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BIBLIOGRAFIA DEPORTATI POLITICI ITALIANI con brevi schede

BIBLIOGRAFIA DEPORTATI POLITICI ITALIANI

con brevi schede

Bibliografia deportati politici italianiSCARICARE FILE (PDF)

Per questa bibliografia si è scelto di selezionare solo le opere che trattano la deportazione italiana per motivi politici, escludendo quindi tutte le numerosissime e importanti pubblicazioni relative alla shoah ebraica, zingari, omosessuali, criminali comuni, disabili e altre categorie in cui i Tedeschi suddividevano i prigionieri.

Di seguito, in corsivo, vengono fornite informazioni sul contenuto dei libri citati e sui dati biografici essenziali dei singoli deportati, descrizione disponibile sui siti internet dell’A.N.P.I di Legnano (http://www.anpilegnano.it) del Prof. Restelli (https://restellistoria.altervista.org).

Alcuni protagonisti sono di origine ebraica (Fania Fanelon, Mario Finzi, Primo Levi, Helen Maggio, Liana Millu, Luciana Nissim, Bruno Piazza, Alberto Todros) ma sono stati arrestati e deportati come prigionieri politici in quanto membri attivi della Resistenza.

L’iter è più o meno lo stesso per tutti: una delazione o più raramente la cattura durante rastrellamenti o come rappresaglia agli scioperi del gennaio e marzo 1944, l’incarcerazione nella regione di cattura, gli interrogatori e le atroci torture, il trasferimento a uno dei campi di concentramento e di transito italiani (Bolzano-Gries, Carpi, qualcuno alla Risiera di San Sabba), poi la deportazione in uno o più campi di sterminio in Germania, Austria o Polonia, classificati come Politisch (prigionieri politici) o Schutzhäftlinge (prigionieri per motivi di sicurezza), talvolta nell’una o nell’altra categoria a seconda degli spostamenti da un campo all’altro. Per i deportati politici non era prevista l’eliminazione immediata, come per altre categorie, ma lo sfruttamento fino alla morte.

Allach, Ascherleben, Auschwitz, Bad Gandersheim, Belsen, Birkenau, Buchenwald, Dachau, Dora, Ebensee, Floridsdorf, Flossenbürg, Gusen, Hersbruck, Innsbruck, Kamenz, Klessheim, Kotten, Linz, Malkow, Mauthausen, Monowitz, Natzweiler, Nordlingen, Punsen, Ravensbrück, Schönberg, Schwechat, Zwickau, Zwieberge sono i nomi dei campi di sterminio in cui sono stati deportati. Tra tutti il più tristemente famoso per i deportati politici italiani è Mauthausen, come ci ricorda Gino Valenzano nel suo testo autobiografico ”L’inferno di Mauthausen (come morirono 5.000 italiani deportati)”. In tutti i campi e principalmente a Mauthausen i politici hanno riorganizzato gruppi di Resistenza interna e di mutuo aiuto tra deportati, sia durante la prigionia sia nei giorni dopo la liberazione, per organizzare i rientri in Patria.

I testi citati in questa bibliografia sono per la maggior parte testimonianze autobiografiche di sopravvissuti ai campi di sterminio. Alcuni hanno scelto di testimoniare subito fin dal 1945 e 1946 ciò che hanno vissuto mentre altri, la maggior parte, ha tenuto tutto dentro di sé, in parte per non rivivere il dolore di quei giorni e in parte per la certezza che le proprie rivelazioni non sarebbero state credute vere. Il passare del tempo e la consapevolezza dell’importanza che assume sempre più la testimonianza di chi ha vissuto in prima persona l’esperienza della deportazione ha permesso negli anni tutto un fiorire di nuove pubblicazioni.

Alcuni dei testi indicati nella bibliografia sono presenti e quindi consultabili presso una delle seguenti associazioni di biblioteche:

[NO] – Consorzio Sistema Bibliotecario Nord-Ovest (Milano) – http://webopac.csbno.net/

[VA] – Rete Bibliotecaria Provinciale di Varese – http://webopac.bibliotecheprovinciavarese.it/

[SO] – Biblioteche Sud Ovest Milano – http://www.fondazioneperleggere.it/

1945

.Gaetano De Martino, “Dal carcere di S. Vittore ai “lager” tedeschi. Sotto la sferza nazifascista”, 1945. (Seconda edizione: Milano, La Prora, 1955).

Testimonianza autobiografica di Gaetano De Martino. Dal Carcere di San Vittore a Milano a Innsbruck, Mauthausen, Ebensee e nuovamente a Mauthausen.

.Enea Fergnani, “Un uomo e tre numeri”, Speroni editore, 12 dicembre 1945. (Seconda edizione: “Un uomo e tre numeri. Milano, Fossoli, Mauthausen”, Firenze, Ass. Multimage, 2003. Terza edizione:“Scordatevi di essere vivi”, Torino, Bollati Boringhieri Editore, 2011).   [NO; per la terza edizione NO-VA]

Testimonianza autobiografica, vivissimo racconto condotto al presente e scritto di getto al rientro in Italia. Arrestato il 10 dicembre 1943, incarcerato a Milano a San Vittore e deportato a Fossoli, Bolzano-Gries, Mauthausen.

.Silvio Guarnieri, “Campi di eliminazione nella Germania nazista”, Salò, Tipografia Ebranati, 1945.

Descrizione generale dei campi seguendo la testimonianza di un reduce dai campi di Mauthausen e Monowitz.

.Ettore Miraglia, “Vincenzo Lastrina”, Genova, Editrice Ligure Arte e Lettere, 1945.

Biografia del prefetto Vincenzo Lastrina, dal carcere genovese di Marassi (IV Sezione) deportato a Bolzano e poi Mauthausen, dove morì.

.Ettore Siegrist, “Dachau: dimenticare sarebbe una colpa”, Genova, Stabilimento Grafico Reale, 1945.

Testimonianza autobiografica. Dirigente dell’Ansaldo di Genova, venne arrestato e deportato a Dachau. Questo testo è stato pubblicato grazie all’intervento della compagnia in quanto quasi tutti gli editori italiani rifiutarono di pubblicarlo senza nemmeno valutare il manoscritto.

.Gino Valenzano, ”L’inferno di Mauthausen (come morirono 5.000 italiani deportati)”, Torino, Stamperia Artistica Nazionale, 1945 (Seconda edizione: Carrù (CN), Stamperia Ramolfo, 2003).

Testimonianza autobiografica. Nato ad Asti, l’8 settembre entra nella Resistenza a Torino, in ottobre si sposta a Roma dove viene arrestato dalle SS col fratello Piero. Detenuto a Roma in via Tasso e a Regina Coeli, deportato a Dachau e subito trasferito a Mauthausen (deportato politico, matricola 42216) con Piero e al sottocampo di Schwechat, poi di nuovo a Mauthausen.

.Bruno Vasari, “Mauthausen, bivacco della morte”, Milano, La Fiaccola, 1945.   [SO-VA]

Testimonianza autobiografica. Nato a Trieste, arrestato Il 6 novembre 1944 a Milano mentre prendeva contatti con Manlio Magini, comandante delle Divisioni Giustizia e Libertà della Lombardia. Incarcerato a San Vittore a Milano, deportato a Bolzano e da lì a Mauthausen, venne liberato il 5 maggio 1945.

1946

.AA. VV. (a cura degli amici di Poldo Gasparotto), “Poldo Gasparotto. Martire della Libertà”, Milano, s.e. tipografia Gazzaniga, 1946.

Biografia di Poldo Gasparotto, comandante partigiano nelle formazioni GL (Giustizia e Libertà) lombarde, dal carcere milanese di San Vittore deportato a Fossoli, ove venne fucilato il 22 giugno 1944.

.Paolo Alatri, “Triangoli della morte”, Milano, Tuminelli, 1946.

.Giovanni Baima Besquet, “Deportati a Mauthausen (1943-1945)”, Torino, Stamperia Artistica Nazionale, gennaio 1946 (Seconda edizione: Torino, Teca-Provincia di Torino, 1979. Terza edizione: Archetipo Libri, 2007).

Testimonianza autobiografica. Partigiano della brigata SAP, arrestato il 17 ottobre 1943 a Torino, incarcerato alle Nuove e deportato a Mauthausen . Il libro consiste in una raccolta di 38 disegni commentati realizzati in sanatorio al ritorno dal lager.

.Aldo Bizzarri, “Mauthausen città ermetica”, Roma, O.E.T. Edizioni Polilibraria, 1946 (Seconda edizione: Il Segnalibro, 2003).

Testimonianza autobiografica. Scrittore e giornalista, per attività antinaziste visse la tragica esperienza dei campi di sterminio.

.Pietro Chiodi, “Banditi”, Alba, ANPI, 1946 (Seconda edizione: Torino, Einaudi, 1975).   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica: un diario crudamente e oggettivamente realistico. Insegnante liceale di storia e filosofia, era entrato nella Resistenza, partigiano in una formazione di “Giustizia e Libertà” col nome di battaglia di “Piero”. Catturato, fu deportato nel campo di transito di Bolzano e spedito a Innsbruck. Riuscito dall’Austria a tornare fortunosamente in Italia e a raggiungere le Langhe, Chiodi, col nome di battaglia di “Valerio”, riprese la lotta contro i nazifascisti al comando di un battaglione della CIII Brigata Garibaldi.

.Pino Da Prati, “Il “Triangolo rosso” del deportato politico n 6017”, Milano, Gastaldi, 1946.

Testimonianza autobiografica, raccontata in prima persona sotto forma di romanzo, di Giuseppe Da Prati, partigiano delle formazioni Garibaldi sulle montagne cuneesi, arrestato a Sanremo, incarcerato in Liguria poi, dopo la sua scelta di non aderire alla RSI, a San Vittore a Milano, quindi deportato a Bolzano e infine in Germania: Flossenbürg, Mauthausen e poi Dachau. Già a Bolzano Pino Da Prati ha iniziato a scrivere di nascosto il suo memoriale. “Triangolo rosso”: orgoglio del prigioniero politico, vergogna del carceriere e dell’aguzzino nazi-fascista, minuscola bandiera di gloria per chi ha avuto la fortuna di recarlo in Patria, labaro di morte per coloro che l’hanno stretto al nudo petto per l’ultima volta, come una perenne visione della loro sofferenza, per il colore vivido del loro supplizio, come il pegno di fedeltà alla terra lontana.

.Gino Gregori, “Ecce homo… Mauthausen. Testimonianze del pittore Gino Gregori”, Milano, Stucchi, 1946.

Testimonianza autobiografica attraverso schizzi e disegni eseguiti nel campo di Mauthausen.

.Paolo Liggeri, “Triangolo rosso. Dalle carceri di S. Vittore ai campi di concentramento ed eliminazione di Fossoli, Bolzano, Mauthausen, Gusen, Dachau. Marzo 1944-maggio 1945”, Milano, Istituto La Casa, 1946.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Sacerdote, arrestato per motivi politici. Dal carcere milanese di San Vittore deportato ai campi di Fossoli, Bolzano, Mauthausen, Gusen, Dachau.

.Luciana Nissim e Pelagia Lewinska, “Donne contro il mostro”, Torino, Vincenzo Ramella Editore, 1946.

Testimonianza autobiografica di due deportate. Luciana Nissim, nata a Torino, ebrea, laureata in medicina, fa parte delle primissime formazioni partigiane del Partito d’Azione fra le montagne della Valle d’Aosta tra Amay e Brusson. Arrestata insieme a Primo Levi e Vanda Maestro, reclusi nel carcere di Aosta, tradotti a Fossoli e deportati ad Auschwitz. Grazie alla sua laurea verrà assegnata all’infermeria del campo.

.Giuliano Pajetta, “Mauthausen: … le SS presero delle sbarre di ferro e li finirono tutti. Pochi minuti dopo dei carri trainati da uomini portavano i cadaveri al crematorio”, Milano, Edizioni Picardi, 1946.   [NO-VA]

Testimonianza autobiografica di Giuliano Pajetta, membro del CVL di Milano, ispettore per la Lombardia delle Brigate Garibaldi ed incaricato dei collegamenti con il Fronte della Gioventù col nome di battaglia “Monti”. Deportato a Bolzano e poi a Mauthausen, dove partecipa all’organizzazione della resistenza interna.

.Aldo Pantozzi, “Sotto gli occhi della morte. Da Bolzano a Mauthausen”, Bolzano, Pio Mariz, gennaio 1946 (Seconda edizione: Museo storico in Trento, 2002).

Testimonianza autobiografica. Originario di Avezzano (L’Aquila), si trasferisce a Bolzano e poi a Cavalese, dove entra nella Resistenza. Arrestato, finisce nel Lager di Bolzano (matricola 8078) e da qui parte il 1° febbraio 1945 per Mauthausen.

.Francesco Ulivelli, “Bolzano anticamera della morte”, Milano, Stellissima, 1946.

Testimonianza autobiografica. Operaio antifascista, deportato nel campo di transito di Bolzano.

1947

.Primo Levi, “Se questo è un uomo”, Torino, De Silva, 1947 (Seconda edizione: Torino, Einaudi, 1956. Seguono numerose altre edizioni tradotte in tutte le lingue).   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Nel 1942 Primo Levi entra nel Partito d’Azione clandestino. Dopo l’8 settembre del 1943 si unisce ad un gruppo partigiano operante in Val d’Aosta. Pochi mesi dopo, il 13 dicembre, cade, a Brusson, nelle mani dei fascisti, che non sanno della sua attività nella Resistenza, ma che, in seguito alle sue dichiarazioni durante l’interrogatorio, lo identificano come ebreo. Tanto basta perché sia deportato prima a Fossoli e poi nel campo di sterminio nazista di Auschwitz.

.Liana Millu, “Il fumo di Birkenau”, Milano, La Prora, 1947 (Seconda edizione: Firenze, Giuntina, 1979).   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica di Liana Millu, ebrea entrata nella Resistenza genovese dopo l’8 settembre 1943, nell’Organizzazione “Otto”. Arrestata a Venezia, mentre era  in missione, deportata a Fossoli, poi ad Auschwitz-Birkenau,  a Ravensbrück, al campo di Malkow, presso Stettino. Il libro racchiude sei storie vere di vita vissuta di sei donne, la vita quotidiana nel campo e i problemi delle donne.

1948

.Angelo Colleoni, “Nei campi della morte: particolari sugli infernali campi di concentramento, episodi raccappricianti, assassini in massa, cadaveri viventi, martiri di tutte le nazionalità”, Milano, Lucchi, 1948.

.Berto Perotti, “Inferriate: una testimonianza”, Milano, La quercia, 1948.

Testimonianza autobiografica sulla sua esperienza in carcere e nel campo di Bolzano. Nato a Verona, diventa, con incarichi nel CLN, membro attivo della Resistenza veronese. In missione a Milano, il 6 novembre del ’44, Perotti è arrestato dalle SS italiane e torturato, trasferito nel carcere di Verona, inviato a Bolzano nel Blocco D, immatricolato col numero 9589 in attesa di deportazione in Germania non avvenuta.

1950

.Luigi Dughera, “Teresio Olivelli”, Milano, Edizioni Paoline, 1950.

Biografia di Teresio Olivelli, Medaglia d’oro al Valore della Resistenza e Servo di Dio (per lui è in atto il processo di beatificazione). Dal Carcere di San Vittore a Milano a Bolzano e Flossenbürg.

1952

.Teresa Noce, “…ma domani farà giorno”, Milano, Cultura Nuova Editrice, 1952 (Seconda edizione: Roma, Editori Riuniti, 1965).

Testimonianza autobiografica. Nata a Torino, fonda il Circolo Giovanile Socialista Torinese, ha un’intensa attività antifascista in Italia Francia e Spagna, combatte con i “Francs-tireurs-et-partisans” e a Parigi, all’inizio del 1943, è arrestata. Mesi di carcere, poi è deportata, prima nel lager di Ravensbrück, poi in Cecoslovacchia, a Holleischen. Il 2 giugno 1946 sarà tra le 21 donne italiane dell’Assemblea costituente.

1953

.AA. VV., “L’oblio è colpa”, Milano, ANED, 1953.

Numero unico della sezione di Milano dell’ANED, contiene articoli di Paolo Liggeri, Enea Fergnani, Gaetano De Martino, Eridano Bazzarelli, Ermete Sordo, Giovanni Melodia, Raoul Elia, Nino Bonelli, Marco Gatti, Hans Marsalek, Gino Valenzano, Pantozzi. Contiene un rapporto di un delegato ufficiale della Croce Rossa Internazionale e un elenco parziale di deportati ricostruito da Fergnani e Calore in base alla documentazione degli uffici di Linz.

.Roberto Angeli, “…Poi l’Italia è risorta”, Pinerolo, Alzani, 1953 (Seconda edizione: Roberto Angeli, “Vangelo nei Lager. Un prete nella Resistenza”, Firenze, La Nuova Italia, 1964).   [Sec. Ed. NO-VA]

Testimonianza autobiografica. Don Roberto Angeli partecipò alla Resistenza come ispiratore e guida di giovani e salvò molti ebrei e prigionieri politici, appoggiando le azioni dei partigiani livornesi. Fu membro del CLN Livorno in rappresentanza dei cristiano-sociali e con il padre tenne i contatti con il CLN fiorentino e con il Fronte Militare Clandestino di Roma. Arrestato dalla Gestapo il 17 maggio 1944 fu trasferito a Firenze, nella famigerata Villa Triste, e duramente interrogato, poi trasferito a Fossoli, Bolzano e infine nei lager di Mauthausen, Gusen, Dachau.

.Ida D’Este, “Croce sulla schiena”, Venezia, Fantoni, 1953 (Seconda pubblicazione: Roma, Cinque Lune, 1966. Terza pubblicazione: Venezia, Comune di Venezia, 1981).

Testimonianza autobiografica. Staffetta partigiana col nome di “Giovanna” tra il CNL regionale e i comitati provinciali di Venezia, Padova, Vicenza e Rovigo. Arrestata con altri membri del CLN, Ida è detenuta e torturata dalla banda Carità a Palazzo Giusti a Padova. È quindi deportata a Campo Tures, presso Bolzano, dove rimarrà fino alla Liberazione.

.Egidio Meneghetti (prima ed. sotto lo pseudonimo di Antenore Foresta), “Lager-Bortolo e l’ebreeta”, Verona, Ed. Valdonega, 1953.

Testimonianza autobiografica scritta in dialetto veneto. Egidio Meneghetti fu esponente del movimento di Giustizia e Libertà, fondatore del CLN veneto, catturato e torturato, incarcerato a Verona e successivamente a Bolzano. A Ettore Savonitto ed altri due compagni di cella (il tipografo Mario e il fornaio Massimo) è dedicato il libro Lager-Bortolo e l’ebreeta, che descrive in dialetto veronese le brutalità del campo e del suo aguzzino Michael Seifert detto Misha. Nel campo di Bolzano Meneghetti scrisse anche “La partigiana nuda e altre Cante”, raccolta di poesie in dialetto veneto pubblicate sotto lo pseudonimo di Antenore Foresta (Verona, Ed. Valdonega, 1953. Seconda edizione: Milano-Roma, Edizioni Avanti!, 1957).

