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Lettera aperta al sen. Luciano Guerzoni, Cassano Magnago 30 ottobre 2016 (commemorazione M. Venegoni)

Delusione! Sono le 11.45 ed è appena terminata la manifestazione in ricordo di Mauro Venegoni a Cassano Magnago (30 ottobre), in prossimità del cippo a lui dedicato.
In quel momento mi chiedo se ho sbagliato giorno e ora. Credevo che fosse la cerimonia in ricordo della sua morte per mano fascista il 31 ottobre del ’44 mentre ho ascoltato un comizio referendario per il voto del 4 dicembre (!)
Andiamo per ordine. Dopo l’intervento del presidente dell’Anpi Legnano e del sindaco di Cassano Magnago è il momento del senatore Luciano Guerzoni, “vice presidente vicario Nazionale Anpi”, così dice la locandina.
Dopo i primi due interventi per forza di cose introduttivi a lui tocca parlare di Mauro e dei fratelli Venegoni.
Guerzoni esordisce candidamente dicendo che fino a qualche giorno prima non conosceva nulla dei Venegoni e poi qualcuno di Legnano gli ha fatto avere delle informazioni.
Bel modo di fare! Chi deve commemorare un partigiano particolarmente amato ancora oggi nella Valle Olona non conosce neppure chi sia.
Forse commemorare per alcuni vuol dire fare della retorica bolsa sui giovani, il lavoro, la politica, la corruzione… oppure commemorare vuol dire ricordare con affetto, ma anche con rigore documentario, la persona di cui si vuole mantenere vivo il ricordo? A casa mia (forse perché sono un insegnante) commemorare vuol dire studiare, analizzare, capire e ricordare una persona verso la quale si avverte un forte debito ideale e morale.

Strano che Guerzoni non conosca i fratelli Venegoni. Eppure leggo in Vikipedia che Guerzoni ha passato una vita nel Partito comunista dove Mauro ha militato dalla nascita del partito nel 1921 fino alla morte nel ’44. Carlo invece è stato comunista dal ’21 fino alla sua scomparsa (1983) ricoprendo per alcuni decenni la carica di parlamentare.
Mai letta la “Storia del Pci” di Paolo Spriano, caro Guerzoni? In molte pagine Spriano fa riferimento all’attività dei due fratelli nel ’43 e nel ’44, alle polemiche che hanno diviso i Venegoni dal vertice del Pci fino al momento in cui Mauro fu espulso per aver assunto posizioni polemiche contro lo stalinismo presente nel partito di Longo e Secchia. Mai letta l’ “Enciclopedia del fascismo” di Sessi e Collotti (Einaudi 2000, pag. 951-953) dove compaiono le biografie dei quattro fratelli?
Pensare che i Venegoni debbano essere ricordati solo a Legnano e zona è un grave errore. Carlo Venegoni fu scoperto come dirigente comunista da Gramsci, fu eletto alla direzione nazionale del Pci fino nel 1926, conobbe a Mosca nel 1924 i più importanti dirigenti comunisti dell’epoca, come Trotsky e Stalin. Stesse esperienze internazionali di Mauro in Francia, in Urss, al confino di Mussolini per anni e anni.
Credo che Mauro debba essere rivalutato anche come teorico e non solo uomo d’azione capace di azioni partigiane al limite del temerarietà. Basterebbe leggere la lucida analisi del fascismo che Mauro elaborò nell’agosto del ’43 (“Sintesi critica sulla storia del fascismo e sulla sua caduta in Italia”), ora riportata in “I fratelli Venegoni e la Resistenza operaia nel legnanese”.

Ma forse non è solo l’ignoranza di Guerzoni il vero motivo del mio disappunto. Capita di dover parlare di argomenti di cui non si sa nulla o quasi. A me insegnante capita abbastanza spesso.
Il fatto è che Guerzoni dopo aver accennato all’infanzia povera di Mauro e Carlo e in termini generici alla loro lotta nella Resistenza… ha concluso il breve intervento con un vero e proprio comizio referendario come se fossimo tutti lì per ascoltare le sue “riflessioni” sulla scadenza del 4 dicembre. Tralascio per carità di patria le sue esplicite asserzioni a favore di una parte rispetto all’altra.

Ciò che mi è parso intollerabile è che il dibattito sul referendum arrivasse fino a Cassano Magnago davanti al cippo di Mauro.
Ma conosce Guerzoni quali erano le idee di Mauro? Mai letto “Il Lavoratore”, giornale da lui diretto con Carlo nel 1943-44? Mai ragionato sulle loro pagine? Sa che era un comunista internazionalista? Un marxista?
Un solo esempio.

Il Lavoratore, Giornale di Politica Proletaria, 23 dicembre 1943
“Per la vera democrazia”
“Mai come in questa epoca si è sentito parlare di democrazia. Le più svariate correnti politiche la fanno oggetto delle proprie rivendicazioni, le più contrastanti correnti di pensiero la definiscono il bene supremo cui deve tendere l’umana attività. Ma che cos’è la democrazia? Qual è la vera democrazia?
Da una parte si risponde che la democrazia è il suffragio universale; dall’altra che è il governo della maggioranza. Ma né l’una né l’altra di queste risposte corrispondono a verità. Il suffragio universale, che troppe volte si è confuso con il concetto di democrazia, non può rappresentare la vera democrazia, perché una serie di fattori concorrono ad alterarne il significato: e questi fattori sono principalmente l’influenza della classe dominante sui vari organi statali; il predominio quasi esclusivo di questa classe sulla stampa e su tutti i mezzi di propaganda…
Per i proletari la vera democrazia non può avere un semplice carattere formale… deve avere un carattere reale, deve avere una base sociale, deve essere l’espressione e il prodotto di una rivoluzione sociale, che trasmetta tutto il potere della società ai lavoratori, cioè ai membri produttivi e utili di questa società… Per i fondatori del socialismo (Marx ed Engels) il socialismo moderno, quindi la vera democrazia, si identifica con la conquista del potere da parte del proletariato. E’ questa una delle più chiare verità che deve sempre essere tenuta presente per svolgere una conseguente politica nell’interesse del proletariato…. La vera democrazia può essere raggiunta solo con la completa emancipazione della classe operaia; questa emancipazione non può essere altro che il prodotto di una rivoluzione sociale che elevi il proletariato a classe dirigente…”

Se Guerzoni avesse voluto parlare di Mauro era con queste idee che doveva confrontarsi. Quello di Mauro è un linguaggio che oggi appare desueto? Fa niente, era questo il modo di ragionare e di argomentare dei due fratelli. Le loro tesi appaiono oggi un esempio di paleomarxismo? Chi commemora Mauro non può esimersi dalle sue convinzioni politiche ma soprattutto non può confondere la “piccola politica” di oggi con le loro grandi idee.

Ci sono tanti studiosi all’interno dei vari Istituti per la Resistenza che si sentirebbero onorati se potessero venire a Cassano Magnago per commemorare Mauro Venegoni. Invitiamoli!
Non facciamo che questa manifestazione diventi “politica-spettacolo”, passerella per il “vip” politico di turno (un senatore dà sempre risalto), oratoria comiziante. La storia dei Venegoni deve essere rispettata.