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“La fattoria degli animali” di Stefano Barlocchi

La trama del romanzo ha origini dal sogno del vecchio Maggiore, il suino più anziano della fattoria padronale.
Maggiore, nei suoi ultimi giorni di vita, sogna una grande rivoluzione, in cui tutti gli animali si ribellano contro il padrone della fattoria, e in generale l’essere umano.
Il sogno è costituito da fasi di battaglia di valorosi animali, che mettendo a rischio la propria vita, riescono a rovesciare una dittatura umana troppo ingombrante, salendo loro stessi al potere, con una strategia di autogoverno del popolo, che avrebbe portato finalmente il meritato, e tanto desiderato, benessere.
Il sogno di Maggiore è chiaramente un riferimento al sogno della rivoluzione socialista o comunista, e i principi su cui si basa l’Animalismo, l’ideologia politica ideata da Maggiore stesso, si rifanno direttamente a quelli del comunismo, con particolare attenzione al modello russo e alla rivoluzione russa contro lo zar.
Le idee fondamentali alla base di questa linea politica sono l’eguaglianza tra tutti gli occupanti della fattoria, che s’impegnano a non prevaricare il prossimo, a vivere come compagni, rispettandosi reciprocamente e agendo in maniera opposta al modo di agire dell’uomo, che sfrutta e maltratta gli animali.
Nel romanzo l’uomo è chiaramente la metafora del capitalismo e del totalitarismo in generale, entrambe entità duramente criticate da Orwell.
Tra i precetti fondamentali dell’Animalismo, trovano spazio anche regole che avevano lo scopo di impedire la rinascita di un sistema simile a quello rimpiazzato, esistono quindi regole che impongono agli animali il divieto di indossare abiti, di bere alcolici, di dormire in un letto, di uccidere altri animali. Tutti divieti che verranno sostanzialmente modificati durante il processo di metamorfosi dei maiali, nella parte finale del romanzo.
Infine, il principio fondamentale, la prima delle regole dell’animalismo, in cima a tutte le altre, era quella secondo cui “Tutto ciò che ha due gambe è cattivo, tutto ciò che ha quattro zampe o possiede ali, è buono”, che verrà tragicamente mutata in “Due gambe cattivo, quattro gambe meglio!” nella fase di metamorfosi dei maiali.
Le regole infrante sono emblematiche della critica che Orwell avanza al comunismo, che inizialmente agisce a favore del popolo, ma successivamente riacquista i vizi contro cui tanto ha lottato in precedenza, ad esempio nel panorama sovietico del periodo Stalinista.
2.
Napoleone e Palladineve sono due dei personaggi più importanti del romanzo, oltre ad essere i più facilmente collegabili alla storia del comunismo in Russia.
Napoleone, che rappresenta direttamente Stalin, inizialmente si trova in accordo con Palladineve, con il quale condivide l’ideologia dell’Animalismo e l’importanza della rivoluzione contro l’uomo.
Successivamente alla messa in atto della rivoluzione, dopo la liberazione della fattoria padronale, inizia a farsi più vivo il disaccordo tra i due maiali.
Il culmine di questo contrasto tra i due personaggi si raggiunge nel momento in cui Palladineve inizia a progettare minuziosamente il mulino a vento, che avrebbe dovuto migliorare notevolmente le condizioni di vita degli animali della fattoria attraverso la produzione di energia elettrica, che doveva essere utilizzata per alimentare il riscaldamento e la luce in tutti i capanni e le stalle.
Napoleone si trova in forte disaccordo con questa iniziativa, tanto da iniziare ad incolpare Palladineve dei peggiori crimini, scatenando contro quest’ultimo tutta la potenza della stampa e della propaganda, curata dal fedele Clarinetto.
Napoleone ha la meglio, e Palladineve viene cacciato fisicamente dalla fattoria, incolpato di gravi reati.
Successivamente alla cacciata di Palladineve, Napoleone si appropria dei progetti del mulino, realizzati dal suo avversario, e li propone come suoi, suscitando alcuni dubbi ma principalmente grande approvazione dagli altri animali che si fanno convincere dell’importanza della realizzazione di questo progetto.
3.
La costruzione del mulino a vento è un diretto riferimento al piano quinquennale Stalinista, che prevedeva di incrementare notevolmente la produzione industriale, che avrebbe portato un notevole miglioramento dell’economia Russa.
Esattamente come nel caso del piano quinquennale, la costruzione del mulino a vento era un’impresa quantomeno ambiziosa per dei semplici animali, ed era chiaro quanto quest’impresa avrebbe impattato sulla mole di lavoro da svolgere per tutti.
Nella fase centrale della costruzione del mulino, infatti, tutti gli animali lavorano fuori dai loro orari, specialmente Gondrano (Boxer nella versione originale), il cavallo più forte e prestante della fattoria, che utilizza come suo motto personale la frase “Lavorerò di più”, che rimanda a mio parere al concetto di lavoro a cottimo messo in atto durante il periodo immediatamente prima del grande terrore in Russia.
Gli animali vengono convinti da Napoleone e dalla sua propaganda che il mulino a vento è l’unico obiettivo, che tutti devono volere fortemente e per la cui costruzione occorre lavorare intensamente anche fuori dagli orari stabiliti, anche rinunciando a razioni di cibo, per permettere di lavorare con maggiore efficienza.
Questo episodio rimanda chiaramente all’eccessivo lavoro che pesava sulle spalle dei contadini Russi durante, appunto, il periodo della messa in atto del piano quinquennale, contadini che dovevano ridurre i loro guadagni e il loro cibo, per incrementare l’esportazione di grano e l’invio di derrate alimentari alle città industrializzate.
4.
Inizialmente Stalin basava la sua linea politica sul comunismo puro, ritenendo che lo zar aveva acquisito sin troppo potere, e che era necessario rivoltare l’ordinamento dello stato, per permettere al popolo di essere sovrano e di avere maggiori diritti, specialmente per le classi meno agiate.
Successivamente, con l’inizio del piano quinquennale, queste ideologie vengono messe da parte per dare maggiore spazio ad una produzione industriale più intensiva, che sarà la diretta causa dell’enorme mole di lavoro sulle spalle dei contadini nelle regioni meno industrializzate.
Il progetto stalinista aveva come obiettivo centrale l’incremento della produzione industriale nell’ambito della produzione di metalli, carbone e altri ambiti.
Per incrementare l’efficienza industriale, era però necessario utilizzare le regioni meno industrializzate come supporto per attuare questo cambiamento.
Stalin riteneva necessario incrementare la produzione di grano, ma inviare gran parte del prodotto alle città industrializzate, oppure esportarlo verso altri paesi per avere un giovamento economico da investire nel miglioramento delle industrie.
Questo insieme di scelte economiche saranno poi la causa del grande terrore e anche di alcune ribellioni dei contadini, che verranno poi internati nei Gulag.