1954

.Piero Caleffi, ”Si fa presto a dire fame”, Milano-Roma, Avanti!, 1954 (Seconda edizione: Milano, Mondadori, 1967. Terza edizione: Milano, Mursia, 1988).   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Piero Caleffi, membro della Giunta Esecutiva genovese del Partito d’Azione, lavora per la missione anglo-americana Law, diretta da Mino Steìner. Scoperto a Milano, arrestato e torturato nel carcere di San Vittore, deportato a Bolzano e Mauthausen.

1955

.Azione Cattolica di Bergamo (a cura di), “Don Antonio: Testimonianze e scritti nel decennio del sacrificio di Don Antonio Seghezzi 21 maggio 1945-21 maggio 1955”, Bergamo, Editore S. Alessandro, 1955.

Biografia di Antonio Elia Giuseppe Seghezzi, nato a Premolo (Bergamo), presbitero e partigiano, seguì i suoi ragazzi in montagna. Scoperto, don Seghezzi, per evitare rappresaglie contro l’Azione Cattolica e la Chiesa di Bergamo, si consegnò spontaneamente: il 4 novembre 1943 venne arrestato e rinchiuso nel carcere di Sant’Agata a Bergamo, poi nel Forte San Mattia a Verona, deportato in Germania nel carcere di Monaco di Baviera, nel campo di lavoro di Kaisheim e s Dachau. Concluso il processo di beatificazione, è in corso quello per la causa dei santi.

1956

.Bruno Piazza, “Perché gli altri dimenticano”, Milano, Feltrinelli, 1956 (Seconda edizione: “Perché gli altri dimenticano: un italiano ad Auschwitz”, Feltrinelli, 1995).   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica, scritta a giugno-luglio 1945, rifiutata da diversi editori e pubblicata postuma. Arrestato a Trieste il 13 luglio 1944 con l’accusa d’antifascismo, antinazismo e appartenenza alla razza ebraica. Portato alla Risiera di San Sabba, poi alle carceri triestine del Coroneo. Deportato ad Auschwitz-Birkenau e classificato tra i prigionieri politici (matricola 190712), motivo per cui, al contrario di come accadeva a tutti gli ebrei con più di 50 anni, non fu eliminato subito dopo il suo arrivo. Selezionato da Josef Mengele per l’eliminazione il 19 settembre 1944, trascorse un intero giorno insieme a 800 persone stipate nella camera a gas in attesa della morte. All’ultimo momento venne letta una lista di undici persone che dovevano uscire in quanto prigionieri politici o ebrei misti; il suo era l’ultimo nome.

1960

.Piero Caleffi e Albe Steiner, ”Pensaci, uomo!”, Milano, Feltrinelli, 1960 (Seconda edizione: Milano, Feltrinelli, 2012).   [NO-VA]

È un viaggio nella memoria dell’olocausto attraverso immagini, le più terribili, ormai molto note, e attraverso capitoli brevi, concisi e impersonali, scritti da Caleffi, che danno conto in modo oggettivo del funzionamento e dell’organizzazione della macchina di morte. In due parole: Pensaci, uomo! Un appello alla ragione rivolto, in particolare, a chi non sa, agli indifferenti, agli increduli, agli apolitici. Piero Caleffi, partigiano, venne internato a Mauthausen assieme al fratello di Albe Steiner, Mino, che, però, non fece ritorno.

.Pietro Pascoli,” I deportati. Pagine di storia vissuta”, Firenze, La Nuova Italia, 1960.

Testimonianza autobiografica. Trascrizione diretta, fedele e vivace dei fatti e delle emozioni di Pascoli partigiano nelle formazioni “Garibaldi Friuli” dove svolse attività di collegamento per i “Comitati di Liberazione” di Udine e Gorizia e la Venezia Giulia, arrestato dalle SS, recluso nelle carceri giudiziarie di via Spalato a Udine, deportato l’11 gennaio 1944, quale prigioniero politico, nei campi di Flossenburg, Hersbruk e Dachau, dove si ammalò di tifo petecchiale, e finalmente libero e di ritorno in patria. Versione integrale del libro al link http://digilander.libero.it/francescocoluccio/testimonianze/pascoli/sommario.htm

1961

.Stefano Arcidiacono, “Konzentrationslager Mauthausen 56899”, Firenze, Paci, 1961

Testimonianza autobiografica, tra le più significative memorie della deportazione politica fiorentina. Arrestato per motivi politici, viene deportato a Mauthausen ed Ebensee.

1962

.Salvatore Mastrogiovanni, “Un protestante nella Resistenza”, Firenze, La Nuova Italia, 1962 (Seconda edizione, ristampa anastatica: Editrice Claudiana, 1985).   [VA]

Biografia di Jacopo Lombardini, metodista della Lunigiana, trasferitosi per lavoro a Torre Pellice, dove divenne cappellano volontario dei partigiani valdesi, rifiutando però di portare le armi. Dopo la sua cattura fu brutalmente torturato e poi deportato nel campo di concentramento e di sterminio di Mauthausen, dove morì nella camera a gas il 25 aprile 1945.

1963

.Primo Levi, “La tregua”, Torino, Einaudi, 1963. Seguono numerose altre edizioni tradotte in tutte le lingue).   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Per i dati anagrafici vedi Primo Levi, “Se questo è un uomo”, Torino, De Silva, 1947, di cui “La tregua” è la continuazione: la descrizione della Liberazione ad opera dell’esercito russo e del tortuoso viaggio di ritorno a Torino, che Levi compì dal 27 gennaio 1945 al 19 ottobre 1945, dopo la permanenza nel campo di concentramento di Auschwitz. Questo libro vinse il Premio Campiello nel 1963. Nel 1997 il regista Francesco Rosi ha tratto da questo libro un film, intitolato appunto “La tregua”.

1964

.Roberto Angeli, “Vangelo nei Lager. Un prete nella Resistenza”, Firenze, La Nuova Italia, 1964.

(Vedi Roberto Angeli, “…Poi l’Italia è risorta”, Pinerolo, Alzani, 1953).

.Giovanni Melodia, “La resistenza nel Lager di Dachau”, Roma, ANED (Associazione Nazionale Ex Internati), 1964.

Testimonianza autobiografica. Nato a Messina, fu arrestato nel 1939 e condannato a 30 anni di carcere per attività antifascista. Dal carcere di Regina Coeli, passò a Sulmona, e quindi, dopo l’armistizio, deportato nell’ottobre 1943 a Dachau, a San Valentino ( Austria) e infine a Mauthausen dove dopo la liberazione restò volontariamente per oltre due mesi a per organizzare assieme ad altri il rientro degli italiani.

1965

.Isi Benini, “Niemals vergessen (Non dimenticare mai!)”, Udine, Doretti, 1965.

Testimonianza autobiografica del partigiano Isi Benini, incarcerato a vent’anni in via Spalato a Udine e deportato a Mauthausen. Il nucleo originario del libro è stato scritto dieci anni prima.

.Laura Conti, “La condizione sperimentale”, Milano, Mondadori, 1965.   [NO]

Testimonianza autobiografica. Laureata in medicina in piena guerra, entra nella Resistenza nelle fila del Fronte della Gioventù milanese con l’incarico di fare propaganda nelle caserme. Arrestata, dopo una breve carcerazione a San Vittore a Milano viene internata nel lager di Bolzano. Il libro ripercorre l’esperienza della Resistenza e dell’internamento.

.Vincenzo Pappalettera, “Tu passerai per il camino. Vita e morte a Mauthausen”, Milano, Mursia, 1965.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Nato a Milano, di famiglia pugliese, durante l’occupazione nazifascista era stato arrestato per il suo impegno nella Resistenza e deportato a Mauthausen. “Tu passerai per il camino” era la minaccia che gli aguzzini di Mauthausen lanciavano di continuo ai detenuti del lager, un riferimento esplicito e crudele ai forni crematori. Viene ricordata non solo la prigionia, che occupa la maggior parte del libro, ma anche la liberazione con cui inizia il racconto.

1966

.AA.VV., “Testimonianze sul campo di Dora”, Roma, Quaderni CSDI, 1966.

Cinque testimonianze raccolte a Wietzendorf tra i superstiti ivi confluiti dopo la liberazione: il civile Osiride Brovedani (partigiano, deportato politico a Dora), il soldato Dante Rosso, il serg. m. Luigi Liegi, il civile (ebreo) Leo Di Veroli, il soldato Pasquale Romano.

.Sante Bartolai, “Da Fossoli a Mauthausen. Memorie di un sacerdote nei campi di concentramento nazisti”, Modena, Istituto Storico della Resistenza, 1966.   [VA]

Testimonianza autobiografica di don Sante Bartolai, curato a Palagano (Modena) e attivo organizzatore e sostenitore delle prime bande partigiane. Incarcerato a Modena, trasferito a Bologna nelle carceri di S. Giovanni in Monte, deportato a Fossoli e a Mauthausen. Stralci del libro sono pubblicati in http://digilander.libero.it/frontedeserto/diari/bartolai.htm.

.Aldo Bizzarri, “Il problema è la persona 1945-1952”, Milano, Il Saggiatore, 1966.

Testimonianza autobiografica. Scrittore e giornalista, per attività antinaziste visse la tragica esperienza del campo di sterminio di Mauthausen. L’autore descrive il periodo della prigionia ed il difficile ritorno alla vita normale.

.Alfredo Molin (a cura del Consiglio federativo della Resistenza veronese e col contributo dell’ANED-Associazione NazionaleEx Deportati di Verona), “In memoria dei veronesi caduti nei campi di deportazione”, Verona, ANED, 1966.

Scritto da Alfredo Molin, deportato a Mauthausen, e con una presentazione di Augusto Tebaldi, deportato a Flossenbürg.

1967

.Libero Accini, “L’uomo che ha visto il peggio”, Milano, Sugar, 1967 (Seconda edizione: Cremona, Cremonabooks, 2005).   [VA]

Testimonianza autobiografica. Giornalista, catturato dalle SS a Genova durante la lotta partigiana, descrive nei minimi particolari le proprie sensazioni ed emozioni, le torture subite e le più brutali azioni delle SS nelle carceri della Gestapo di Verona, di Bolzano, di Monaco e nei campi di sterminio di Dachau e Auschwitz dove è stato deportato.

.Mino Micheli, “I vivi e i morti”, Milano, Mondadori, 1967.

Testimonianza autobiografica. Nato a Leno (Brescia), militante socialista deportato a Mauthausen nel novembre 1944. Nel libro restituisce soprattutto la memoria dei compagni scomparsi nel campo, e di chi è sopravvissuto (come Bruno Vasari) con l’esplicito intento di tramandarne il ricordo.

1968

Giannantonio Agosti, “Nei Lager vinse la bontà. Memorie dell’internamento nei campi di eliminazione tedeschi”, Milano, Edizioni Missioni estere dei Padri Cappuccini, 1968.

Testimonianza autobiografica di padre Giannantonio Agosti, dal carcere milanese di San Vittore deportato a Bolzano e quindi a Flossenburg, Zwickau, Dachau. Libro reperibile integralmente in rete all’indirizzo http://www.deportati.it/agosti.html

.Terenzio Magliano, “Mauthausen, cimitero senza croci”, Torino, Ages, 1968.

Testimonianza autobiografica. Terenzio Magliano, partigiano a Torino nelle brigate Matteotti, arrestato dalle SS e detenuto all’Albergo Nazionale e alle carceri Nuove di Torino, deportato a Mauthausen come Schutzhäftlinge (prigioniero per motivi di sicurezza), numero di matricola 53416, e poi trasferito nei sottocampi di Gusen I e Gusen II, scampato per miracolo allo sterminio finale dei nazisti, grazie ad un malfunzionamento della camera a gas. Descrive la vita nel Lager e i postumi psicologici durati anni.

1969

.Libero Accini, “Organizzazione Bianco. Missione speciale in Liguria (1944)”, Milano, Mursia, 1969.   [VA]

Testimonianza autobiografica di lotta partigiana in Liguria con l’”Organizzazione Bianco”, missione del Governo militare alleato per collegare il Sud e la Liguria ed organizzare audaci azioni di sabotaggio. Memorie sulla sorte di molti partigiani finiti nei campi di prigionia (in particolare a Dachau).

.Vincenzo e Luigi Pappalettera, “La parola agli aguzzini: le SS e i Kapò di Mauthausen svelano le leggi del lager”, Milano, Arnoldo, Mondadori, 1969 (Seconda edizione: Milano, Mursia, 1979).   [NO-VA-SO]

Che uomini erano le SS e i Kapò addetti ai Lager? Come poterono infierire così spietatamente su dei prigionieri inermi? Come giustificarono a guerra finita i loro delitti? Pagarono il loro debito con la giustizia? Ciò che è accaduto può succedere ancora? Redatta sulla scorta di una ricchissima documentazione raccolta in tutta Europa e perfino in America, quest’opera permette finalmente di ascoltare quasi “in diretta” le voci dei carnefici di Mauthausen e di altri campi di sterminio nazisti. Dai verbali dei processi ai criminali di guerra e dalle bocche di moltissimi “rispettabili cittadini” oggi, ma SS e Kapò durante la guerra.

.Catherine Roux, “Triangolo rosso (Triangle rouge)”, France-Empire, 1969 (Seconda edizione: Ferni, 1980).

Il libro è sviluppato al femminile: scritto da una donna, riporta testimonianze di deportate dalle prigioni francesi di Fresnes e Romainville ai campi di lavoro forzato della Germania nazista e della Cecoslovacchia occupata.

1970

.Filippo Acciarini (a cura di Maria Chiara Acciarini), “Autobiografia di un socialista. Da Torino a Mauthausen”, Roma, Silva Editore, 1970.

Biografia di Filippo Acciarini, contenente un frammento di testimonianza autobiografica. Nato nel 1888 a Sellano (Perugia) da famiglia originaria di Recanati, socialista fin da giovanissimo, si candidò alle elezioni del 1924, nel 1943 divenne membro del CLN piemontese, direttore dell’Avanti clandestino, organizzatore dello sciopero generale del 1° marzo 1944. Acciarini fu arrestato dalle SS e imprigionato a Torino, poi trasferito a Milano nel carcere di S.Vittore, da lì portato a Fossoli (Carpi) e deportato a Mauthausen dove il 1 marzo 1945 all’età di 58 anni morì di stenti e di freddo.

.Berto Perotti, “Tra littorio e svastica. Lungo viaggio sotterraneo attraverso due fascismi: memorie dell’altro asse”, Firenze, La Nuova Italia, 1970.

Raccolta di saggi sulla Resistenza e sul nazismo. Nel capitolo “Il vagone”, l’autore, membro del CLN veronese e deportato politico, racconta la propria esperienza nel campo di Bolzano. (Per ulteriori dati anagrafici vedi Berto Perotti, “Inferriate: una testimonianza”, Milano, La quercia, 1948).

1971

.Christian Bernadac, “Ravensbrück, il lager delle donne”, Ginevra, Ferni, 1971 (Seconda edizione: Milano, Pgreco, 2013).

Ventotto episodi, narrati dalle protagoniste.

.Osiride Brovedani, “Da Buchenwald a Belsen. L’inferno dei vivi. Memorie di un deportato”, Trieste, Grafad, 1971.   [VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Triestino, proprietario della Fissan, arrestato per la sua attività di antifascista. Internato politico a Buchenwald, Belsen e Dora, il più spietato tra i lager nazisti dove, in tunnel interminabili scavati nella roccia, i prigionieri, tra cui internati militari, erano costretti a lavorare senza sosta alla fabbricazione delle armi segrete V2.

.Aldo Carpi, “Diario di Gusen: lettere a Maria. Con 75 disegni dell’autore” a cura di Pinin Carpi, Milano. Garzanti Editore,1971 (seconda edizione: “Diario di Gusen”, Torino, Einaudi, 1983).   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Diario scritto di nascosto durante la prigionia a Gusen sotto forma di lettere alla moglie Maria, forse l’unico diario uscito da un lager nazista. Aldo Carpi è stato incarcerato a San Vittore a Milano e da lì deportato a Mauthausen e Gusen I.

.DOXA (per conto dell’ANED), “Un mondo fuori dal mondo. Indagine DOXA fra i reduci dai campi nazisti”, Firenze, La Nuova Italia, 1971.

.Guerino Lorenzoni, “Ovunque andrai, ritornerai”, Morbegno, Mattei, 1971.

Testimonianza autobiografica sotto forma di diario di Guerino Lorenzoni, nato a Luchsingen (Cantone di Glarona, Svizzera) nel 1915. Arrestato per la sua attività partigiana il 24 novembre 1944 a Morbegno in Valtellina, viene deportato nei campi di sterminio nazista di Mauthausen e Gusen. Dopo la liberazione, avvenuta nel 1945, torna in patria e viene ricoverato prima all’ospedale di Sondrio, poi di Lecco. In ospedale scrive gli appunti su cui è basato il libro.

.Giovanni Melodia, “La quarantena: gli italiani nel Lager di Dachau”, Milano, Mursia, 1971.   [NO-VA]

Testimonianza autobiografica dei primi giorni del suo soggiorno a Dachau. Per ulteriori dati anagrafici vedi Giovanni Melodia, “La resistenza nel Lager di Dachau”, Roma, ANED (Associazione Nazionale Ex Internati), 1964

.Silvio Riboldi, “Un triangolo di stoffa”, Lissone, Mariani, 1971.

Un uomo semplice, mosso da un ideale di libertà, si ribella all’oppressione nazi-fascista: arrestato, viene incarcerato prima nella Villa Reale di Monza, poi trasferito a Fossoli e deportato a Mauthausen.

1973

.Vincenzo Pappalettera (a cura di), “Nei lager c’ero anch’io. Le testimonianze dei reduci dai campi di sterminio”, Milano, Mursia, 1973.   [NO-VA-SO]

Lettere, racconti e ricordi di ex-deportati di molti paesi, ma anche deposizioni rese da ufficiali e sottufficiali delle SS in servizio nei lager, nel corso dei vari processi svoltisi dopo la guerra. Sono i documenti raccolti da Vincenzo Pappalettera, egli stesso deportato politico sopravvissuto a Mauthausen. Voci diverse che formano non solo un quadro di orrore raggelante, come ci si potrebbe aspettare, ma anche una testimonianza di umana solidarietà e fratellanza.

1974

.Teresa Noce, “Rivoluzionaria professionale. la storia del P.C.I. nella vita appassionata di una donna”, Milano, La Pietra, 1974.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica: i primi approcci col partito socialista, la lotta antifascista, il carcere, la deportazione a Ravensbrück, il difficile dopoguerra. Per ulteriori dati anagrafici vedi Teresa Noce, “…ma domani farà giorno”, Milano, Cultura Nuova Editrice, 1952).

.Gino Valenzano e Franco Torriani, “Combustibile uomo”, Torino, Casa Editrice MEB, 1974 (Seconda edizione: Carrù (CN), Stamperia Ramolfo, 2002).

