Ieri come oggi : quanta Resistenza hanno ancora da affrontare gli italiani?
Discorso in Piazza San Magno, 25 aprile ’17
Quando mi è stato chiesto di esporre alcune riflessioni in merito alla ricorrenza del 25 Aprile, la mia è stata una scelta ponderata e non scontata, in quanto spesso è facile cadere nella retorica rischiando di perdere di vista il vero significato.
Oggi, come in passato, questa ricorrenza è stata fatta oggetto di strumentalizzazione dalle varie parti e fazioni politiche; facendo passare in secondo piano fatti, vite, emozioni, volontà e speranze nel futuro delle persone che hanno fatto la Resistenza; uomini e donne, che si sono impegnati e sacrificati.
Persone di molteplici e talora opposti orientamenti politici in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui partiti componenti avrebbero, più tardi, costituito insieme i primi governi del dopoguerra.
Viviamo in un momento di confusione e sconvolgimento epocale che richiede di saper andare oltre gli schieramenti e le ideologie del passato, per poter guardare con lungimiranza al futuro che ci si prospetta.
Perché, citando Orwell:
“chi controlla il passato controlla il futuro Ma chi controlla il presente controlla il passato”.
Io 70 anni fa non esistevo, e non è sempre facile immedesimarsi e comprendere le ragioni degli avvenimenti che hanno fatto la storia del nostro paese; Ma anche se oggi sembra che questi fatti appartengano al passato, i valori che ricordiamo con questa ricorrenza sono più che mai attuali.
Se qualcuno questa mattina mi avesse chiesto che cosa si ricorda oggi io avrei risposto prontamente: la liberazione dal nazi-fascismo, e forse mi sarebbe bastato per pensare di aver dato la risposta corretta.
Ma in realtà mi sono chiesto, tutto ciò che cosa rappresentava davvero per chi lottava fino a sacrificare la vita? La liberazione da cosa? Contro cosa si battevano davvero per liberarsi? Per cosa mi sarei battuto io, e quali di questi ideali un ragazzo nel 2017 puo’ ancora sentire forti vivi e attuali?
Liberazione. Io penso che cio’ da cui volevano davvero liberarsi le persone, era quello da cui tutti noi , anche oggi, vorremmo liberarci.
Si battevano per liberarsi dalla paura. Liberarsi dalla guerra, per eliminare i genocidi che facevano devastazione e stragi di vite umane , di persone che non sopravvivevano o se riuscivano a sopravvivere, rimanevano segnate per sempre dagli orrori che avevano visto o vissuto sulla loro pelle.
Si battevano dall’oppressione e dalle imposizioni che ritenevano non condivisibili . Volevano la liberazione dalla paura della guerra, ma anche dalla paura di essere privati della loro libertà.
Volevano riappropriarsi del loro diritto di pensare e di parlare come uomini e donne davvero liberi.
Sognavano un futuro di democrazia, di pace, dove la paura non fosse piu’ il drammatico filo conduttore delle loro vite e delle loro scelte.
Speravano nella nascita di un mondo di pace, di rispetto, di libertà di pensiero e di parola. Un futuro migliore dove poter costruire una vita libera dalla miseria, dalla schiavitu’ del bisogno, e dalle imposizioni spesso violente o subite.
Queste persone che si sono battute per la liberazione che oggi ricordiamo, avrebbero potuto scappare , abbandonare l’Italia, forse anche io spinto dalla paura avrei potuto pensare di farlo.
Eppure loro sono rimasti ; donne, uomini, hanno lottato con coraggio per le proprie idee, per la speranza di poter realizzare un futuro diverso nella loro terra, sacrificando per il loro paese, la loro vita e forse quella ancor piu’ importante dei loro cari.
Quante madri, padri, figli hanno sofferto la pena piu grande? Qualcuno ha detto che non siamo piante che hanno bisogno di radici e terra per crescere. Ma qualcun altro ha risposto che se la terra in cui nasciamo è cattiva niente ci può crescere.