6.
Nella parte finale del romanzo, tutti i timori nati negli animali, che erano arrivati a notare una grande somiglianza tra i maiali e quello che una volta era il signor Jones, diventano realtà.
Alcuni animali, infatti, insospettiti dal modo di agire dei maiali, si affacciano ad una finestra che dava nella sala da pranzo della casa padronale, ex-abitazione del temibile signor Jones, e quello che si trovano a vedere è una scena a dir poco sconcertante: Napoleone e gli altri maiali a tavola con altri esseri umani, proprietari delle vicine fattorie.
Questa scena è emblematica, e rimanda direttamente al decadimento del comunismo in Russia.
I maiali, che tanto avevano predicato la malvagità dell’uomo, ora hanno scambi commerciali con l’uomo stesso, e bevono vino a tavola con lui, vestiti come lui, parlando e atteggiandosi come lui.
Il culmine di questa scena lo si ha nel momento in cui Napoleone brinda con gli altri proprietari al nuovo nome della fattoria: “Fattoria Padronale”, esattamente come si chiamava ai tempi di Jones.

7.
Nella parte centrale e finale del romanzo, alcuni animali riescono a notare dei piccoli cambiamenti effettuati ai comandamenti scritti a grandi lettere sul muro più importante della fattoria.
Non essendo in grado di leggere, e essendo tutti fedeli al loro capo Napoleone, non si curano più di tanto di queste modifiche, fino al momento in cui anche il più importante dei comandamenti, il primo, l’origine di tutta la rivoluzione, viene cancellato e modificato a favore di un nuovo comandamento sostitutivo, che risulta un ossimoro comparato a quelli che erano stati i principi fondamentali dell’animalismo.
Inizialmente il comandamento era “Tutti gli animali sono eguali”, ma dopo la metamorfosi dei maiali, sul muro appare la scritta “Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni sono più eguali degli altri”, affiancata da “Due gambe buono, quattro gambe meglio!”.
Nuovamente siamo di fronte a una forte critica avanzata dall’autore verso la contraddizione ideologica del comunismo.

8.
Nel romanzo sono presenti diversi personaggi di contorno, che però sono in grado di chiarire la situazione e di realizzare un parallelismo tra la realtà dei fatti e la trama, che inizialmente potrebbe apparire infantile, del romanzo.

Di seguito analizzo alcuni dei personaggi o dei gruppi di personaggi, a mio parere più emblematici e degni di nota:
Cani: Sono le guardie del corpo personali di Napoleone, possono essere direttamente collegati con la polizia politica in Russia, che agisce violentemente contro tutti gli oppositori di Stalin specialmente nel periodo del Grande Terrore.
Clarinetto: Il maiale della propaganda, colui che mette in piedi tutto un meccanismo di mezze verità o palesi bugie, confezionate con precisione per mettere in luce Napoleone, e nascondere i suoi sotterfugi.
Pecore: Le pecore agiscono in massa, seguendo unicamente ciò che Napoleone predica, mosse non da ideali, ma da una generalizzata ignoranza collettiva, che le porta a replicare con precisione ciò che secondo Napoleone è giusto, ad esempio ripetendo in coro i comandamenti da lui impartiti.
Le pecore rappresentano direttamente il popolo, che segue in massa le ideologie di Stalin senza farsi troppe domande.
Gatto e topo: Rappresentano quella parte della società che non è in grado di capire ciò che sta succedendo, i parassiti della società, quelle persone che vivono attaccate al gruppo, lasciandosi trascinare.
Mosè: Un corvo nero che rappresenta direttamente la chiesa, predicava di mantenere integra la fede, di impegnarsi più di tutto nel lavoro, nella speranza di un ipotetico paradiso, il monte Zuccherocandito, un luogo di pace e felicità, che avrebbero raggiunto solo lavorando e mantenendo la loro fede.
L’introduzione di questo personaggio mette in luce l’ideologia Marxista di Orwell, che vedeva la religione come “l’oppio dei popoli”, un’entità che rendeva schiave le menti delle persone, un’entità che null’altro aveva come scopo se non quello di controllare le masse.
Asino: Animale in grado di capire ciò che sta accadendo, ma che preferisce non esporsi e non muovere un passo contro l’inesorabile decadimento delle ideologie alla base dell’animalismo.
Galline: Rappresentano i contadini Russi che si ribellano al regime comunista, ad esempio rifiutandosi di consegnare ai maiali le loro uova, vengono punite con la fame, per giorni e giorni non ricevono razioni di cibo, fino al momento in cui cedono e consegnano le loro uova.

Stefano Barlocchi

Isis Bernocchi di Legnano, V informatici