Testimonianza autobiografica. Gino Valenzano l’8 settembre entra nella Resistenza a Torino, in ottobre si sposta a Roma dove viene arrestato col fratello Piero. Detenuto a Roma in via Tasso e a Regina Coeli, deportato a Dachau e subito trasferito a Mauthausen con Piero e al sottocampo di Schwechat. Il libro è scritto in collaborazione col giornalista Franco Torriani.

1975

.Alberto Caracciolo, “Teresio Olivelli”, Brescia, La Scuola, 1975.   [SO]

Biografia di Teresio Olivelli. Per i dati anagrafici vedi Luigi Dughera, “Teresio Olivelli”, Milano, Edizioni Paoline, 1950.

.Piero Caleffi, “I deportati politici in Italia”, Milano, Feltrinelli, 1975.

Lezione tenuta all’Università Cattolica di Milano dall’Autore, ex-deportato politico.

.Lionello Morsiani, “Verso Dachau. Diario di prigionia”, Casalfiumanese, Liton, 1975 (Seconda edizione: Imola, Tipolitografia Fanti, 1988).

Testimonianza autobiografica. Nato a Imola, sottotenente catturato in Jugoslavia e deportato come contestatore politico a Dachau, ha riportato dal campo un piccolo fascio di carte (lettere, documenti, qualche fotografia) e un diario: queste pagine sono il suo diario.

.Antonio Scollo, “I campi della demenza”, Milano, Vangelista, 1975.   [NO-SO]

Testimonianza autobiografica. Catturato a diciassette anni in Valsassina dai fascisti poco dopo aver raggiunto i partigiani in montagna, è incarcerato a San Vittore a Milano e deportato nei lager di Bolzano, Flossenbürg, Kamenz, Dachau.

1976

.Vincenzo Pappalettera, “Ritorno alla vita. I sopravvissuti dei Lager nel dopoguerra italiano”, Milano, Mursia, 1976.   [NO-VA-SO]

Tre sopravvissuti del Lager di Mauthausen affrontano le difficoltà del dopoguerra sforzandosi di reinserirsi nella vita civile. E’ scritto come romanzo ma è cronaca e storia del dopoguerra, scritto con lo stesso stile di “Tu passerai per il camino” (1965), di cui è il seguito ideale.

1978

.AA. VV., “Dallo squadrismo fascista, alle stragi della Risiera”, Trieste, ANED, 1978.   [NO]

Storia dell’antifascismo nella Venezia Giulia, fino alla vicenda della Risiera di San Sabba, il KZ nazista nei sobborghi di Trieste.

.Lidia Beccaria Rolfi e Anna Maria Bruzzone, “Le donne di Ravensbrück. Testimonianze di deportate politiche italiane”, Torino, Einaudi, 1978.   [NO-VA-SO]

Testimonianze autobiografiche di cinque deportate politiche a Ravensbrück. Lidia Beccaria Rolfi, Bianca Paganini Mori, Livia Borsi e le due sorelle Lina e Nella Baroncini raccontano la loro esperienza di deportate, coperte di stracci, divorate dai pidocchi, piagate dall’avitaminosi, sfinite dalla denutrizione, dalle botte, dai bestiali turni di lavoro, sporche, lacere, senza denti.

.Fania Fanelon, “Ad Auschwitz c’era un’orchestra”, Firenze, Vallecchi, 1978.

Testimonianza autobiografica. Ebrea francese, amava dire che fu deportata deportata ad Auschwitz-Birkenau a 20 anni non perché ebrea, ma perché membro della Resistenza e comunista. Poiché sapeva cantare e suonare il pianoforte, entrò a far parte dell’ orchestra femminile del campo, l’unica orchestra femminile mai esistita in tutti i campi di concentramento della Germania e dei territori occupati, composta da 47 prigioniere, con il compito di accompagnare le detenute al lavoro, “accogliere” ogni nuovo arrivo di deportati e suonare per gli ufficiali SS ogni qualvolta lo richiedessero.

.Annibale Visconti, “Non voglio più essere un numero: 126491”, Parma, Grafiche STEP Cooperativa, 1978.

Testimonianza autobiografica. Raccolta di poesie in parte sulla deportazione a Mauthausen (matricola 126491).

1979

.Maria Arata Massariello, “Il ponte dei corvi: diario di una deportata a Ravensbrück”, Milano, Mursia, 1979.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Insegnante e partigiana nel Milanese, venne rinchiusa nel carcere milanese di San Vittore, poi deportata a Bolzano e Ravensbrück.

.Giovanni Melodia, “Sotto il segno della svastica: gli italiani nel lager di Dachau”, Milano, Mursia, 1979.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica sul Lager di Dachau, proseguimenti di “La quarantena” del 1971. Deportato politico, per ulteriori dati anagrafici vedi Giovanni Melodia, “La resistenza nel Lager di Dachau”, Roma, ANED (Associazione Nazionale Ex Internati), 1964.

1980

.Nando Amiconi, “Le sbarre”, Milano, Vangelista, 1980.

Testimonianza autobiografica. Si ricostruisce qui la giornata del carcerato. Nato a Avezzano il 24 luglio 1910, arrestato per l’attività antifascista nel 1939 e recluso a San Gimignano. Nel 1943, una volta fuori dal carcere, organizzò nei vari comuni della Marsica dei gruppi di resistenza. Catturato dalle SS a Morrea nel febbraio 1944, fu internato nel lager di Madonna della Stella, presso Sora. Sfuggì alla pena di morte grazie alle sue false generalità.

.ICSML Istituto Comasco per la Storia del Movimento di Liberazione (a cura di), “Comaschi nei Lager, per la libertà”,Como, ed. Amministrazione Provincia di Como, 1980.

Elenco e storie di comaschi che si sono battuti nell’antifascismo e nella Resistenza e sono stati deportati nei Lager.

.Piero Maieron “Pino” (a cura del Comune di San Vito al Tagliamento), “Gli “Untermenschen” (i sotto-uomini). Pagine di vita vissuta nei campi di sterminio nazisti: I 69560”, Udine, Grafiche Fulvio SpA, 1980 (Seconda edizione: Pordenone, Sartor, 1992).   [NO]

Testimonianza autobiografica del giovanissimo partigiano nativo di Paluzzo (Carnia) deportato nel campo di sterminio di Flossenbürg e poi Dachau.

1981

.Ferruccio Belli, “I deportati pavesi nei Lager nazisti”, Pavia, Amministrazione Provinciale di Pavia, 1981.

Ricerche, documentazioni, testimonianze sulla Resistenza e la deportazione nel pavese, con un elenco nominativo. Lo stesso Ferruccio Belli, facente parte del CLN di Pavia venne arrestato l’8 gennaio 1944 e deportato.

.Giuseppe (Pino) Zorzin, “Dalla tuta blu, ai campi di sterminio: ricordi di un deportato”, Ronchi dei Legionari, ANPI, 1981.

Testimonianza autobiografica. Partigiano della “Brigata proletaria”, arrestato dalle SS su delazione, deportato in vari campi di concentramento tra cui Dachau.

1982

.AA. VV. (a cura dell’ANED), “Bibliografia della deportazione”, Milano, Mondadori, 1982.   [NO-SO]

Bibliografia delle pubblicazioni in lingua italiana sull’argomento: uno strumento d’informazione ad uso delle commissioni per gli acquisti delle biblioteche e ad uso degli insegnanti.

.Erino D’Agostini, “Dalla montagna a Dachau. Testimonianza di un prete italiano 1943-1945”, Udine, Pellegrini, 1982 (Seconda edizione “Un prete a Dachau”, Morganti Editori, 2012).

Testimonianza autobiografica. Don Erino D’Agostini, cappellano partigiano a Canal di Grivò della Divisione Garibaldi “Natisone” con il nome di battaglia “UNIO”, arrestato e carcerato in via Spalato a Udine e deportato a Dachau.

.Franco Varini, “Un numero, un uomo”, Milano, Vangelista, 1982.

Testimonianza autobiografica. Diciassettenne partigiano nella quinta brigata Otello Bonvicini divisione di Bologna, arrestato su delazione, incarcerato in via S. Chiara a Bologna, deportato a Fossoli, Bolzano, Dachau, Kotten e Flossenbürg.

1983

.Arturo Benvenuti (a cura di), “KZ: disegni dai campi di concentramento nazifascisti. Arte come testimonianza”, Treviso, Cassa di Risparmio della Marca trevigiana, 1983.

Il volume raccoglie disegni a matita, a inchiostro, a china, eseguiti da internati e deportati durante la prigionia o nel periodo immediatamente successivo.

.Milovan Bressan, “Tauglich! Una storia che non si deve dimenticare”, Trieste, Edizioni Italo Svevo, 1983.

Testimonianza autobiografica, collocata su uno sfondo di carattere storico. Arrestato dalle SS a Udine, per attività partigiana. Carcerato presso Cividale (UD), in un Campo di concentramento e a Tolmezzo (UD), nelle prigioni. Deportato a Dachau, a Buchenwald, a Schönberg (sottocampo di Natzweiler), ad Allach (sottocampo di Dachau).

.Roberto Camerani, “Il viaggio”, Cernusco sul Naviglio, ANED e Assessorato alla Cultura del Comune di Cernusco sul Naviglio, 1983 (Seconda edizione: Cologno Monzese, T.G.M., 1996).   [VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Giovane antifascista della Resistenza milanese, nel dicembre del 1943 viene arrestato dai tedeschi e carcerato a Milano a San Vittore, deportato, prima nel campo di Mauthausen, poi nel sottocampo di Ebensee.

.F. Frasconi e A. Rosselli, “Renzo Frasconi la scelta”, Firenze, s.e., 1983.

Biografia di Renzo Frasconi, militante nella Resistenza toscana, operaio della Pignone, deportato dal carcere di Firenze con il trasporto dell’8 marzo 1944 come rappresaglia per la partecipazione agli scioperi del 4 marzo, inviato a Mauthausen e poi a Gusen I, dove morì l’11 febbraio 1945.

.Giampiero Landi, “Teresio Olivelli. Un progetto di vita”, Milano, Massimo, 1983.

Biografia di Teresio Olivelli. Per i dati anagrafici vedi Luigi Dughera, “Teresio Olivelli”, Milano, Edizioni Paoline, 1950.

1984

.Pietro Arcangeli, “Un prete “galeotto”: quarantennio della cattura e della liberazione, Foligno1944-1984”, Foligno, Co.Gra.Fo., 1984.

Testimonianza autobiografica. Parroco nel Folignate, venne arrestato e deportato a Nordlingen (Dachau) e Klessheim.

.Antonio Falanga, “Scampoli di vita a pezzi e briciole e qualche coriandolo colorato”, Milano, ECER, 1984.   [SO]

Testimonianza autobiografica in versi, poesie in dialetto milanese con testo a fronte, che tra gli eventi più importanti della vita trattano la deportazione. Arrestato a Valduggia (Vc), deportato a Mauthausen e successivamente trasferito al sottocampo di Gusen.

1985

.Sergio Coalova, “Un partigiano a Mauthausen: la sfida della speranza”, Cuneo, L’Arciere, 1985.

Testimonianza autobiografica sulla sua esperienza di partigiano, la cattura nel marzo del 1944, la detenzione alle Nuove di Torino, poi a Fossoli, quindi a Bolzano, infine deportato a Mauthausen.

.Mario De Micheli (a cura di), “La memoria dell’immagine. Artisti italiani nei campi di sterminio nazisti”, Milano, Electa, 1985.

Agostino Barbieri, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Aldo Carpi, Zoran Music, Carlo Slama hanno fissato sulla carta nel corso della loro deportazione l’immagine di ciò che avveniva attorno a loro nei campi di concentramento.

1986

.Lodovico Barbiano di Belgiojoso, “Non mi avrete”, Venezia, Edizioni del Leone, 1986.   [NO-VA-SO]

Raccolta di poesie scritte tra il 1940 ed il 1986, di cui 16 scritte nel 1944-1945 e riguardanti l’esperienza dell’autore nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen.

.Anna Bravo e Daniele Jalla (a cura di), “La vita offesa. Storia e memoria dei lager nazisti nei racconti di duecento sopravvissuti”, Milano, Franco Angeli, 1986.   [NO-VA-SO]

Questo volume presenta un’ampia antologia (200 interviste) di storie di vita di ex-deportati nei lager nazisti residenti in Piemonte, non solo limitatamente al periodo dell’internamento, ma anche sul periodo precedente e quello successivo.

.Federico Cereja e Brunello Mantelli, “La deportazione nei campi di sterminio nazisti. Studi e testimonianze”, Milano, Franco Angeli, 1986.   [NO-VA]

Dalla somma di esperienze di 220 ex deportati emerge un’immagine della deportazione assai diversa da quella comunemente nota: lungi dall’essere destino riservato a categorie ben precise (l’ebreo, il partigiano), essa diventa una possibilità incombente su chiunque non fosse fino in fondo allineato con il “Nuovo Ordine” voluto dal fascio e dalla croce uncinata.

.Alfio Dini, “La notte dell’odio”, Livorno, Nuova Fortezza, 1986.

La commovente ricostruzione dei rastrellamenti che i fascisti fecero la notte dell’8 marzo 1944 a Montelupo Fiorentino come risposta agli scioperi del 4 marzo nelle vetrerie della zona con la successiva deportazione di 21 cittadini nei campi di concentramento di Gusen, Mathausen, Ebensee: di questi solo 5 fecero ritorno a casa.

.Carlo Lisa (a cura di), “Eo Baussano. Diario 1903-1946”, Asti, Istituto Storico della Resistenza di Asti, Tipografia S. Giuseppe, 1986.

Biografia e testimonianza autobiografica dell’astigiano Eo Baussano. Nel volume, oltre al Diario di Eo Baussano, vengono pubblicati alcuni suoi disegni sull’esperienza concentrazionaria. Attivo antifascista, nel 1923 dovette riparare in Francia, dove nel 1940 venne arrestato a Parigi per “propaganda comunista”, incarcerato nelle prigioni parigine della Santé, poi a Fresnes, a Fontamor e nel campo di concentramento di Compiègne. Deportato a Mauthausen, Punsen, Gusen I e Gusen II.

.Primo Levi, “I sommersi e i salvati”, Torino, Einaudi, 1986.   [NO-VA-SO]

Ultimo lavoro dell’autore, partigiano in Valle d’Aosta ma deportato in quanto ebreo. E’ un’analisi dell’universo concentrazionario che l’autore compie partendo dalla personale esperienza di prigioniero del campo di sterminio nazista di Auschwitz ed allargando il confronto ad esperienze analoghe della storia recente, tra i cui i gulag sovietici. Analizza con distacco la sua esperienza, chiedendosi perché le persone si siano comportate in quel modo ad Auschwitz e perché alcuni siano sopravvissuti e altri no. In particolare estende la sua analisi a quella che definisce “zona grigia”, rappresentata da quegli ebrei che si erano prestati a lavorare per i Tedeschi controllando gli altri prigionieri nei campi di concentramento.

.Raffaele (Ferruccio) Maruffi, “Codice Sirio. I racconti del Lager”, Casale Monferrato (AL), Piemme, 1986 (Seconda edizione: Trofarello, Edizione a cura dell’Autore, 1992. Terza edizione: Carrù, Stamperia Ramolfo Editrice, 2003).

Testimonianza autobiografica. Entra nella Resistenza nella II divisione Garibaldi attiva in valle di Lanzo. Arrestato nel corso di un rastrellamento, è detenuto a Lanzo (TO) e a Torino alle carceri Nuove poi a Bergamo, deportato  a Mauthausen come Schutzhäftlinge (prigioniero per motivi di sicurezza), matricola 58973, poi nei sottocampi di Gusen I (dove lavora alla costruzione di Gusen II), Schwechat e Floridsdorf (Vienna), è trasferito nuovamente a Mauthausen e infine a Gusen II.

.Paolo Risso, “Un domenicano a Dachau. Profilo biografico di Padre Giuseppe Girotti”, Bologna, ESD, 1986.

Biografia di Giuseppe Girotti, nato ad Alba (Cuneo), sacerdote, all’insaputa dei suoi superiori, diventa il centro di un vasta rete di sostegno a favore dei partigiani e soprattutto degli ebrei. Tradito, il 29 agosto 1944 è imprigionato a Torino nel carcere Le Nuove. Trasferito a Milano nel carcere di San Vittore, quindi nel lager di Gries a Bolzano e infine, il 5 ottobre 1944, a Dachau, baracca 26. Muore in infermeria il giorno di Pasqua, 1° aprile 1945. Insignito dell’onorificenza israeliana di “Giusto tra le nazioni” e il 28 marzo 2013 papa Francesco ne ha autorizzato il decreto di beatificazione.

1987

.Michele Di Sabato, “Il sacrificio di Prato sull’ara del Terzo Reich”, Editrice Nuova Fortezza, 1987.

Prato, 4marzo 1944: in seguito agli scioperi generali centinaia di cittadini vengono incarcerati nella fortezza di Prato e quindi alle Scuole Leopoldine a Firenze e deportati a Mauthausen. Uno dei più giovani scioperanti fu Roberto Castellani, di 17 anni, deportato a Mauthausen come prigioniero politico, matricola 57027 e trasferito già dopo 15 giorni con la maggioranza dei suoi compagni ad Ebensee.

.Otello Giannini, “Tredici nomi in un cappello”, Milano, Mediolanum Editori Associati, 1987.

Nelle retrovie del fronte di Cassino operarono alcuni battaglioni di lavoratori militarizzati italiani, subordinati ai comandi della Wehrmacht. Quasi tutti erano ragazzi delle classi 1924 e 1925 e su 848 sottufficiali e uomini a fine dicembre 1943 ben 324 avevano già disertato. Nel dicembre 1943, tra Aquino e Frosinone, il camion sul quale stavano viaggiando tredici reclute fuggitive fu fermato ad un posto di blocco, tre vennero fucilate (insieme ad altri civili) e dieci deportate nei campi di sterminio in Germania. Otello Giannini venne deportato a Dachau.

.Pierantonio Gios, “Dal soccorso ai prigionieri inglesi ai campi di sterminio tedeschi. Le testimonianze dei padovani don Giovanni Fortin e Milena Zambon”, Padova, Associazione Volontari della Libertà, 1987.

Un sacerdote arrestato per aver accolto in canonica prigionieri inglesi evasi e deportato a Dachau. Una ragazza dell’Azione Cattolica che ha favorito l’espatrio di prigionieri alleati e perseguitati politici, deportata a Bolzano e poi Ravensbrük.

.Bruno Vasari, “A ciascuno il suo”, Roma, FIAP, 1987.

Biografia, ricostruita attraverso lettere, testimonianze, frammenti di diario, dell’amico Luigi Cosattini, nato a Udine, entrato nelle file dei partigiani operanti in Toscana, passò poi a svolgere attività di propaganda e di collegamento in Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna. Arrestato ad Udine il 27 febbraio 1944, imprigionato nel carcere del Coroneo a Trieste e sottoposto a pesanti interrogatori, deportato nel lager di Buchenwald e poi nel sotto-campo di Ascherleben, dove rimase sino all’aprile del ’45 e morì durante la marcia di evacuazione.