Io ringrazio e rispetto chi prima di me si è battuto per la speranza e con l’intento di darci un futuro migliore nel nostro paese. Dobbiamo far in modo che la terra, tutta la terra, sia un posto buono dove possa crescere qualcosa di positivo, di speranza, di libertà e di evoluzione per l’umanità intera.
Non accontentiamoci di mettere un dito per tappare una falla convinti che tutto vada bene e basti cosi’.
Siamo davvero sicuri che le cose oggi siano davvero cambiate e lontane?
Quanti paesi nel mondo non hanno ancora festeggiato il loro 25 Aprile? In quanti paesi ancora oggi si commettono torture e genocidi, in quanti paesi si usa la violenza per imporre con la forza. In quanti paesi non esiste la pace. In quanti paesi si rispettano con intelligenza la vita , le idee e la dignità del prossimo?
Siamo sicuri di essere davvero liberi oggi?
Siamo sicuri che la democrazia , il rispetto del popolo e delle loro idee sia davvero preso in considerazione?
Siamo sicuri che siamo liberi di essere rappresentati da chi abbiamo scelto e deciso?
Siamo realmente liberi dalla paura, dalla povertà, liberi di poter scegliere la nostra vita?
Liberi di poter restare nella nostra nazione certi che lì potremo trovare futuro, pace, la possibilità di un lavoro e di una vita da vivere in modo dignitoso?
Quanti Italiani si sentono sopraffatti e defraudati dei loro diritti , e lottano ogni giorno con lo spettro , la paura o la quotidianità di una nuova povertà che li ha colti alle spalle, magari dopo anni di sacrifici, o attanaglia le famiglie, giovani o meno giovani, alle prese con l’incertezza , la precarietà, l’assenza della possibilità di programmare il futuro di una vita possibile per i propri figli.
Siamo davvero sicuri che siamo liberi di decidere della nostra vita se non riusciamo piu’ nemmeno ad aver il coraggio di amare e mettere al mondo dei figli per la paura di un futuro incerto?
Se non siamo sicuri nel mondo e in casa nostra, siamo veramente liberi?
Io voglio come futuro, un futuro di pace, di liberta, dove posso esprimere la mia opinione, nel rispetto degli altri e nel confronto con chi la pensa diversamente da me, corretto e costruttivo, senza ritorsioni ne intellettuali ne addirittura fisiche.
Voglio poter ascoltare un comizio politico o una manifestazione per esprimere le mie idee senza pensare che fuori ci sono scontri devastazioni e violenza.
Questa non è democrazia. Questa non è libertà.
Il futuro che vorrei è un futuro dove il sopruso non deve piu’ esistere.
Voglio un futuro di libero pensiero.
Ci trinceriamo dietro le informazioni che ci vengono date dimenticandoci, talvolta, che anche le informazioni possono essere gestite e manipolate da interessi che sono molto al di sopra delle nostre teste e delle nostre vite, e noi non dobbiamo essere delle semplici, forse inermi, pedine.
Le persone hanno diritto di non essere manovrate dall’alto ma di essere ascoltate e rispettate.
Hanno il diritto all’autodeterminazione.
E’ troppo facile inventare nuove parole per liquidare, sminuire o tacciare il pensiero dei cittadini.
Dobbiamo recuperare il coraggio civile di scegliere. Per noi ragazzi che ci accingiamo a compiere i 18 anni sarà un onore, e siamo desiderosi di poter esprimere la nostra opinione per partecipare a quello che pensiamo possa essere il nostro futuro.
Non togliete ai giovani la freschezza delle idee e la volontà di riprogettare e ricostruire il futuro, tenendoli parcheggiati e svuotati all’angolo per comodità, perché non diano fastidio. Ognuno ha diritto di costruire la propria vita.
Legnano, come tante altre città, a breve avrà la possibilità di andare al voto, non dimentichiamoci di andare a votare, in democrazia è un nostro diritto e un nostro dovere partecipare alla vita del paese, non diamolo per scontato. Chi si è battuto per il 25 Aprile non lo dava certo come un fatto scontato.
