per lettera. Finita la guerra inizia la produzione e nel ’57 uscirà dalla fabbrica del Fumagalli la prima lavatrice italiana con il nome Candy (canzonetta americana che Enzo cantava).
L’espansione della lavatrice ha come concausa la disponibilità di detersivi che vengono dagli Usa e sostituiscono la pietra pomice, la soda e il sapone di Marsiglia.
La lavatrice libera molte donne dalla necessità di lavare al fiume oppure dalla pesantezza del lavoro nella vasca di casa. Anch’essa amplia il tempo libero.

La Televisione
Nasce nel ’54 e già nel ’55 c’è un primo grande successo con “Lascia o raddoppia” (’55-59). 10mila lire al mese è la rata che consente a molti di avere la tv in casa.
La Tv unifica la lingua, cambia le abitudini, i gusti. Insegna agli italiani come vestirsi, come parlare e andare in vacanza. La Tv si guarda insieme nella palazzina in cui si vive (facilita la socializzazione), al bar, nelle sale da cinema, nei caffè. L’apparecchio, 21 pollici, costa 220mila: tre volte lo stipendio di un impiegato. Nel ’57 c’è “Zurlì, il mago del giovedì” (primo programma per bambini), poi “Il musichiere” con Mario Riva e “Carosello”. Nel ’58 la Rai festeggia il milionesimo abbonato.
Inizia la trasformazione dell’homo sapiens in homo ludens. Altri dinieghi degli intellettuali spaventati di fronte alle novità.

Il frigorifero
Il frigorifero, altro mattatore dell’epoca. Nel ’56 si vendettero 200mila frigoriferi; nel ’57, 500mila. Il frigorifero manda in pensione le vecchie ghiacciaie di legno foderate di zinco.
Per le donne segnò una sorta di liberazione paragonabile all’importanza della Vespa per i maschi. Il frigorifero libera anche dall’incombenza del fare la spesa tutti i giorni. Il ghiaccio con il Martini bevuto in casa dava un’illusione di benessere come nei film americani.

“Volare”
“Nel blu, dipinto di blu” è presentata al festival di San Remo nel ’58 ed è subito un grande successo. Diventerà immediatamente “Volare”. A molti italiani il benessere del momento o la speranza di goderlo in un futuro prossimo dava l’impressione di volare sopra la miseria di un tempo ma così in alto che tutto era dimenticato.
Video Modugno

Tintarella di Luna
La canzone è del ’59. Mina diventa il simbolo delle donne del boom: vitale, disinibita, spettinata, con una gran voglia di vivere. Ha un bambino da Corrado Pani allora sposato. Scandalo che le costa qualche anno di emerginazione dalla Tv.
Altri cantanti simbolo di questa epoca: Rita Pavone, Gianni Morandi, Caterina Caselli, Adriano Celentano e Patty Bravo.

Flipper, juke box, Coca Cola e blue-jeans
Sono i simboli dell’epoca. Espressione della “americanizzazione” dell’Italia (adozione di modelli di oltre oceano). Opposizione dei benpensanti. Tra i miti Marlon Brando e James Dean (influenza del cinema americano).

La dolce vita
Il primo ciak è del ’59. Il film è nelle sale nel ’60 vietato ai minori di 16 anni. La scena della Ekberg nella Fontana di Trevi segna un’epoca.
Il film è specchio dell’Italia del boom: ricca, felice, corrotta e disperata. L’occhio di Fellini vede cosa sta diventando il nostro paese.
Nasce in quegli anni la “Commedia all’italiana”, specchio nel bene e nel male della società italiana.

Conclusione
Non dobbiamo esagerare e pensare che tutti gli italiani abbiano conosciuto l’euforia del Boom.
– Ampie fasce di popolazione nel Sud continuano a vivere come prima o vedono l’aspetto meno esaltante del Miracolo: l’emigrazione al Nord o all’estero
– Altri settori di classe operaia rimangono fuori dai giochi perché il loro salario è ancora troppo basso per accedere a determinati consumi
E poi tutto finì presto come un bellissimo sogno che alla mattina al risveglio svanisce
– Una prima crisi economica a metà degli anni Sessanta prepara la lunga stagione delle lotte operaie del ’68-69 (“autunno caldo”)
– I ritmi fordisti nelle fabbriche fanno rimpiangere il seppure duro lavoro nelle campagne

Il Miracolo non fu però un floop: incise sulle mentalità e sui comportamenti in maniera duratura fino a far nascere una certa nostalgia di quegli anni.