.Alfredo Zanardelli, “Taccuino del lager KZ. Testimonianze” Brescia, ANED, 1987.

Testimonianza autobiografica, dalla cattura alle diverse tappe della deportazione a Bolzano, Dachau e Bad Gandersheim. Il testo, scritto durante il periodo della detenzione come appunti su un taccuino che fu poi fortunosamente ritrovato, include elenchi di deportati e deportate bresciani nei campi di sterminio in Germania e in Austria.

1988

.ANED e Consiglio Regionale del Piemonte (a cura di), “Storia vissuta. Dal dovere di testimoniare alle testimonianze orali della storia della seconda guerra mondiale”, Milano, Franco Angeli, 1988.   [SO]

Atti di un convegno internazionale tenutosi a Torino nel novembre 1986. Contributi di A. Agosti, E. Alberton, A. M. Ariotti, L. Bertone, E. Bruck, A. M. Bruzzone, G. Cerchio, E. Collotti, L. Davite, G. Fassino, E. Forcella, V. E. Giuntella, M. Goldstein, G. Guderzo, M. Isnenghi, D. Jalla, H. Langbein, P. Levi, L. Marchiaro, F. Maruffi, G. Morgando, G. Quazza, A. Todros, A. Viglione.

.Giovanni Melodia, “Di là da quel cancello: i vivi e i morti nel lager di Dachau”, Milano, Mursia, 1988.   [NO-SO]

Testimonianza autobiografica sulla sua esperienza a Dachau, rivissuta quasi giorno per giorno. Questo libro riunisce i due volumi “La quarantena” del 1971 e “Sotto il segno della svastica” del 1979. Antifascista e deportato politico; per i dati anagrafici vedi Giovanni Melodia, “La resistenza nel Lager di Dachau”, Roma, ANED (Associazione Nazionale Ex Internati), 1964.

.Valerio Morello, “Morire per i fratelli maggiori. Una vita nella carità fino al martirio. Padre Giuseppe Girotti O.P. (Alba 1905 – Dachau 1945), Bologna, ESD, 1988 (Seconda edizione con appendici: 1995. Terza edizione: Alba, Colle della Resistenza, 2005).

Biografia di Giuseppe Girotti, deportato a Gries (Bolzano) e Dachau. Libro disponibile anche in formato elettronico su CD. Per ulteriori note biografiche vedi Paolo Risso, “Un domenicano a Dachau. Profilo biografico di Padre Giuseppe Girotti”, Bologna, ESD, 1986.

.Adolfo Scalpelli (a cura di), “San Sabba: istruttoria e processo per il Lager della Risiera, Milano, Mondadori – ANED ricerche, 1988 (Seconda edizione: Trieste, Lint, 1996).   [NO-VA-SO]

Superando difficoltà di ogni genere l’ANED e l’Unione delle Comunità Ebraiche sono riuscite a portare sul banco degli accusati i criminali che hanno gestito l’unico campo di sterminio nazista in Italia.

1989

.ANED-SEZIONE RONCHI DEI LEGIONARI (a cura di), “La deportazione nei KZ dalla sinistra dell’Isonzo 1943/1945”, Tricesimo, Tipografia artigiana Saccardo, 1989.

Raccolta di testimonianze di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti negli anni 1943-1944 appartenenti ad una delle zone maggiormente colpite dalla deportazione, cioè quella dei comuni a sinistra dell’Isonzo (Gorizia, Savogna, Sagrado, Fogliano, San Pier d’Isonzo, San Canzian, Turriaco, Staranzano, Doberdò Ronchi, Monfalcone e Grado).

.Alberto Berti, “Viaggio nel pianeta nazista: Trieste – Buckenwald – Langenstein”, Milano, Franco Angeli, 1989.   [VA]

Testimonianza autobiografica. Subito dopo l’8 settembre ’43 è partigiano in Istria e poi a Trieste con i nuclei di Giustizia e Libertà creati dal Partito d’Azione. Arrestato è incarcerato a Trieste e deportato prima a Buchenwald e poi nel Lager di Langenstein-Zwieberge, dove ha annotato su 320 foglietti occultati una breve cronaca della propria esperienza. Numerose testimonianze e documenti arricchiscono il racconto. In appendice l’elenco degli Italiani morti e sopravvissuti del campo di Zwieberge (Langenstein).

.Vittorio Bocchetta, “Spettri scalzi della Bra”, Verona, Bertani, 1989 (Seconda edizione: Melegnano, Montedi, 1995).

Testimonianza autobiografica. Membro del CLN veronese, viene arrestato il 4 luglio 1944. In quei giorni sono anche arrestati quasi tutti i componenti del gruppo. Detenuto nelle casermette di Montorio Veronese poi a Verona nel carcere degli Scalzi e poi nelle celle ricavate nei sotterranei del palazzo dell’INA diventato sede del SD (il servizio segreto delle SS). Trasferito al campo di transito di Bolzano, nel blocco E (prigionieri politici considerati più pericolosi). Deportato a Flossenbürg, al sottocampo di Hersbruck. Durante una delle tappe della marcia forzata di evacuazione, in prossimità di Schmidmühlen, riesce a fuggire e si abbandona privo di sensi a Hohenfels di fronte al reticolato di un campo di prigionieri di guerra alleati (lo Stalag 383), lasciato ormai praticamente incustodito dai tedeschi.

.Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, “Una storia di tutti. Prigionieri, internati, deportati italiani nella seconda guerra mondiale”, Milano, Franco Angeli, 1989.

.Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

Biografia di Giovanni Palatucci, nato a Montella (Avellino), giovane funzionario di polizia, dirigente dell’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, sceglie di “disubbidire” e, distruggendo archivi e procurando documenti falsi, riuscirà a salvare almeno cinquemila tra profughi, ebrei, perseguitati e oppositori del regime. Entrato nel C.L.N. fiumano con il nome di dott. Danieli, arrestato da Herbert Kappler (SS), incarcerato a Trieste e torturato, deportato nel lager di Dachau (matricola 117826), dove morirà a 36 anni. Medaglia d’Oro al merito civile alla memoria, Medaglia d’Oro alla memoria dall’Unione delle Comunità Israelitiche d’Italia, lo Stato di Istraele lo ha riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” ed è in corso la Causa di Beatificazione da parte della Chiesa, che lo annovera tra i martiri del XX Secolo. Su di lui è stata prodotta e trasmessa dalla RAI la miniserie TV “Senza confini”, regia di Fabrizio Costa (2001).

1990

.Agostino Barbieri, “Un cielo carico di cenere”, Brescia, 1990.

Testimonianza autobiografica. Ex tenente dell’esercito italiano, divenne nella Resistenza uno dei comandanti di spicco della Missione Militare R.Y.E. avente base nella canonica di Tarmassia, nel veronese, con scopi informativi e di sabotaggio. Carcerato a Verona e deportato a Mauthausen.

.Bortolo Brogliato, “I gironi dell’inferno. Auschwitz-Birkenau”, Vicenza, Tipo-litografia F.lli Fiorin, 1990.

Ricostruzione nelle testimonianze dei sopravvissuti.

.Antonino Garufi (introduzione e note al testo di Felice Rappazzo), “Diario di un deportato. Da Dachau a Buckenwald, comando Ohrdruf”, Palermo, Gelka, 1990.   [NO-VA]

Testimonianza autobiografica parzialmente in dialetto siciliano (il testo, corredato di note, è stato trascritto fedelmente, con tutti gli errori di ortografia, grammatica e sintassi, mantenendo altresì tutte le omissioni, in particolare quelle di punteggiatura). Nato a Giarre (Catania), dopo l’8 settembre partigiano nella brigata Osoppo nella Carnia e nel Friuli Orientale. Arrestato dai nazifascisti a Faedis nel settembre del 1944, dopo la detenzione a Udine fu deportato prima a Buchenwald e poi nel lager di Dachau.

.Ernesto Maggio, “Le icone di Rudy”, Torino, Edizioni Anthropos, 1990.

Testimonianza autobiografica scritta in terza persona. Ernesto Gabriele Lorenzo Maggio nacque ad Alia (provincia di Palermo), trasferitosi a Torino sposa la coetanea ebrea Helen. Partigiano combattente nei GAP della Resistenza piemontese, viene arrestato su delazione. Incarcerato, scopre che anche Helen, incinta, è stata rinchiusa nella stessa prigione. Inviati entrambi a Bolzano, Helen sarà deportata a Berger-Belsen dove morirà ed Ernesto deportato ad Auschwitz (fuggito durante il trasporto e ricatturato dopo tre giorni). Insignito della Croce al Merito di Guerra e del Diploma di Onore quale combattente per la libertà d’Italia

.Paolo Rizzi (a cura di), “Teresio Olivelli pane spezzato per gli uomini”, Vigevano, Edizioni E.O.R., 1990.

Biografia di Teresio Olivelli. Per i dati anagrafici vedi Luigi Dughera, “Teresio Olivelli”, Milano, Edizioni Paoline, 1950.

.Franz Thaler, “Dimenticare mai: opzioni, campo di concentramento di Dachau, prigioniero di guerra, ritorno a casa”, Bolzano, Edition Raetia, 1990.

Testimonianza autobiografica. Nato a Sarentino (Alto Adige), antifascista, nonostante la sua cittadinanza italiana viene chiamato alle armi dalla Wehrmacht. Inizialmente si nasconde dai nazisti ma, temendo rappresaglie contro la sua famiglia, si consegna. Viene condannato e deportato a Dachau e poi Hersbruck (un lager secondario del campo di Flossenbürg).

1991

.ANED e Consiglio Regionale del Piemonte (a cura di), “La circolare Pohl (30 aprile 1942). L’annientamento dei deportati politici nei Lager nazisti attraverso il lavoro ‘Vernichtung durch Arbeit’”, Milano, Franco Angeli, 1991.

Atti della tavola rotonda del 21 febbraio 1989 a Torino sulla “circolare Pohl” che conteneva gli ordini per i comandanti dei Lager relativi all’impiego della manodopera che doveva essere sfruttata fino a consumarne tutte le forze. Con cinque interviste sul lavoro forzato dei deportati.

.Guido Argenta, “Deportazione e schiavismo nazista. Aspetti, considerazioni, testimonianze”, Cavallermaggiore (CN), Gribaudo, 1991.

Memorie e considerazioni storiche sulla deportazione, cui si aggiunge la testimonianza autobiografica dell’autore, comandante di un distaccamento garibaldino. Catturato in combattimento il 6 dicembre 1944 nei pressi di Costigliole d’Asti, viene portato alle Nuove di Torino. Trasferito al campo di Bolzano, viene deportato al Lager di Mauthausen e nei sottocampi di Grein e di Gusen 2.

.Vittorio Bellini, “La prova. Militari italiani nei lager nazisti”, Monza, Viennepierre Edizioni, 1991.

Quarantaquattro ufficiali di complemento, per essersi rifiutati di aderire alla RSI e di lavorare per la guerra dei nazisti, vengono trasferiti in un campo di punizione come deportati politici.

.Andrea Gaggero, “Vestìo da omo”, Firenze, Giunti, 1991.   [NO-VA]

Testimonianza autobiografica. Medaglia d’argento della Resistenza. Sacerdote, dopo l’8 settembre partecipa alla costituzione del Comitato di Liberazione della Liguria ed inizia a svolgere l’attività partigiana. Nel giugno del 1944 viene arrestato,  trasferito alla questura di Genova subisce 40 giorni di interrogatori e torture, senza mai parlare. Deportato a Bolzano e poi a Mauthausen, dove verrà contattato dall’organizzazione clandestina interna, diretta da Giancarlo Pajetta, ed entrerà a farne parte. Dopo la Liberazione si avvicinerà al Partito Comunista Italiano, verrà eletto membro del Consiglio Mondiale dei Partigiani della Pace e, per questo, processato dal Sant’Uffizio che lo riduce allo stato laicale.

.Giorgio Longo, “Io sono tutto un dono”, Roma, AVE, 1991.

Biografia di Antonio Elia Giuseppe Seghezzi, sacerdote e partigiano. Per i dati anagrafici vedi  Azione Cattolica di Bergamo (a cura di), “Don Antonio: Testimonianze e scritti nel decennio del sacrificio di Don Antonio Seghezzi 21 maggio 1945-21 maggio 1955”, Bergamo, Editore S. Alessandro, 1955.

.Cesare Manganelli e Brunello Mantelli “Antifascisti, partigiani, ebrei. I deportati alessandrini nei campi di sterminio nazisti (1943-1945)”, Milano, Angeli, 1991.   [NO]

Dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 circa 40.000 italiani furono deportati nei campi di sterminio nazisti. Poco più di 4.000 sopravvissero. Erano antifascisti, partigiani, ebrei. Il libro esamina la deportazione in una provincia dell’Italia nord-occidentale, Alessandria e include le schede biografiche di tutti i deportati.

.Michele Peroni, “Memoria e testimonianza 1940-1945”, Montecchio Maggiore, I Quaderni della Biblioteca Civica, 1991.

Testimonianza autobiografica. Nato a Montecchio Maggiore, partigiano nel battaglione “Valdagno”, arrestato da membri della X-mas, detenuto nelle carceri di S. Biagio a Vicenza, inviato a Bolzano e deportato al campo di concentramento di Mauthausen–Gusen 1, matricola numero 115617.

,Enzo Todaro e Domenico Spagnuolo (a cura di), “Da Salerno a Dachau: matricola 156421”, Salerno, Comune di Salerno e Assessorato alla pubblica istruzione, 1991.

Testimonianza autobiografice di Antonio Iacuzzo, raccolta e curata da Todaro Spaguolo. Originario di San Cipriano Picentino, nel salernitano, dopo l’8 settembre del 1943 si trova in Francia, si rifugia presso una famiglia di emigrati italiani che gli offrono ospitalità e gli procurano documenti falsi. Per non esporli si consegna ai tedeschi. Arrestato a Sanary, un paesino tra Tolone e Marsiglia, incarcerato nel forte di Tolone, deportato in numerosi campi sia in Francia che in Germania, tra cui Strasburgo, Natzweiler, e Dachau.

.Antonio (“Ivo”) Tonussi, “Ivo: una vita di parte”, Treviso, Matteo Editore, 1991.

Testimonianza autobiografica. Nato a Vittorio Veneto, militante comunista, arrestato in Francia a Romainville nel febbraio 1943, deportato aTreves, Mauthausen (matricola 47855), Gusen (matricola 17845) e Linz III (matricola 25550).

1992

.Giuseppe Calore, Ada Buffulini, Bruno Vasari “Il revier di Mauthausen: conversazioni con Giuseppe Calore”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1992.   [SO]

Testimonianza autobiografica. Bruno Vasari e il medico Giuseppe Calore, attivo nella lotta armata nell’alto Veneto, entrambi internati per motivi politici, si erano conosciuti nel Kranken Revier (Reparto ammalati) del Lager di Mauthausen. Bruno Vasari e Ada Buffulini hanno intervistato Bepi Calore sulle sue esperienze nel Revier di Mauthausen in cui svolgeva la funzione di medico: ne è nato un libro, denso di rievocazioni e di informazioni.

.Iva Desandrè, “Vita da donne”, Aosta, Litografia Pesando, 1992.

Testimonianza autobiografica. Libricino di circa 70 pagine di grande intensità e contenuto in cui si narra l’esperienza di deportata nei campi di sterminio nazisti di Ida Desandrè, operaia tessile nel biellese. Arrestata nel 1944, è stata deportata come prigioniera politica nei campi di sterminio di Ravensbrueck e di Belsen.

.Nazareno Fabretti, “Teresio Olivelli ribelle per amore”, Milano, Edizioni Paoline, 1992.

Biografia di Teresio Olivelli. Per i dati anagrafici vedi Luigi Dughera, “Teresio Olivelli”, Milano, Edizioni Paoline, 1950.

.Terenzio Magliano (a cura di Lina Saba), “La cava di pietra. Memorie, riflessioni, dibattiti di un processo immaginario raccolti a cura di Lina Saba”, Torino, ACP-Associazione Culturale Piemontese, 1992.

Testimonianza autobiografica. Volume pubblicato postumo. Contiene testi e documentazione iconografica (foto e disegni). Terenzio Magliano opera a Torino nelle formazioni Matteotti. Nel gennaio 1944 è qui arrestato dalle SS, detenuto all’Albergo Nazionale e alle carceri Nuove, deportato a Mauthausen come Schutzhäftlinge (prigioniero per motivi di sicurezza) col numero di matricola 53416. È poi trasferito nei sottocampi di Gusen I e Gusen II.

.Felice Malgaroli, “Domani chissà. Storia autobiografica 1931-1952”, Cuneo, L’Arciere, 1992.

Testimonianza autobiografica scritta come un romanzo. Entrato nelle formazioni Garibaldi attive in valle Po e val Pellice è (TO), Bussoleno (TO) e all’Albergo Nazionale e alle Nuove di Torino; è poi trasferito nel campo di Bolzano e deportato a Mauthausen come Schutzhäftlinge (prigioniero per motivi di sicurezza) con matricola 115577, poi Grein e il sottocampo di Gusen II. dopo la terza edizione è scaricabile gratis richiedendo all’autore, [email protected].

.Quinto Osano, “Perché ricordare. Ricordi e pensieri di un ex-deportato. Prefazione di Eridano Bazzarelli”, Alessandria, Edizioni Dell’Orso, 1992.

Testimonianza autobiografica di Quinto Osano in prosa e poesia, nel ricordo degli amici deportati politici e con le illustrazioni del deportato Lodovico B. di Belgiojoso e scritti di Bruno Vasari. Quinto Osano venne catturato il 7 marzo 1944 in valle di Lanzo, dove era entrato nelle formazioni partigiane, incarcerato nelle scuole di Lanzo, poi alle Nuove di Torino e a Bergamo, deportato come Schutzhäftlinge (prigioniero per motivi di sicurezza) a Mauthausen e nel sottocampo Gusen I: triangolo rosso IT 59022.

.Sergio Rusich de Moscati, “Il mio diario. A vent’anni nei Campi di sterminio nazisti. Flossenburg 40301”, San Domenico di Fiesole (FI), Edizioni Cultura della Pace, 1992.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Giunto in Istria dopo l’8 settembre 1943, va nelle formazione partigiane che operano lungo il confine orientale. È deportato in Germania nel lager di Flossenbürg. Il libro è interamente pubblicato al link http://www.premiorusich.it/download-del-sito-del-premio-rusich/cat_view/19-pubblicazioni.html.

.Rocco Ventra, “Un calabrese a Mauthausen”, Cosenza, Brenner, 1992.

Testimonianza autobiografica. Nato in provincia di Reggio Calabria il 15 luglio 1917, deportato a Mauthausen (matricola 126921).

.Ilda Verri Melo (a cura di), “La speranza tradita. Antologia della deportazione politica toscana. 1943-1945”, Firenze, Pacini, 1992.

Attraverso il Comitato regionale toscano dell’ANED, sui centocinque ex deportati ancora raggiungibili in Toscana alla fine degli anni Ottanta, furono contattati settanta superstiti di Dachau, Mauthausen, Auschwitz, per altrettante interviste, oggi in gran parte disponibili in forma integrale nelle trascrizioni conservate presso l’Archivio dell’ANED di Firenze.