Non dimentichiamo che la democrazia ha gli strumenti per poter essere attuata e votare è un privilegio per cui qualcuno si è battuto prima di noi. Il vero modo per rendere merito a chi si è battuto per questi ideali, e’ farli vivere ancora oggi.
Noi giovano possiamo condividerli, ancora oggi possiamo tenerli vivi nelle nostre scelte e nei nostri gesti di ogni giorno.
Legnano si avvicina al suo mese forse piu’ bello, ricco di eventi e manifestazioni legate al Carroccio. Non dimentichiamo che l’Italia è fatta di tante date che hanno un senso.
Tra pochi giorni sarà il primo Maggio, il mio pensiero va anche a tutti quei lavoratori e quegli imprenditori che vivono nell’incertezza, nella precarietà, spesso senza ormai più diritti, senza sapere se domani potranno ancora aprire i cancelli alla loro azienda. Spesso le politiche economiche e del lavoro, penalizzano i nostri lavoratori anziché tutelarli e incentivare gli imprenditori. Svendere a pezzi l’Italia non può essere la soluzione.
Non dimentichiamo gli 8 milioni di italiani in povertà, di cui 4 milioni e mezzo non hanno il minimo per vivere con dignità.
Dobbiamo decidere se siamo davvero uomini e donne libere o ci accingiamo a perdere la nostra dignità e a diventare tutti schiavi, i nuovi nomadi del lavoro, che non avranno forse piu’ il diritto di scegliere dove poter costruire la propria casa , coltivare il proprio campo e costruire la propria comunità e rete famigliare e sociale.
Dobbiamo decidere se siamo liberi o Vogliamo essere trasformati ad uso e consumo del caos da chi manovra i sistemi.
Serve guardare oltre in quale direzione stiamo andando. A quali ideali vogliamo davvero ispirarci. Vogliamo davvero perdere le conquiste e la società liberale che abbiamo costruito nel tempo e abdicare ai diritti che abbiamo acquisito lottando.
La libertà di pensiero, di parola, i diritti delle donne che sono ancora lungi dall’essere conquistati in molte parti del mondo.
La vera libertà deve passare necessariamente attraverso la possibilità di una scelta Libera e non condizionata dalla paura o dal bisogno.
In quale direzione vogliamo andare? Stiamo brancolando nel buio, ma noi, la gente comune spinta dai venti, deve aprire gli occhi e cominciare a scegliere quale direzione percorrere.
Non dobbiamo piu accettare il degrado, il degrado delle nostre idee, delle nostre città, non accettiamo passivamente l’idea di un ineluttabile destino di decadimento.
Servono Rispetto, Onestà, Giustizia.
Una giustizia che garantisca al cittadino di sentirsi tutelato, rappresentato e protetto.
Non sovrascriviamo la nostra storia, ci appartiene e da essa dobbiamo ripartire con maggiore consapevolezza e rispetto.
Dobbiamo scegliere in quale direzione andare, non possiamo piu’ aspettare oltre.
Porre i nostri paletti e decidere la nostra strada prima di perderla e di disperderci.
Abbiamo anni e anni di storia e di cultura e il progresso dell’essere umano dovrebbe portare all’evoluzione e non all’involuzione.
La libertà richiede di essere usata con RESPONSABILITA’. Esistono non solo diritti ma anche doveri. Serve Lungimiranza , coraggio, passione e volontà per essere mantenuta ieri come oggi.
Siamo qui oggi a ricordare e ringraziare chi si è battuto per la speranza e nell’ideale di un’Italia migliore. Ma il vero modo per ringraziare e rendere onore a queste persone, è batterci per un paese all’altezza delle aspettative , di chi voleva ricostruire un Paese migliore.
Dobbiamo ritrovare il coraggio di portare avanti le idee necessarie, basta con lassismo , basta parlare, ognuno di noi faccia UN gesto , UNA scelta ogni giorno per cambiare quello che c’è da migliorare.
Ieri come oggi : Quanta Resistenza hanno ancora da affrontare gli italiani?
Stefano Barlocchi,
Isis Bernocchi di Legnano