1993

.AA. VV. (a cura di Alberto Cavaglion), Convegno nazionale promosso da Consiglio Regionale del Piemonte e ANED, “Il ritorno dai Lager”, Milano, Franco Angeli, 1993.   [VA]

Sono prese in esame le vicende connesse con il rientro in patria dei sopravvissuti, lo stato di salute, le cure mediche, l’assistenza, la ripresa e la ricerca del lavoro, l’eventuale partecipazione alla vita politica, fino al raggiungimento di un equilibrio stabile e al consolidarsi delle prime associazioni di ex deportati. Tali vicende formano oggetto di testimonianze individuali e di relazioni. Numerosi anche i documenti riprodotti.

.Nunzio Di Francesco, “Il costo della libertà: memorie di un partigiano combattente, superstite del campo di sterminio di Mauthausen e Gusen 2”, Catania, Il Lunario, 1993 (Seconda edizione: Catania, Bonanno, 2007).   [NO]

Testimonianza autobiografica. Nato a Linguaglossa (Catania), partigiano col nome “Athos” in Piemonte nelle Brigate Garibaldi dopo l’8 settembre 1943, catturato durante un rastrellamento in Val Girba il 18 ottobre 1944, incarcerato a Saluzzo, deportato a Bolzano, Mauthausen (matricola 115503), Gusen II.

.Manlio Magini, “Un itinerario per il Lager: chimere, errori ed apostasia”, Firenze, Edizioni Polistampa, 1993.

Testimonianza autobiografica. Ufficiale, confinato politico antifascista a Tito in Lucania, partigiano organizzatore delle prime bande nella zona di Varese e comandante delle divisioni Giustizia e Libertà della Lombardia. Viene arrestato insieme a Bruno Vasari il 6 novembre del 1944, incarcerato a San Vittore a Milano e deportato prima a Bolzano e poi a Mauthausen matricola 114-014 e Gunskirchen. Medaglia d’argento al valor militare.

.Giovanni Melodia, “Non dimenticare Dachau: i giorni del massacro e della speranza in un lager nazista”, Milano, Mursia, 1993.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Antifascista e deportato politico a Dachau fin dall’ottobre ‘43, entrando poi a far parte del Comitato Internazionale di Resistenza del campo; per ulteriori dati anagrafici vedi Giovanni Melodia, “La resistenza nel Lager di Dachau”, Roma, ANED (Associazione Nazionale Ex Internati), 1964. E’ una cronaca precisa degli eventi, che non tralascia i particolari più crudi e violenti, ma descrive anche la solidarietà del Comitato Clandestino che dopo la Liberazione si è occupato di organizzare il rimpatrio dei superstiti.

1994

.Anna Bravo e Daniele Jalla (a cura di, “Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall’Italia 1944-1993”, Milano, Franco Angeli, 1994.

Il volume censisce e commenta gli scritti di memoria della deportazione dall’Italia: 146 monografie e antologie specifiche; 488 spogli di articoli e brani presenti in raccolte e in una cinquantina di riviste storiche e periodici; 37 dattiloscritti e manoscritti inediti. Un patrimonio di informazioni e di testi, molti dei quali dispersi e spesso introvabili, che riflette le varie forme in cui la memoria si è espressa.

.Marco Coslovich, “I percorsi della sopravvivenza: storia e memoria della deportazione dall'”Adriatisches Küstenland””, Milano, Ugo Mursia Editore, 1994.   [NO-VA-SO]

Le testimonianze di ottantasette sopravvissuti ai Lager nazisti provenienti dall’Adriatisches Kustenland (litorale intorno a Trieste) da dove sono stati deportati 8220 tra donne e uomini: trasporti, percentuale di donne e uomini, fasce di età, campi di destinazione, percentuale di sopravvivenze, ecc.

.Dante Fangaresi, “Dieci settimane a San Sabba”, Diakronia, 1994 (Seconda edizione: Firenze, Polistampa, 2003).   [NO]

Testimonianza autobiografica. L’8 settembre 1943 si aggregò a una formazione anomala, il Battaglione Patrioti Davide, insediato nel castello piemontese di Venaria Reale, costituito da 270 ragazzi tollerati dai tedeschi, ostili ai repubblichini, ma non legati ai partigiani. Nel 1944 vennero irregimentati dai Tedeschi e spediti nella Risiera di San Sabba come addetti alla sorveglianza agli ordini delle SS: il Battaglione venne decimato con deportazioni e fucilazioni sommarie, qualsiasi sgarro al regolamento era punito con la morte. Dante riuscì a fuggire con un compagno e rimase nascosto fino alla Liberazione.

.Enzo Paoletti, “Liberato a metà. Memorie”, Cascina, Comune di Cascina, 1994.

Testimonianza autobiografica. Tra le più significative memorie della deportazione politica fiorentina. Deportato nei campi di concentramento di Flossenbürg e di Dachau.

.Alessandro Roncaglio, “106 giorni: un ragazzo di 17 anni deportato a Mauthausen”, None (TO), Lighea, 1994.

Testimonianza autobiografica. Partigiano a Torino, collabora con il padre Giovanni e i due zii alle attività della Brigata Sap Mingione e con essi viene arrestato da elementi della X Mas. Alessandro e il padre vengono inviati alle carceri Nuove di Torino e poi a San Vittore a Milano, da qui al campo di Bolzano e deportati a Mauthausen (Alessandro come Schutzhäftlinge, prigioniero per motivi di sicurezza, matricola 126398), e a Gusen II, dove vengono separati. Giovanni muore il 26 marzo.

.Italo Tibaldi, “Compagni di viaggio. Dall’Italia ai lager nazisti. I “trasporti” dei deportati (1943-1945)”, Milano, Franco Angeli, 1994.   [VA]

Alla minuziosa ricostruzione dei 123 «trasporti», compiuta da ltalo Tibaldi in quasi trent’anni di personale ricerca, le numerose testimonianze inedite qui pubblicate affiancano l’evocazione di quei “viaggi” attraverso il ricordo dei superstiti. Date e luoghi di partenza e di arrivo e dimensioni dei convogli in partenza dall’Italia si trovano per la prima volta raccolti in un unico volume. Italo Tíbaldi, partigiano in val Maira con il padre ufficiale di carriera, catturato a Torino nel gennaio 1944, venne deportato appena sedicenne a Mauthausen e trasferito nel sottocampo di Ebensee.

1995

.AA. VV., “Convegno Nazionale. La vita, l’opera, l’impegno civile del prof. Carmelo Salanitro nel centenario della nascita. Atti del convegno ed altri documenti. Sabato 16 aprile 1994, aula consiliare del comune, Adrano”, Adrano, Amministrazione comunale di Adrano, 1995.

Convegno sulla figura di Carmelo Salanitro, nato ad Adrano (Catania), antifascista, detenuto a Regina Coeli a Roma, a Civitavecchia e a Sulmona. Nel 1943 Salanitro fu consegnato ai tedeschi, che lo deportarono a Dachau, nel campo trincerato di San Valentino (Vienna) e, infine, a Mauthausen, dove fu ucciso nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1945.

.AA. VV. (a cura di Lucio Monaco), “La deportazione femminile nei lager nazisti. Atti del Convegno tenuto a Torino nel 1994. Triangolo rosso 8”, Milano, Angeli, 1995

Relazione introduttiva di Anna Bravo; relazioni e testimonianze di L. Beccaria Rolfi et al. Convegno organizzato da Consiglio regionale del Piemonte e ANED-Associazione nazionale ex deportati politici nei campi di sterminio nazisti.

.Gaetano Cantaluppi, “Flossenburg. Ricordi di un generale deportato”, Milano, Mursia, 1995.   [NO-VA]

Testimonianza autobiografica. Rifiutò di aderire alla RSI entrando a far parte del CNL di Verona. Arrestato dalle SS nel novembre 1944 e deportato dapprima nel campo di Bolzano, poi in quello di Flossenburg insieme al figlio.

.Mario Carrassi, “Sotto il cielo di Ebensee. Dalla Resistenza al lager (settembre 1943-maggio 1945)”, Milano, Mursia, 1995.   [NO]

Testimonianza autobiografica che prende avvio il giorno precedente la liberazione dal campo di concentramento di Ebensee e ripercorre a ritroso tutti gli eventi compresi tra l’autunno 1943 e l’estate 1945. Partigiano, catturato, portato in Germania, fuggì e ritornò sulle montagne di Genova a riprendere il proprio posto tra i partigiani, fino al nuovo arresto, gli interrogatori, la deportazione a Mauthausen e Ebensee.

.Bruno Fabretti, “Per non dimenticare. Diario di un deportato nei lager nazisti di Dachau-Neuengamme-Buchenwald”, Udine, Ribis, 1995.

Bruno Fabretti, friulano di Nimis, ricostruisce anche sulla base di un diario pieno di annotazioni e di disegni scritto nell’immediato dopoguerra, la sua straordinaria vicenda umana. Dal servizio militare in Grecia ai Lager di Dachau, Neuengamme e Buchenwald, tra tentativi di fuga, arresti, torture e orrori di ogni tipo.

.Gianni Faronato (a cura di), “Ribelli per la libertà. Testimonianze sul Lager di Bolzano. 8 settembre ’43 – 3 maggio ‘45”, Milano, Castaldi, 1995.

Raccolta di scritti di ex-deportati del KL di Bolzano.

.Benito Gramola e Annita Maistrello, “La divisione partigiana “Vicenza” e il suo battaglione guastatori”, Vicenza , La Serenissima,1995.   [SO]

Storia del battaglione guastatori con biografia del suo fondatore e comandante Giacomo Prandina, che organizzò le bande partigiane del vicentino e padovano, divenendo commissario di divisione. Catturato dalle SS il 31 ottobre 1944, torturato inutilmente, fu deportato a Mauthausen e poi a Gusen dove morì il 20 marzo 1945. Medaglia d’oro al valor militare.

.Piero Iotti e Tullio Masoni, “Sono dov’è il mio corpo. Memoria di un ex deportato a Mauthausen”, Sant’Ilario d’Enza, Comune di Sant’Ilario d’Enza, 1995.   [NO-SO]

Testimonianza autobiografica. Piero Iotti, nato a Sant’Ilario d’Enza, impegnato nell’Azione Cattolica, per la sua attività antifascista e di partigiano SAP, venne arrestato dalle SS, il 15 novembre 1944, tradotto al campo di smistamento di Bolzano e deportato a Mauthausen (numero di matricola 115.561) e successivamente nel sottocampo di Gusen.

.Gianfranco Mariconti (a cura di Ercole Ongaro), “Memoria di vita e di inferno: percorso autobiografico dalla spensieratezza alla responsabilità”, Sesto San Giovanni, Il Papiro Editrice, 1995.

Testimonianza autobiografica. Lodigiano, partigiano nel gruppo “5 giornate” sul Monte S. Martino, incarcerato a Varese e a San Vittore a Milano e fuggito, nel canavese nella 49^ Brigata Garibaldi, nelle Langhe nuovamente catturato e incarcerato alle Nuove di Torino, inviato a Bolzano, deportato nel campo di sterminio di Flossenbürg e Zwickau. Sopravvive alla “marcia della morte”. Il libro in versione integrale è scaricabile al link http://www.archivilodigiani.it/wp-content/uploads/2012/02/Memorie-di-vita-e-di-inferno.pdf.

.Lucio Monaco (a cura di), “La deportazione femminile nei Lager nazisti”, Milano, Franco Angeli, 1995.   [VA]

Atti di un convegno internazionale promosso dalla Regione Piemonte e dall’ANED sul tema della specificità e diversità della deportazione femminile. Novità per l’ltalia, fra le altre, la ricostruzione delle vicende del Kinderzimmer (reparto dei neonati) e delle due camere a gas di Ravensbrück. Contributi di numerose deportate politiche.

.Renato Peri, “Mario Finzi. O del buon impiego della propria vita”, Bologna, Giorgio Barghigiani Editori, 1995.

Biografia di Mario Finzi, partigiano ebreo e rappresentante della Delasem (Delegazione Assistenza Emigrati Ebrei) in Emilia, dal carcere bolognese di San Giovanni al Monte venne deportato a Fossoli e poi ad Auschwitz-Birkenau, dove morì il 22 febbraio 1945.

.Alessandro Scurani, “Il ribelle dagli occhi puliti”, Milano, Editrice San Fedele, 1995.

Biografia di Teresio Olivelli. Per i dati anagrafici vedi Luigi Dughera, “Teresio Olivelli”, Milano, Edizioni Paoline, 1950.

.Angelo Signorelli, “IT 59141: a Gusen il mio nome è diventato un numero”, Sesto San Giovanni/Monza, ANED, 1995.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Operaio alle Acciaierie Ferriere Lombarde Falck di Sesto San Giovanni, aveva 17 anni quando aveva partecipato, con il fratello Giuseppe, allo sciopero generale del marzo 1944. Arrestati entrambi, rinchiusi nel carcere milanese di San Vittore, nella Caserma Umberto I° di Bergamo, deportati a Mauthausen (Angelo aveva matricola 59141) e di lì a Gusen. A Gusen i due sono stati separati e hanno seguito percorsi diversi.

.Luigi Tessitori, “I ricordi di Giulia. La storia di Rosa Cantoni”, Udine, Università delle Libertà del Friuli Venezia Giulia, 1995.

Biografia di Rosa Cantoni, nome di battaglia “Giulia”, staffetta, arrestata su delazione da fascisti a Udine, incarcerata in via Spalato a Udine, deportata a Ravensbrück (matricola 97323), Buchenwald, Abteroda, Penig. Fuggita durante una marcia della morte (intervista scritta e video su http://www.testimonianzedailager.rai.it/testimoni/test_21.asp).

.Bruno Vasari, “La resistenza dei deportati politici italiani nei lager nazisti: Mathausen, Dachau, Buchenwald : cenni e riflessioni preliminari”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1995.

Il libro illustra la resistenza morale dei deportati politici nei campi di sterminio.

1996

.Luciano Baccari, “Dachau: baracca 25. Diario di un sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti di Dachau e Allach. Matr. 61917”, Bianconi Priverno, 1996.   [NO]

Biografia di Angelo Amabile Baccari, sopravvissuto al lager di Dachau, scritta dal figlio Luciano in prima persona come se i ricordi del padre fossero i suoi, ricostruendone la storia con interviste, documenti e ricerche.

.Lodovico Barbiano di Belgiojoso, “Notte, nebbia: racconto di Gusen. Con venti disegni dell’autore”, Parma, Editore Guanda, 1996 (seconda edizione: Milano, Hoepli, 2009).   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica di Lodovico Barbiano di Belgiojoso, il cui studio di architettura divenne punto di riferimento per la Resistenza milanese e il movimento Giustizia e Libertà. Detenuto nel carcere milanese di San Vittore e deportato a Fossoli, Mauthausen, Gusen (sottocampo di Mauthausen).

.Lidia Beccaria Rolfi, “L’esile filo della memoria. Ravensbrück, 1945: un drammatico ritorno alla libertà”, Torino, Einaudi, 1996.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Insegnante elementare, staffetta della 15ma Brigata dell’XI Divisione Garibaldi nel cuneese col nome di battaglia di “maestrina Rossana”. Incarcerata a Saluzzo e alle Nuove di Torino, deportata a Bolzano e Ravensbrück. Nel libro parla delle difficoltà a farsi accettare dalla società che considera l’esperienza del lager come “infamante”.

.FGEI (A cura di), “Meditate che questo è stato. Testimonianze dai reduci dei campi di sterminio”, Firenze, Giuntina, 1996.   [NO-VA-SO]

.Rosario Fucile, “Dachau Matricola 113305. Buchenwald Matricola 94453. Testimonianza di un sopravvissuto”, Genova, Tipografia della Provincia di Genova, 1996.

Testimonianza autobiografica. Rosario Fucile, nato a Messina, fu partigiano prima di essere arrestato a Porto Maurizio (Im) e da Bolzano, il 5 ottobre 1944, deportato a Dachau (dove ebbe il numero di matricola 113305) e a Buchenwald (matricola 94453).

.Raffaele (Ferruccio) Maruffi, “La pelle del latte. I racconti del “dopo” lager”, Trofarello (TO), stampa Tipografia C2, 1996 (si tratta della prima edizione del volume, pubblicata a spese dell’autore e fuori commercio. Seconda edizione: Torino, Euredit, 1999).

Testimonianza autobiografica e di decine di altri superstiti relativa al periodo 1945-1948: il reinserimento nella propria famiglia e città, la fatica o impossibilità psicologica di parlare della deportazione, la salute distrutta, il bisogno di ricordare o di dimenticare le memorie più dolorose. Raffaele Maruffi è stato partigiano e deportato: per le note biografiche vedi Raffaele (Ferruccio) Maruffi, “Codice Sirio. I racconti del lager”, Casale Monferrato (AL), Piemme, 1986.

1997

.AA. VV., “La mia ombra a Dachau: poesie dei deportati, raccolte e commentate da Dorothea Heiser”, Milano, Mursia, 1997.   [NO-SO]

Testimonianze tra cronaca e storia, Resistenza e campi di prigionia.

.Franco Busetto, “Tracce di memoria: dall’università a Mauthausen”, Padova, Il poligrafo, 1997 (Seconda edizione aggiornata ed arricchita: 2005).   [NO-VA]

Testimonianza autobiografica. Prese parte alla Resistenza operando nel Comando triveneto delle Brigate Garibaldine come ufficiale di collegamento. Arrestato a Padova nell’agosto del 1944, venne deportato a Mauthausen.

.Marco Coslovich, “Racconti dal lager: testimonianze dei sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi”, Milano, Mursia, 1997.   [NO-VA-SO]

Testo per l’attività didattica nelle scuole. Sintesi delle più importanti testimonianze dei sopravissuti del Lager suddivise in quattro categorie: i politici, gli ebrei, le donne, i deportati per caso. Il testo è disponbile gratuitamente sul sito dell’Aned nazionale.

.Franco Cosmar, “Due storie, una sola vita: storia di un partigiano friuliano dai monti a Mauthausen (luglio 1944 – maggio 1945)”, edizione a cura dell’istituto scolastico Aldini-Valeriani di Bologna, 1997.

Testimonianza autobiografica. Friulano nativo della provincia di Udine, partigiano della Valnatisone, Brigata Piccelli, catturato mentre combatte in Jugoslavia a Barcis, incarcerato a Tolmino (GO) e Gorizia, deportato a Mauthausen e Gusen.

.Teo Ducci (a cura di), “Bibliografia della deportazione nei campi nazisti”, Milano, Gruppo Ugo Mursia Editore, 1997.   [NO-VA-SO]

Un panorama completo della letteratura apparsa in Italia sui Lager nazisti: testimonianze dei superstiti, opere storiche, scientifiche e narrative. In appendice l’elenco dei Lager nazisti in base al “Riconoscimento ufficiale dei Lager. Legge del 24.IX.1997 della Repubblica Federale Tedesca”.

.Bruno Maida (a cura di), “Un’etica della testimonianza: la memoria della deportazione femminile e Lidia Beccaria Rolfi”, Milano, Angeli, 1997.

Per i dati anagrafici di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana deportata, vedi Lidia Beccaria Rolfi, “L’esile filo della memoria. Ravensbrück, 1945: un drammatico ritorno alla libertà”, Torino, Einaudi, 1996.

.Vittorio Mognon, “Mauthausen: Campo Gusen n. 2, Matricola 114036”, Sulbiate (MI), 1997.

Testimonianza autobiografica. Partigiano nato a Gazzo Padovano, arrestato perché nella sua casa, durante una perquisizione, fu rinvenuto un fucile, deportato a Mauthausen.

.Paolo Stacchini, “”Un uomo”, Angelo Travaglia. Vita non degna di vita nei campi di sterminio nazisti”, Edizioni Stilgraf – Vicoforte, 1997.

Testimonianza autobiografica di Angelo Travaglia, nato a Piove di Sacco (PD). Fa parte delle formazioni partigiane autonome della Val Meduna, viene catturato in combattimento con altri nelle vicinanze di Tramonti di Sotto (UD), rinchiusi nel carcere di via Spalato a Udine, deportati a Flossenbürg (come deportato politico, matricola 42057), trasferito al sottocampo di Hersbruck e a Dachau (come prigioniero per motivi di sicurezza, matricola 151837).

1998

.Mauro Begozzi e Ferruccio Maruffi, “Francesco Albertini un resistente nel lager. Mauthausen matr. n. 53347. Scritti e ricordi”, Torino, Euredit, 1998.

Biografia di Francesco Albertini, incarcerato per attività antifascista a Torino, deportato a Mauthausen come Schutzhäftlinge (prigioniero per motivi di sicurezza), matricola 53347, trasferito al sottocampo di Gusen. Fa parte dell’organizzazione internazionale di resistenza del campo.

.Pio Bigo, “Il triangolo di Gliwice. Memoria di sette Lager”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1998.

Testimonianza autobiografica. Gliwice (ribattezzata Gleiwitz), gennaio 1945: in questa cittadina dell’Alta Slesia, importante snodo ferroviario, sede di un sottocampo di Auschwitz, i nazisti in ritirata concentrarono migliaia di prigionieri evacuati da Birkenau e da Monowitz con una tragica “marcia della morte” che si concluderà a Buchenwald. Pio Bigo, entra a diciannove anni nelle formazioni partigiane delle Valli di Lanzi. Arrestato dopo i combattimenti e i rastrellamenti del marzo 1944, è deportato a Mauthausen, quindi nei sottocampi di Gusen, Linz I, Linz III: trasferito a Birkenau e a Monowitz, viene coinvolto nella drammatica evacuazione di Auschwitz del gennaio 1945. Giunto a Buchenwald, vi rimane fino alla liberazione del Lager.

.Roberto Camerani, “Il bel sogno. Amare dopo lo sterminio”, Saronno, Edizioni Monti, 1998.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Nato a Triuggio, entra nella Resistenza in provincia di Milano, incarcerato a San Vittore a Milano, deportato politico a Mauthausen (matricola 57555) ed Ebensee.

.Franco Nardone, “Un partigiano a Mauthausen”, stampato a cura dell’Autore,1998

Testimonianza autobiografica. Entrato nella formazione partigiana che operava a Cancelli sulle montagne di Foligno, arrestato dalle SS in un rastrellamento, incarcerato a Perugia, deportato a Fossoli e Mauthusen (matricola 76471).

.Aurelio Ranuschio, “Per non dimenticare… Testimonianza di un triangolo rosso sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti”, Le Stelle, 1998.

Testimonianza autobiografica di Luigi Ranuschio, conosciuto a Cengio (Savona) come Aurelio. Entrato a far parte, col nome di battaglia di “Freccia”, della 16a Brigata Garibaldi della VI Divisione “Langhe”, catturato nel luglio 1944 durante un rastrellamento. Incarcerato a Savona, Genova e Milano dove venne sottoposto a indicibili torture, deportato a Bolzano-Gries, poi a Dachau, Uberlingen e poi a Saulgau. Quando venne liberato, aveva 25 anni e pesava 22 kg.

1999

.Liana Millu, “Dopo il fumo: sono il n. A 5384 di Auschwitz Birkenau”, Brescia, Morcelliana, 1999.

Testimonianza autobiografica di Liana Millu, ebrea entrata nella Resistenza genovese dopo l’8 settembre 1943, nell’Organizzazione “Otto”. Arrestata a Venezia, mentre era  in missione, deportata a Fossoli, poi ad Auschwitz-Birkenau,  a Ravensbrück, al campo di Malkow, presso Stettino.

.Giovanni Talleri (a cura della Associazione deportati perseguitati politici italiani antifascisti di Trieste), “Memorie di Giovanni Talleri: ex deportato nella Straf-Kolonne del campo di concentramento KZ di Mühldorf (Dachau)”, Trieste, Il murice, 1999.

Testimonianza autobiografica. Ventenne antifascista triestino (non partigiano), arrestato mentre si recava al lavoro per non aver risposto ai bandi di mobilitazione e deportato nel campo di Mühldorf, dipendente da Dachau, e in seguito nel Lager di Strub da dove riuscì a fuggire. Biografia, disegni e interviste su http://www.giovannitalleri.it.

.Alberto Todros, “Memorie 1920-1952”, Torino, Trauben,1999.

Testimonianza autobiografica. Nato a Pantelleria (Trapani), di famiglia ebraica ma arrestato per la sua attività nella Resistenza nella zona di Imperia, arrestato col fratello, incarcerati a Imperia, poi Savona e Genova, deportati a Fossoli e Mauthausen.

2000

.Alvise Barison, “Quattordicimiladuecentoventisette! Presente”, Trieste, Hammerle, 2000.

Testimonianza autobiografica. Triestino, arrestato a vent’anni per motivi politici e deportato a Buchenwald, matricola 14227, poi a Dora-Mittelbau (la fabbrica sotterranea delle V1 e V2) ed infine a Ravensbrück. Nei lager riuscì a tenere un breve diario e tracciare degli schizzi.

.Giovanni Marcato (a cura di Enrico Chiara),“A Buchenwald il mio nome era 34989”, Treviso, Canova, 2000.   [NO-VA]

Testimonianza autobiografica. Soldato italiano in guerra in Albania, si ribella all’ordine di partecipare ad una strage di donne e bambini kosovari e viene quindi internato che viene internato nel lager nazista di Buchenwald.

.Valerio Morello, “Achtung! Dachau. Il dolore della memoria”, Torino, Editore Il Punto, 2010.

Il libro contiene memorie, foto e riproduzioni di documenti sull’esperienza di resistente e deportato di Giuseppe Berruto. Nato a Torino il 20 marzo 1927, entra nella Resistenza a Torino nel Fronte della Gioventù. Il 21 ottobre 1944 è arrestato sul posto di lavoro dalle SS italiane. Detenuto all’Albergo Nazionale e alle Nuove di Torino trasferito nel campo di transito di Bolzano (BZ), da dove è deportato a Reichenau (Innsbruck, Austria) con breve sosta nel Lager di Überlingen. Tra tentativi di fuga e nuove catture, giunge nei Lager di Dortmund, Düsseldorf e Mühlhausen (sottocampi di Buchenwald), nel campo di lavoro duro di Schlotheim, nel supercarcere di Ingolstadt (Baviera) e infine a Dachau. Qui è classificato come Schutzhäftlinge NAL [Nicht aus dem Lager] (prigioniero per motivi di sicurezza – da non trasferire in altri Lager), con il numero di matricola 156948, membro del Comitato Italiano di Dachau.

2001

.Giuseppe Berruto, “Vita da lager. “Considerazioni” di Beppe Berruto (Pluto)”, Borgone Susa (TO), Tipografia Melli 2001.

Testimonianza autobiografica. Per le informazioni biografiche vedi Valerio Morello, Achtung! Dachau. Il dolore della memoria”, Torino, Editore Il Punto, 2010.

.Armando Gasiani, “Finché avrò voce”, Associazione Intercomunale Terre d’Acqua, 2001.

Testimonianza autobiografica. Diciassettenne partigiano bolognese, arrestato col fratello maggiore Serafino su delazione il 5 dicembre 1944, incarcerati a Bologna in San Giovanni in Monte, deportati a Bolzano, Mauthausen (matricola 115523), dove vengono separati, e Gusen 2. Questo libro è integralmente disponibile al link http://certosa.cineca.it/chiostro/Blob.php?ID=7551.

.Raffaele (Ferruccio) Maruffi, “Laggiù dove l’offesa. Rivisitando i luoghi della memoria”, Carrù (CN), Stamperia Ramolfo, 2001

Si tratta del diario giornaliero di un viaggio nei luoghi della deportazione e nello stesso tempo nella memoria dei sopravvissuti, a partire dall’esperienza di Ferruccio, partigiano deportato in vari campi di sterminio (per ulteriori dati anagrafici vedi Raffaele (Ferruccio) Maruffi, “Codice Sirio. I racconti del lager”, Casale Monferrato (AL), Piemme, 1986).

.Bruno Vasari (a cura di Federico Cereja), “Una battaglia culturale”, Milano, MeB Publishing, 2001.

Testimonianza autobiografica di Bruno Vasari, che ha raccolto una selezione dei suoi articoli pubblicati nel corso di più di due decenni su “Lettera ai  Compagni”, il periodico della Federazione italiana associazioni partigiane. Vasari è stato un protagonista della lotta antifascista milanese, partigiano e deportato nei lager nazisti di Bolzano e Mauthausen, e per 50 anni uno dei più autorevoli esponenti della cultura democratica italiana.

.Bruno Vasari (a cura di Veronica Ujcich), “Il riposo non è affar nostro”, Udine, Campanotto Editore, 2001.

Testimonianza autobiografica di Bruno Vasari sotto forma di intervista. Per i dati anagrafici vedi Bruno Vasari, “Mauthausen, bivacco della morte”, Milano, La Fiaccola, 1945.

2002

.Giuseppe Berruto e Bruno Vasari, “I Bollettini di Dachau”, Milano, Franco Angeli, 2002.

Bollettini “Gli italiani in Dachau”, pubblicazioni giornaliere edite dal Comitato italiano a partire dal 1° maggio 1945 nel campo di Dachau. Sia Giuseppe Berruto sia Bruno Vasari furono deportati politici a Dachau e fecero parte del Comitato.

.Delfina Borgato, “Non si poteva dire di no: prigionia e lager nei diari e nella corrispondenza di un’internata, Venezia, Mathausen, Linz 1944-1945”, Verona, Istituto veronese per la storia della Resistenza, Cierre Edizioni, 2002.   [SO]

Testimonianza autobiografica. Impegnata con la zia Luigia Maria Pucheria nella catena di solidarietà organizzata a Padova da frate Placido Cortese, catturata, insieme alla zia, il 13 marzo 1944, incarcerata a Venezia e trasferita a Bolzano e poi Mauthausen.

.Dipartimento della Pubblica Sicurezza (a cura del), “Giovanni Palatucci. Il poliziotto che salvò migliaia di ebrei”, Roma, Laurus Robuffo, 2002.   [VA]

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Franco Giannantoni e Ibio Paolucci, “Un eroe dimenticato”, Varese, Edizioni Arterigere, 2002.   [VA-SO]

Biografia di Calogero Marrone, capo dell’ufficio anagrafe del comune di Varese, arrestato per aver rilasciato centinaia di documenti di identità falsi. Dal carcere di Varese a quello di San Donnino a Como, al carcere milanese di San Vittore, il campo di transito di Bolzano-Gries e infine Dachau, dove muore il 15 febbraio 1945.

.Raffaele (Ferruccio) Maruffi, “Fermo posta paradiso (lettere nell’aldilà)”, Carrù (CN), Stamperia Ramolfo editrice, 2002.

Partigiano deportato a Mauthausen, Gusen I, Schwechat, Floridsdorf (Vienna), nuovamente a Mauthausen e infine a Gusen II (per ulteriori dati anagrafici vedi Raffaele (Ferruccio) Maruffi, “Codice Sirio. I racconti del lager”, Trofarello, Edizione a cura dell’Autore, 1992). Il libro comprende una lettera a ciascuno dei 77 amici morti nei vari campi nazisti, 40 lettere scritte ai compagni sopravvissuti ai lager e morti dopo il ritorno in Italia e le testimonianze delle vedove di coloro che furono portati in Germania con la forza e non tornarono più.

.Giuseppe Mayda, “Storia della deportazione dall’Italia 1943-1945. Militari, ebrei e politici nei lager del terzo Reich”, Torino, Bollati Boringhieri, 2002.   [NO-VA-SO]

.Danilo Sacchi, “Fossoli: transito per Auschwitz. Quella casa davanti al campo di concentramento”, Giuntina, 2002.   [VA]

La storia del Campo di Fossoli, costruito davanti alla casa dell’Autore nel ’42. La storia di coloro, soldati e civili, uomini e donne, che hanno sostato tra queste baracche e questo filo spinato prima di proseguire verso Auschwitz e gli altri lager nazisti.

.Manuela Tommasi (a cura di) “Non si poteva dire di no. Prigionia e Lager nei diari e nella corrispondenza di un’internata. Venezia – Mauthausen – Linz 1944-1945”,Verona, Cierre edizioni, 2002.

Biografia di Maria Borgato dei Soti, nata a Saonara (PD). Entra in una rete di aiuto per il trasporto di ex-prigionieri alleati in Svizzera. Arrestata con tutto il gruppo nel marzo 1944, detenuta nel Carcere S. Maria Maggiore di Venezia, poi nel campo di concentramento di Bolzano, deportata nel lager di Mauthausen e di Ravensbrück, dove muore. E’ in corso il processo di beatificazione.

.Enzo Zatta, “Maria Borgato. Una vita firmata dono”, Padova, Cleup, 2002

Biografia di Maria Borgato dei Soti. Per i dati anagrafici vedi Manuela Tommasi (a cura di) “Non si poteva dire di no. Prigionia e Lager nei diari e nella corrispondenza di un’internata. Venezia – Mauthausen – Linz 1944-1945”,Verona, Cierre edizioni, 2002.

2003

.Giuseppe Calore (a cura di Demetrio Paolin), “Il partigiano disarmato”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2003.

Testimonianza autobiografica, diario scritto a 92 anni di età e pubblicato postumo. Ufficiale medico chirurgo, col nome di battaglia di “Gianni” e l’identità di “Gianni Marangoni” assume il comando della formazione partigiana del Partito d’Azione “Bassi” che dirige sino a che, nei primi mesi del ’44, diviene rappresentate del PdA nel CLN veneto. Il 21 settembre 1944 “Gianni” è arrestato dalle Brigate nere a Padova; da lì è poi trasportato a Bolzano e deportato a Mauthausen, dove presta la sua opera medica nel revier (ospedale).

.Felice Malgaroli, “Dal Piemonte alla Nuova Zelanda. La mia tregua tra la memoria del passato e la realtà del presente”, Aosta, Le Château, 2003.

Testimonianza autobiografica scritta “per dimostrare che non siamo solo ex deportati ma “persone”. Ma ahimè! L’ha capito nessuno. Da un reduce ci si aspettano storie da reduce; l’umana avventura da persona normale, uscita dal lager è in dissonanza e disturba vetuste certezze”. Partigiano, deportato politico a Mauthausen, Grein, Gusen II.

.Raffaele (Ferruccio) Maruffi (a cura di), “Dossier Lager”, Carrù (CN), Stamperia Ramolfo – Aned Piemonte, 2003.

2004

.Luisa Bellina e Maria Teresa Sega (a cura di), “Tra la città di Dio e la città dell’uomo. Donne nella Resistenza Veneta”, Treviso Istresco-Iveser, 2004.

Biografia di diverse partigiane venete deportate, tra cui Maria Borgato dei Soti (per i dati anagrafici vedi Manuela Tommasi (a cura di) “Non si poteva dire di no. Prigionia e Lager nei diari e nella corrispondenza di un’internata. Venezia – Mauthausen – Linz 1944-1945”,Verona, Cierre edizioni, 2002) e Carla Maria Liliana Martini (matricola 18974) e la sorella Teresa, arrestate, condotte nel carcere di Venezia,poi nei lager di Mauthausen, Linz e Grein.

.Barbara Berruti (a cura di), “La libertà allo stato nascente. Percorsi nell’archivio di Bruno Vasari”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004.

Il volume raccoglie scritti di e su Bruno Vasari, partigiano nel Partito d’Azione e deportato politico a Mauthausen, corredati da un’ampia biografia basata sul suo archivio e da studi sulla sua figura e la sua attività in Rai.

.Carla Bianchi Iacono, Anna Maria Ori, Metella Montanari, “Uomini nomi memoria: Fossoli 12 luglio 1944”, Carpi, Nuovagrafica, 2004.

Un tentativo di dare un nome e una storia ai 67 detenuti politici trucidati del Campo di Fossoli il 12 luglio 1944. Carla Bianchi è figlia di uno di loro, Carlo Bianchi, entrato a far parte del CLNAI di Milano, collabora al giornale delle Fiamme Verdi, “Il Ribelle”, fa parte dell’O.S.C.A.R., un’organizzazione scout che portò in salvo centinaia di ebrei e prigionieri di guerra ricercati dai nazisti. Tradito da un collaboratore, venne arrestato, incarcerato a Milano a San Vittore, poi deportato a Fossoli, baracca 21/a, matricola 1551. Viene fucilato nel poligono di tiro di Cibeno come rappresaglia per i fatti di Genova assieme ad altri 66 detenuti politici.

.Liana Maria Biasiol, “Aldo Berlese: un trevigiano internato a Görlitz e Auschwitz-Birkenau”, Istresco, 2004.

Biografia di Aldo Berlese che, chiamato alle armi a 19 anni presso Spalato, rifiuta di unirsi ai partigiani croati, sognando il rientro, e cade nelle mani dei tedeschi su delazione, deportato a Görlitz e Auschwitz-Birkenau. Un diario ricco di tavole geografiche, cronologiche e fotografiche rivolto a giovani lettori.

.Franco Celetta,” Giovanni Palatucci. Raccontato con semplicità”, Montella, Dragonetti, 2004.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Anna Cherchi Ferrari, “La parola libertà. Ricordando Ravensbrück”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004.

Testimonianza autobiografica. Partigiana nella 2ª Divisione Langhe, 6ª Brigata Belbo col nome di “Maria Bruni”. Durante un rastrellamento si fa catturare dai nazifascisti per consentire al resto del gruppo partigiano di mettersi in salvo. Portata a Torino, è interrogata e torturata in via Asti e all’albergo Nazionale, quindi imprigionata alle Carceri Nuove. Deportata a Ravensbrück (matricola n. 44145) e al sottocampo di Schönefeld (Berlino), dove le viene assegnato il numero 1721. Sottoposta anche a un disumano esperimento pseudomedico nel reparto “Patologia” del Lager di Sachsenhausen. Sarà infine liberata dai russi durante la marcia di evacuazione.

.Simone Gosso, “Sopravvissuti. Ritratti, storia, memoria (La fotografia racconta),”, Firenze, Alinari, 2004.   [SO]

.Benito Gramola, “San Pietro in Gù, una piccola capitale della Resistenza. Testimonianze e memorie sulla storia resistenziale dal 1918 al 1948”, San Pietro in Gù, Amministrazione Comunale di San Pietro in Gù e Regione Veneto, 2004.

Testimonianze di Resistenza vicentina con particolare attenzione al commissario di divisione Giacomo Prandina, deportato a Mauthausen e Gusen. Per i dati anagrafici vedi Benito Gramola e Annita Maistrello, “La divisione partigiana “Vicenza” e il suo battaglione guastatori”, Vicenza, La Serenissima, 1995.

.Anna Maria Ori, Carla Bianchi Iacono e Metella Montanari, “Uomini, nomi, memoria: Fossoli 12 luglio 1944”, Modena, Fondazione ex Campo Fossoli, 2004.

67 detenuti politici al campo di Fossoli fucilati per rappresaglia dalle SS il 12 luglio 1944 al poligono di tiro di Cibeno (Modena).

.Paolo Paoletti, “La strage di Fossoli: 12 luglio 1944”, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004.   [NO]

Il 12 luglio 1944 sessantasette detenuti politici furono massacrati dalle SS nel lager di transito di Fossoli: fu il loro più cruento crimine nell’Italia settentrionale, secondo per numero di morti solo a quello delle Fosse Ardeatine.

.Luigi Parente e Francesco Saverio Festa (a cura di), “Giovanni Palatucci. La scelta, le differenze. Atti della giornata di studio, Avellino 20 dicembre 2001”, Atripalda, Mephite, 2004.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Alberto Piccini (a cura di), “I confini del lager: testimonianze di deportati liguri”, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004.   [NO-VA-SO]

L’unico studio sistematico sull’esperienza dei deportati della Liguria, dalla cattura al ritorno e il difficile reinserimento. Il senso di questo libro è uno solo: non si sarà mai “ex” deportati e i confini del campo non si valicano mai più. L’Autore è figlio di un sopravvissuto allo sterminio.

.Paolo Rizzi, “L’amore che tutto vince. Vita ed eroismo cristiano di Teresio Olivelli”, Libreria Editrice Vaticana ,2004.

Biografia di Teresio Olivelli. Per i dati anagrafici vedi Luigi Dughera, “Teresio Olivelli”, Milano, Edizioni Paoline, 1950.

.Piersandro Vanzan e Mariella Scatena, “Giovanni Palatucci il questore giusto”, Roma, Pro sanctitate, 2004.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Dario Venegoni, “Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano. Una tragedia italiana in 7982 storie individuali”, Milano, Mimesis, 2004 (Seconda edizione, rivista ed ampliata: . Milano, Mimesis, 2005).   [NO]

Le SS in fuga bruciarono nell’aprile 1945 tutti i documenti del campo. Questo studio, attingendo a numerose fonti inedite, ricostruisce per la prima volta i profili di oltre 7.800 deportati. Testo della seconda edizione integralmente proposto e scaricabile gratuitamente al link http://www.venegoni.it/venegoni_sec.pdf

.Andrea Villa (a cura di), “I deportati alessandrini nei lager nazisti. 18 testimonianze di sopravvissuti”, Le Mani Editore, 2004.

Diciotto testimonianze di deportati della provincia di Alessandria raccolte dall’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) in collaborazione con la Regione Piemonte e gli Istituti storici della Resistenza e della società contemporanea piemontesi. I deportati alessandrini vennero inviati nei campi di Buchenwald, Dachau, Dora, Flossembürg, GrossRosen, Mauthausen, Natzweiler.

2005

.AA. VV. (a cura di Mimmo Franzinelli), “Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza 1943-1945”, Milano, Mondadori, 2005.   [NO-VA-SO]

Questo libro raccoglie le lettere di cento partigiani trucidati dai fascisti o dai tedeschi e di quaranta tra oppositori politici ed ebrei stroncati dalla deportazione.

.Leonardo Bartoletti e Angiolo Terinazzi, “Una storia tra le tante. La testimonianza di chi e tornato”, Sesto Fiorentino (FI), PLAN, 2005.

Testimonianza autobiografica di Angiolo Terinazzi, fiorentino. Scappato con 12 compagni toscani da Aquino, dove i tedeschi li avevano trasferiti per contribuire a consolidare la linea Gustav, arrestati, rinchiusi nel carcere di Frosinone, condannati a morte: dieci furono poi deportati in Germania e tre furono fucilati. Unico superstite, Angelo Terinazzi, deportato nel campo di Landsberg München (matricola 141645Z).

.Elvia Bergamasco, “Il cielo di cenere”, Portogruaro, Nuova Dimensione Edizioni, 2005.   [NO-SO]

Testimonianza autobiografica. Elvia Bergamasco, diciassettenne staffetta partigiana, viene arrestata dalle SS, nella polveriera dove lavora, a Medeuzza, in provincia di Udine, e deportata a Birkenau (matricola 88653), ad Auschwitz e a Buchenwald. Ogni particolare (compresi gli esperimenti fatti da Mengele su di lei) viene descritto nella sua realtà cruda, nella sua violenza quotidiana, negli sguardi, nella sofferenza delle donne.

.Giorgio Bouchard e Aldo Visco Gilardi, “Un evangelico nel Lager. Fede e impegno civile nella vita di Ferdinando e Mariuccia Visco Gilardi”, Torino, Claudiana, 2005.   [NO]

Biografia di una coppia di protestanti. Ferdinando Visco Gilardi, entrò a far parte del CLN di Bolzano col nome di “Giacomo” collaborando col CLN interno al campo di concentramento di Bolzano organizzando evasioni, arrestato, torturato e rinchiuso nel campo stesso di Bolzano. La moglie Mariuccia Caretti collaborò col marito nella Resistenza, col nome di battaglia “Marcella”, arrestata due giorni dopo il marito, interrogata e rilasciata.

.Laura Danese, M. Paola Del Rossi, Edmondo Montali, “La deportazione operaia nella Germania nazista. Il caso di Sesto San Giovanni”, Ediesse, 2005.   [NO]

La deportazione degli operai di Sesto San Giovanni all’indomani degli scioperi del marzo 1944.

.Carla Liliana Martini, “Catena di salvezza. Solidarietà nella lotta contro la barbarie nazifascista”, EMP, 2005.

Testimonianza autobiografica. Liliana, si impegna con le sorelle maggiori Teresa, Lidia e Renata, nell’assistenza e salvataggio di soldati italiani e alleati allo sbando. Con la sorella Teresa, viene arrestata il 14 marzo del 1944. Condotte in carcere a Venezia, quindi nei lager di Mauthausen, Linz, Grein e Donau.

.Rosario Militello (a cura di Paolo Caruso), “Da Piazza Armerina a Mauthausen”, Upter–Università Popolare di Roma, Anno Accademico 2004-2005, pubblicazione digitale su Aned, 2005.

Testimonianza autobiografica. Nato a Pizza Armerina (Enna), si trasferisce per lavoro a Torino, si aggrega a una formazione partigiana della Brigata Garibaldi operante nelle Langhe. Catturato in seguito a un rastrellamento, incarcerato alle Nuove di Torino, deportato a Bolzano e nel Lager di Mauthausen (matricola 115615) e Gusen II. Il libro è scaricabile integralmente al link http://www.deportati.it/static/upl/mi/militello.pdf.

.Cosimo Moretti (a cura di), “25 aprile 1945 – 25 aprile 2005. 60° anniversario della Liberazione. Testimonianze orali di guerra, di lotta partigiana, di prigionia nei campi di concentramento di persone nate o residenti a Olmo Maerne Martellago”, Maerne (VE), Edizioni Eurooffset, 2005.

.Silvana Presa (a cura di), “Ida Désandré. Testimone della deportazione nei Lager nazisti”, Aosta, Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Valle d’Aosta, Le Château Edizioni, 2005.

Descrizione del percorso evolutivo negli anni della testimonianza di Ida Désandré, di Aosta, arrestata col marito in quanto partigiani, incarcerata ad Aosta, nella Caserma militare Chiarles e nel carcere Torre dei Balivi, poi a Torino alle Nuove, deportata politica a Bolzano, poi a Ravensbrück, Salzgitter (sottocampo di Neuengamme) e Bergen-Belsen.

.Flaviano Rossetto (a cura di), “Da Monselice a Mauthausen. La storia di otto monselicensi morti nei lager tedeschi durante la seconda guerra mondiale. La testimonianza di Carlo Bernardini”, Monselice, Assessorato alla Cultura del Comune di Monselice, 2005.

Tra i monselicesi morti nei lager tedeschi durante la seconda guerra mondiale c’erano anche dei deportati politici, partigiani garibaldini. Libro integralmente pubblicato al link: http://www.provincia.padova.it/comuni/monselice/libri/mauthausen/mauthausen.pdf

.Danilo Santolini, “Auschwitz. Ricordi di un deportato politico”, Paolo Gaspari Editore – Istituto Editoriale Veneto Friulano, 2005.

Testimonianza autobiografica. Catturato nel 1943 dai Tedeschi nei pressi di Bologna venne deportato ad Auschwitz.

2006

.Mario Abbiezzi, “Poldo Gasparotto: la storia. L’azionista. Bisogna pure che uno arrischi per tutti”, Torino, Bradipolibri, 2006.   [VA-SO]

Biografia di Poldo Gasparotto. “Bisogna pure che uno arrischi per tutti”, non era per Poldo un modo di dire, ma un modo di vivere. Per i dati anagrafici vedi AA. VV. (a cura degli amici di Poldo Gasparotto), “Poldo Gasparotto. Martire della Libertà”, Milano, s.e. tipografia Gazzaniga, 1946.

.Attilio Armando (a cura di Carlo Depretis), “Dalla Val Sangone a Flossenbürg. Un piemontese tra guerra e lager”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2006.

Testimonianza autobiografica, rielaborata da un manoscritto del 1947. Dopo l’8 settembre 1943 organizza una delle prime bande partigiane della Val Sangone (diverrà la Divisione Sergio De Vitis.) Catturato dai fascisti, condannato a morte e fortunosamente rilasciato, cade in mano tedesca. Internato nel campo di transito di Bolzano, è deportato nel Lager di Flossenburg (matricola 43468) e nel sottocampo di Zwickau. Sopravvive alla marcia della morte iniziata il 13 aprile 1945 ed è liberato dall’esercito alleato presso Schweissenreuth, in Baviera.

.Mario Avagliano (a cura di), “Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945”, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2006.   [VA-SO]

Nel capitolo III “I deportati politici e gli internati militari” (pagg. 305 e ss) lettere e diari dai campi di Bolzano, Risiera di San Sabba, Fossoli, Carpi, Monaco, Gusen, Dachau, Donauworth; dopo la liberazione da Ebensee, Dachau, Ravensbrück.

.Roberto Bonente, “Condannato a ricordare. Augusto Tebaldi a Soave : vita, Resistenza, deportazione”, Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea,  Cierre Edizioni, 2006.

Biografia del tenente Augusto Tebaldi, partigiano veronese, comandante di una compagnia di 115 giovani partigiani nella zona di Soave. Arrestato, viene deportato a Flossembürg.

.Max Boris (a cura di Simone Neri Serneri), “Al tempo del fascismo e della guerra. Racconto della vita mia e altrui”, Firenze, Polistampa, 2006.

Testimonianza autobiografica. Libro-intervista in cui Max Boris racconta il fascismo, la guerra, la Resistenza con il gruppo fiorentino dei liberalsocialisti del Partito d’Azione, i sabotaggi, i fogli clandestini, i contatti con gli Alleati per il lancio su Monte Giovi, l’arresto, le torture a Villa Triste, la deportazione a Fossoli e Mathausen.

.Giovanna D’Amico, “I Siciliani deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti 1943-1945”, Palermo, Sellerio Editore, 2006.

I nati in Sicilia che finiscono nella rete concentrazionaria sono 761. Uno studio, completo e documentalmente costituito, sulla deportazione dei siciliani nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, attraverso le memorie dei testimoni sopravvissuti ai Lager di Mauthausen, Gusen I e II, Dachau, Buchenwald, Ebensee, Dora. In due appendici sono riportati, rispettivamente, i dati, le statistiche, gli elenchi dei deportati e le schede biografiche di ciascuno dei protagonisti, e il testo integrale delle interviste.

.Giovanni Di Peio, “Teresio Olivelli. Tra storia e santità”, Ed. Effatà, 2006.

Biografia di Teresio Olivelli. Per i dati anagrafici vedi Luigi Dughera, “Teresio Olivelli”, Milano, Edizioni Paoline, 1950.

.Liana Millu, “Tagebuch: il diario del ritorno dal lager”, Firenze, Giuntina, 2006.   [SO]

Testimonianza autobiografica. Per i dati anagrafici vedi Liana Millu, “Il fumo di Birkenau”, Milano, La Prora, 1947. Nell’autunno del 1944 Liana Millu fu trasportata da Birkenau al campo di concentramento di Malchow nel Meclemburgo. Liberata nel maggio del 1945, trovò, in un fattoria abbandonata, un Tagebuch (diario) e una matita: riempì, giorno dopo giorno fino al 1° settembre 1945, tutte le 112 facciate che aveva a disposizione. Il diario è stato pubblicato dopo la morte, avvenuta nel febbraio del 2005.

.Roberto Pettinaroli, “Campo di betulle.Shoah: l’ultima testimonianza di Liana Millu”, Giuntina, 2006.   [NO-VA-SO]

L’ultima testimonianza lasciata da Liana Millu, ebrea genovese di origine pisana, partigiana catturata e deportata ad Auschwitz-Birkenau, giornalista, scrittrice e apprezzata conferenziera, intervistata dall’autore poco prima della sua scomparsa, avvenuta il 6 febbraio 2005. Per i dati anagrafici vedi Liana Millu, “Il fumo di Birkenau”, Milano, La Prora, 1947.

.Marzia Ratti (a cura di) “Non mi avrete: disegni da Mauthausen e Gusen. La testimonianza di Germano Facetti e Lodovico Barbiano di Belgiojoso”, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2006.   [NO-SO]

Il volume accompagna una mostra che presenta al pubblico un documento eccezionale e drammatico allo stesso tempo: il taccuino di disegni e ricordi “confezionato” da Germano Facetti durante la prigionia a Mauthausen riunendo disegni suoi e del compagno di prigionia Lodovico Barbiano di Belgiojoso.

.Giancarlo Restelli (a cura di), “Viaggio in un mondo fuori dal mondo : Dachau, Ebensee, Hartheim, Gusen, Mauthausen”, Milano, Editore Milano Raccolto, 2006.   [NO-VA-SO]

.Goffredo Zanchi, “Don Antonio Seghezzi (1906-1945): prete per amore del padre e dei fratelli”, Milano, Editrice Glossa, 2006.

Biografia di Antonio Elia Giuseppe Seghezzi, sacerdote e partigiano. Per i dati anagrafici vedi  Azione Cattolica di Bergamo (a cura di), “Don Antonio: Testimonianze e scritti nel decennio del sacrificio di Don Antonio Seghezzi 21 maggio 1945-21 maggio 1955”, Bergamo, Editore S. Alessandro, 1955.

2007

.Francesca Bearzatto, “Il sale sul tarassaco : Michele Mezzaroba, dall’infanzia friulana a Mauthausen”, Nuovadimensione, 2007.   [SO]

Biografia di Michele Mezzaroba, giovane partigiano, catturato e deportato a Mauthausen dove ritrova due suoi amici d’infanzia.

.Oscar Brambani, Dario Venegoni, e Associazione nazionale ex deportati politici nei campi di sterminio nazisti, “La parola a figli e nipoti: La memoria della deportazione nel racconto dei familiari”, Milano, Mimesis, 2007.   [NO]

.Francesca Capra, “Albina Moimas racconta. La testimonianza di una ex internata ad Auschwitz. Fare storia con la fonte orale: riflessioni e proposte didattiche”, Treviso, ISTRESCO, 2007.

Il volume fornisce alcune indicazioni sulla didattica della storia con la fonte orale e riporta l’intervista con Albina Moimas, nata a Monfalcone (Gorizia), arrestata perché aveva un cognato partigiano, incarcerata al Coroneo di Trieste, deportata ad Auschwitz 2, Birkenau, Ravensbrük, Wittenberg.

.Bruno Confortini (a cura di), “Mario Piccioli. Da San Frediano a Mauthausen”, Firenze, Edizioni Comune Network, 2007.

Biografia di Mario Piccioli, di Firenze. In seguito allo sciopero generale, il 7 marzo 1944 sua madre venne arrestata e portata alle Scuole Leopoldine di Firenze. Il giorno dopo, mentre Piccioli andava a cercarla, anche lui fu arrestato da un fascista. Sua madre fu rilasciata, Piccioli venne deportato a Mauthausen (matricola  57344), ad Ebensee e a Linz III.

.Mimmo Franzinelli (a cura di), “Diario di Fossoli di Poldo Gasparotto”, Bollati Boringhieri, 2007.   [NO-VA]

E’ un documento davvero eccezionale: il diario “intimo” più che “politico”, inedito e custodito nell’archivio di famiglia, cui era avventurosamente pervenuto, della prigionia di Leopoldo Gasparotto, comandante militare della Resistenza a Milano, nel campo di concentramento di Fossoli, dal 27 aprile 1944 (data del suo trasferimento dal carcere milanese di San Vittore, dove era stato torturato dai nazisti) fino al 21 giugno dello stesso anno: l’indomani verrà prelevato dal campo e fucilato dalle SS.

.Marcello Martini (a cura di Elisabetta Massera), “Un adolescente in lager. Ciò che gli occhi tuoi hanno visto”, Firenze, Giuntina, 2007.

Testimonianza autobiografica. Dei circa una decina di adolescenti politici deportati è l’unico superstite. Nato nel 1930, arruolato in una divisione partigiana Giustizia e Libertà di Firenze fin dal 15 settembre 1943, incarcerato alle Murate, deportato a Fossoli, a Mauthausen, nei sottocampi di Wiener Neustadt e di Hinterbrühl-Mödling e il terribile ritorno a Mauthausen, durante la marcia della morte.

,Angelo Picariello,” Capuozzo, accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni Palatucci”, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2007.   [VA-SO]

Biografia di Giovanni Palatucci. La prefazione è di Toni Capuozzo, figlio di un collaboratore di Palatucci; il titolo del libro è ispirato a un episodio che lo vide protagonista, quale destinatario dell’ultimo messaggio di Palatucci dal vagone piombato. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Mario Piccioli (a cura di Bruno Confortini), “Da San Frediano a Mauthausen. Testimonianze di un ex deportato nei lager nazisti”, Firenze, Comune network, 2007.

Testimonianza autobiografica. Nato a Firenze, arrestato non ancora diciottenne in seguito alle rappresaglie nazifasciste nei confronti degli scioperi delle fabbriche fiorentine del marzo 1944, fu deportato a Mauthausen, Ebensee e Linz.

.Giuseppe Valota (a cura di Giuseppe Vignati, in collaborazione con Valeria Casarotti e Teresa Garofalo), “Streikertransport: la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni, 1943-1945”, Milano, Guerini e associati, 2007.   [NO]

2008

.AA. VV., ”Giovanni Palatucci. Documenti e cronologia essenziale (1909-2009) nel centenario della nascita”, Campagna, Comitato Giovanni Palatucci, 2008.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Domenico Aronica (a cura di Gianni A. Cisotto e dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Vicenza “Ettore Gallo”), “La tragica avventura. Un siciliano dall’Altopiano di Asiago a Gusen II”, Cierre, 2008.

Testimonianza autobiografica. Nato a Canicattì ( Agrigento), l’8 settembre 1944 si trovava a Como, si aggregò ai reparti partigiani che operavano a Rubbio di Conco sull’Altipiano di Asiago. Arrestato nel settembre del 1944, incarcerato a Verona, deportato a Bolzano, poi Mauthausen e Gusen II.

.Marco Coslovich, “Giovanni Palatucci. Una giusta memoria”, Atripalda, Mephite, 2008.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Alessandro De Lisi, “Nessuno mai ci chiese: la vita del partigiano Armando Gasiani deportato a Mauthausen”, Nuovadimensione, 2008.   [SO]

Biografia di Armando Gasiani, diciassettenne partigiano  bolognese, deportato a Mauthausen e Gusen 2: una storia di resistenza, d’amore e politica. Per i dati biografici vedi Armando Gasiani, “Finché avrò voce”, Associazione Intercomunale Terre d’Acqua, 2001. E’ pubblicata un’intervista a Gasiani su http://www.lageredeportazione.org/testimonianze/pagina82.html.

.Giulio Di Luzio, “Il disubbidiente: il poliziotto che salvò ̀gli ebrei”, Milano, Editore Mursia, 2008.   [NO-VA]

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Sergio Giuntini, “Marco Brasca: una biografia resistente”, Novate Milanese, Mimesis Edizioni, 2008.   [NO]

Biografia di Marco Brasca, nato e vissuto a Novate Milanese, militante comunista, detenuto nel carcere romano di Regina Coeli e poi nel carcere di Alghero, confinato a Ferrandina, combattente nella Resistenza francese, deportato a Mauthausen dal 27 marzo 1943 e a Gusen. A lui è dedicata la sezione ANPI di Novate Milanese.

.Bruno Maida, ”Non si è mai ex deportati : una biografia di Lidia Beccaria Rolfi”, UTET, 2008.   [NO]

Biografia di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana deportata. Per i dati anagrafici vedi Lidia Beccaria Rolfi, “L’esile filo della memoria. Ravensbrück, 1945: un drammatico ritorno alla libertà”, Torino, Einaudi, 1996.

.Giuseppe Mayda,  “Mauthausen. Storia di un lager”, Il Mulino, 2008.   [NO-VA]

Mauthausen fu un campo di sfruttamento e di eliminazione, il calvario di antifascisti, partigiani, ebrei, prigionieri di guerra catturati. Mayda racconta l’intera vicenda di Mauthausen, come e perché fu costruito, chi vi fu rinchiuso, come si viveva e come si moriva.

.Daniela Muraca, “Germano Facetti: dalla rappresentazione del lager alla storia del XX secolo”, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2008.

Il libro, che accompagna una mostra, è dedicato alla figura di Germano Facetti, sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, dove fu deportato all’età di 17 anni per ragioni politiche.

.Gabriella Nocentini, “Tutto questo va detto. La deportazione di Maria Rudolf”, Portogruaro, Nuova Dimensione, 2008.

Biografia di Maria Rudolf, nata a Gorizia nel 1926, partigiana col compito di portare lettere da un gruppo all’altro sul litorale adriatico, arrestata e detenuta nelle carceri di Gorizia, processata e prosciolta ma portata nelle prigioni di Trieste, deportata ad Auschwitz (matricola 88492), poi Flossenbürg (matricola 60301). Nell’aprile del 1945 la fabbrica dove lavorava fu bombardata e Maria scappò.

.Massimo Simini (catalogo a cura di), “Dal lager: disegni di Lodovico Belgiojoso”, Milano, Raccolte storiche del Comune di Milano, 2008.

Catalogo della mostra omonima, Museo di storia contemporanea, Milano, 27 gen.-9 mar. 2008. Lodovico Barbiano di Belgiojoso, il cui studio di architettura divenne punto di riferimento per la Resistenza milanese e il movimento Giustizia e Libertà, fu detenuto nel carcere milanese di San Vittore e deportato a Fossoli, Mauthausen, Gusen (sottocampo di Mauthausen).

.Massimiliano Tenconi e Alberto Magnani, “Il quaderno di Carla. I ricordi di Carla Morani deportata ad Auschwitz”, La Memoria del Mondo, 2008.   [SO]

Testimonianza autobiografica di Carla Morani, scritta di getto al rientro in Italia su un quaderno. Aveva 23 anni, lavorava alla Snia di Magenta, partecipando d’impulso agli scioperi del marzo 1944 per cui il 20 marzo 1944 è arrestata dai militi fascisti. Dopo venti giorni in un carcere a Bergamo lei e altre operaie vengono deportate a Mauthausen, come Triangolo Rosso, poi alle carceri di Vienna e dopo Auschwitz, matricola 78946, poi Chemnitz in Sassonia. Qui avviene la separazione da Carlotta Boldrini, anche lei operaia della “Saffa” di Magenta. Dopo un terrificante bombardamento che colpisce la città è trasferita in due sottocampi di Flossenbürg.

.Piersandro Vanzan, “Giovanni Palatucci. Giusto tra le nazioni”, Gorle-Cascine Vica, Velar-Elledici, 2008.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

2009

.Gian Luigi e Julia Banfi; a cura di Susanna Sala Massari ; prefazione di Vittorio Gregotti ; postfazione di Maria Vittoria Capitanucci, “Amore e speranza: corrispondenza tra Julia e Giangio dal campo di Fossoli aprile-luglio 1944”, Milano, Ed. Archinto, 2009.   [NO-VA]

Corrispondenza clandestina tra Gian Luigi Banfi, carcerato e poi deportato, e la giovane moglie Julia Bertolotti. Dal Carcere di San Vittore a Milano a Fossoli.

.Barbara Bechelloni, “Deportati e internati. Racconti biografici di siciliani nei campi nazisti. Con 2 CD Audio”, Mediascape, 2009.

Il progetto è stato realizzato tra il 2008 e il 2009 e ha portato alla raccolta di 50 interviste audio di deportati nei campi di concentramento, di sterminio e KZ: deportati politici, ebrei, internati militari italiani (IMI).

.Alessandra Chiappano (a cura di), “Essere donne nei lager”, Giuntina, 2009.   [NO-SO]

Ricerca complessiva con studi, testimonianze e  vari contributi, proposti in gran parte durante i lavori di un seminario che si è svolto per iniziativa dell’INSMLI e dell’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia nel gennaio 2008.

.Giovanna D’Amico, Giovanni Villari e Franceso Cassata (a cura di), “Il libro dei deportati. Volume1: I deportati politici: 1943-1945”, Milano, Mursia, 2009.   [NO-VA]

Ricerca del Dipartimento di Storia dell’Università di Torino promossa dall’ANED. Questo libro riporta 23.826 nomi di deportati politici italiani, uomini e donne, che tra il 1943 e il 1945 furono deportati per motivi politici nei lager nazisti, con le date e i luoghi di nascita, di arresto, di detenzione, di liberazione o di morte.

.Ennio Di Francesco, “Un commissario scomodo”, Roma, Teti, 2009.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Giorgio Ferrero, “Storia partigiana: la guerra, la deportazione, la liberazione nelle memorie di Giorgio Ferrero”, Milano, Mursia, 2009.   [NO]

Testimonianza autobiografica. A diciannove anni sale sulle Alpi liguri a fare il partigiano. Un brutto Natale viene arrestato e deportato a Mauthausen e poi nel sottocampo di Ebensee.

.Nazareno Giusti, “L’ultimo questore. La vera storia di Giovanni Palatucci, il poliziotto che salvò migliaia di ebrei”, Livorno, Belforte, 2009.   [NO]

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Rudolf A. Haunschmied e Johann Prinz, “Getta la pietra! Il lager di Gusen-Mauthausen”, Mimesis, 2009.

Gusen, noto e famigerato sottocampo del lager di Mauthausen, è stato definito il cimitero degli italiani per l’elevato numero di deportati italiani che vi trovò la morte, per la magior parte deportati politici.

.Brunello Mantelli (a cura di), “Il libro dei deportati. Volume 2: Deportati, deportatori, tempi, luoghi”, Milano, Mursia, 2009.   [NO-VA]

Ricerca del Dipartimento di Storia dell’Università di Torino promossa dall’ANED. Vari studi sui singoli lager di Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Bergen-Belsen, Dachau, Mittelbau-Dora, Ebensee, Mauthausen, Natzweiler, Neuengamme, Ravensbrück, Sachsenhausen, Stutthof.

.Maria Camilla Pallavicino di Ceva e di Priola (a cura di Elisa Mora), “Non perdere la speranza. La storia di due sorelle in Lager”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2009.

Testimonianza autobiografica. Partigiana (brigata Val Mongia-Mondovì, nome di battaglia “Camilla”), viene arrestata insieme alla sorella Maria Alessandra, imprigionate a Genova (Marassi),nel campo di Fossoli e a Verona e di qui deportate insieme a Ravensbrück (matricola 49569) e nel sottocampo di Rechlin, dove rimane fino alla liberazione Due documenti rappresentano il cuore di questo libro: un dattiloscritto inedito sulla deportazione a Ravensbrück e un sorprendente libricino di 150 pagine: preziosi fogli sui quali di sera Maria Camilla annotava con precisione le ricette di gran parte d’Europa raccontate dalle altre prigioniere.

.Franco Stano, “Ebbe come criterio il cuore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 2009.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

2010

.Onorina Brambilla Pesce, “Il pane bianco: la vita coraggiosa della gappista Sandra. Le azioni militari al fianco di Visone; la trappola del tradimento; il carcere di Monza delle SS; la deportazione nel lager di Bolzano“, Varese, Arterigere, 2010.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica di Onorina Brambilla, partigiana milanese incarcerata a Monza e deportata a Bolzano.

.Bruno Vasari (a cura di Barbara Berruti), “Milano-Mauthausen e ritorno”, Firenze, Giuntina, 2010.

Testimonianza autobiografica di Bruno Vasari con una riedizione del primo testo dell’agosto 1945 nato come relazione al Partito “Mauthausen bivacco della morte”, arricchito dall’introduzione e le note di Barbara Berruti.

2011

.Carlo Antonini (a cura di), “Rinchiudere un sogno. Da Piacenza ai lager nazisti. Il libro dei deportati politici”, Scritture, 2011.

.Pietro Arienti, “Dalla Brianza ai lager del Terzo Reich. La deportazione verso la Germania nazista di partigiani, oppositori politici, operai, ebrei. Il caso dei lavoratori coatti”, Bellavite, 2011.   [NO]

.Elio Bartolozzi (a cura di Marta Baiardi, prefazione di Enzo Collotti, saggio linguistico di Neri Binazzi), “La mia vita prigioniera. Memoriale di deportazione di un contadino toscano”, Firenze, Istituto Storico della Resistenza in Toscana e Regione Toscana, 2011.

Testimonianza autobiografica scritta di getto al ritorno dal lager. Contadino ventenne di Ceppeto, arrestato per aver dato aiuto a due partigiani feriti, incarcerato e deportato a Bolzano e da qui a Mauthausen e Gusen. Libro pubblicato integralmente all’indirizzo http://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/eda/pubblicazioni/pub3976.pdf

.Adele Bellomia, Ninfa Cancemi, Barbara Nanè (a cura di),“Sul filo della memoria. Intervista a Nunzio Di Francesco”, Edizione ANED, ANPI e Comune di Avola, 2011.

Intervista a Nunzio Di Francesco, partigiano in Piemonte nelle Brigate Garibaldi e deportato. Per i dati anagrafici vedi Nunzio Di Francesco, “Il costo della libertà: memorie di un partigiano combattente, superstite del campo di sterminio di Mauthausen e Gusen 2”, Catania, Bonanno, 2007.

.Anna Bravo e Federico Cereja (a cura di), “Intervista a Primo Levi, ex deportato”, Einaudi, 2011.   [NO-VA-SO]

“Testimone del vissuto”: cosí si presenta Primo Levi in questa importante intervista del 1983. Levi, ebreo ma partigiano e deportato per motivi politici, racconta il retromondo minuto dei gesti quotidiani ad Auschwitz, i volti e le storie dei personaggi dei suoi libri.

.Georges De Canino, “Il poliziotto che cercava le stelle”, Roma, Anicia, 2011.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Sergio De Tomasi, “Autobiografia di un partigiano combattente”, Varese, Editore Macchione, 2011.   [VA]

Testimonianza autobiografica. Partigiano nella Resistenza varesina, fuggito in Svizzera, rientrato, arrestato su delazione e deportato a Mauthausen. Al libro è allegato un DVD con intervista-video.

.Anna Di Gianantonio e Gianni Peteani, “Ondina Peteani. La lotta partigiana, la deportazione ad Auschwitz, l’impegno sociale: una vita per la libertà”, Milano, Ugo Mursia Editore, 2011.

Biografia di Ondina Peteani. Nata a Trieste, prima ancora dell’8 settembre 1943 è staffetta nelle prime formazioni partigiane nel Monfalconese e sul Carso triestino. Arrestata due volte dalla polizia fascista, la Peteani riesce a fuggire. L’11 febbraio 1944 a Vermegliano (Gorizia) è arrestata dai nazifascisti, che la segregano a Trieste nel Comando delle SS di piazza Oberdan, poi al carcere del Coroneo. Deportata ad Auschwitz (matricola 81672), Ravensbrück, Eberswalde, presso Berlino. Fugge nel corso di una marcia forzata di cinque giorni, che avrebbe dovuto riportarla a Ravensbrück.

.Enea Fergnani, “Scordatevi di essere vivi”, Torino, Bollati Boringhieri, 2011.   [NO-VA]

(Vedi Enea Fergnani, “Un uomo e tre numeri”, Speroni editore, 12 dicembre 1945, di cui questo libro è la terza edizione)

.Gianfranco Maris, “Una sola voce: scritti e discorsi contro l’oblio”, Mimesis, 2011.   [NO]

Testimonianza autobiografica. Il libro raccoglie una selezione di scritti e discorsi di Gianfranco Maris. Arrestato il 20 gennaio del 1944 a Lecco dalle SS per attività partigiana, trasferito nelle carceri di Bergamo e poi di S. Vittore a Milano, sarà tradotto nel campo di Fossoli, in seguito a Bolzano e infine deportato nel Lager di Mauthausen (matricola 82394)e nel sottocampo di Gusen 1.

.Delfina Tromboni, “Storie di esilio, di fuga e di deportazione. Ferraresi ed emiliani: romagnoli nella diaspora ebraica ed antifascista. Atti del convegno (Ferrara, 29 gennaio 2010)”, Tresogni, 2011.

.Manuela Valletti Ghezzi, “Deportato I 57633: Voglia di non morire”, Photocity, Pozzuoli, 2011.   [SO]

Biografia di Ferdinando Valletti, catturato dalle SS tedesche per aver aderito allo sciopero del marzo 1944 all’Alfa Romeo. Inviato prima al carcere milanese di San Vittore, deportato a Mauthausen e poi Gusen II.

2012

.Mario Avagliano e Marco Palmieri, “Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945”, Torino, Einaudi, 2012.   [NO-VA-SO]

Le lettere, ufficiali e clandestine, e i biglietti lanciati dalle tradotte ferroviarie, dei deportati politici e i prigionieri nelle carceri del Reich.

.Michele Bianco e Antonio De Simone Palatucci, “Giovanni Palatucci. Un giusto e un martire cristiano”, Napoli, La scuola di Pitagora, 2012.

Biografia di Giovanni Palatucci. Per i dati biografici vedi Goffredo Raimo, “A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci”, Montella, Dragonetti, 1989.

.Erino D’Agostini, “Un prete a Dachau”, Morganti Editori, 2012.

(Vedi Erino D’Agostini, “Dalla montagna a Dachau. Testimonianza di un prete italiano 1943-1945”, Udine, Pellegrini, 1982, di cui questa è la seconda edizione).

.Carlo Greppi, “L’ultimo treno. Racconti del viaggio verso il lager”, Rona, Donzelli Editore, 2012.   [NO-SO]

Dall’autunno del 1943 decine di convogli sono partiti da centri abitati, dai campi di Borgo San Dalmazzo, Carpi, Bolzano-Gries, Risiera di San Sabba con deportati politici: destinazione i campi di sterminio nazisti.

.Gianfranco  Maris, “Per ogni pidocchio cinque bastonate: i miei giorni a Mauthausen”, Milano, Mondadori ,2012.   [NO-VA-SO]

Testimonianza autobiografica. Partigiano in Val Brembana, organizzatore di una brigata in Val Taleggio, poi in Valtellina per il PCI di Milano. Arrestato a Lecco dalle SS, rinchiuso in carcere a Bergamo e a San Vittore a Milano, deportato a Fossoli, quindi Mauthausen-Gusen.

.Gracco Spaziani e Paola Dalli Cani, “Prigionia e deportazione nel veronese. 1943-1945”, Cierre Edizioni, 2012.

Tra il 1943 e il 1945 a Verona, centro nevralgico dell’occupazione nazista in Italia, furono imprigionati numerosi oppositori politici, ebrei, militari, non solo veronesi. Studi e testimonianze di ex-deportati.

2013

.Christian Bernadac, “Ravensbrück, il lager delle donne”, Pgreco, 2013.   [NO-VA]

Questo libro racconta nei dettagli, attraverso una mole sterminata di documenti, la vita nel lager di Ravensbrück delle donne: antinaziste comuniste, socialdemocratiche, testimoni di Geova ma anche tedesche ariane, colpevoli di aver amato sottouomini di altre razze.

.Barbara Berruti (a cura di), “Bruno Vasari. ”Il superstite””, Alessandria, Edizioni Dell’Orso, 2013.

Bruno Vasari, nato a Trieste il 9 dicembre 1911 e trasferitosi a Torino nel 1938, in quanto partigiano era stato deportato a Mauthausen ed era fortunatamente sopravvissuto. Primo Levi, dedicandogli nel 1984 una poesia dal titolo “Il superstite”, lo consacrò alla storia come “il superstite”, quasi per antonomasia.

.Bruno Vasari, “Du bald Kaputt. Rammemorando i Lager. I dettagli che non si trovano nei libri di storia”, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2013.

Testimonianza autobiografica, schegge di memoria diverse. Bruno Vasari è arrestato il 6 novembre 1944 a Milano per attività antifascista. Detenuto nel carcere milanese di San Vittore e poi nel campo di Bolzano, viene deportato a Mauthausen (numero di matricola 114119).

a cura di Renata Pasquetto, ANPI Legnano