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I CANTIERI NAVALI TOSI DI TARANTO, LE ORIGINI E L’EVOLUZIONE.

I CANTIERI NAVALI TOSI DI TARANTO, LE ORIGINI E L’EVOLUZIONE.

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Sappiamo come le fabbriche sia tessili che meccaniche subirono durante la Grande Guerra il fenomeno della riconversione produttiva a favore di quella strettamente legata alle forniture militari. Per la Franco Tosi la produzione bellica durante la Grande Guerra non si svolse solo a Legnano ma anche presso l’Arsenale navale di Taranto.
Infatti la F. Tosi aveva costituito nel 1917, ma già attiva dal 1914, la “Società Cantieri navali Franco Tosi”, un’azienda lontana da Legnano ma legnanese a tutti gli effetti, anche perché a Legnano venivano costruite le parti nobili di quelle forniture belliche per la Marina Militare.
Seguendo un sintetico percorso di cronistoria, analizzeremo le tappe fondanti che determinarono la scelta di creare un Cantiere navale a Taranto e tutti gli aspetti tecnici e umani dell’avventura tarantina.
LE MOTIVAZIONI CHE FAVORIRONO LA F. TOSI NELL’APERTURA DI UN CANTIERE NAVALE A TARANTO.

All’inizio della Grande Guerra, la Società “F.Tosi”, nelle sue realtà produttive, si arricchisce e trova nuova linfa dalla collaborazione che attiva con il Ministero della Regia Marina.
Prima di evidenziare le tappe che favorirono l’insediamento cantieristico della “Franco Tosi” dobbiamo però dire che già nel 1890 l’industria meccanica dell’Ing. Franco Tosi, aveva cominciato a produrre motori a vapore per la trazione navale.
Nel 1910 la F.Tosi per opera dei uno dei figli, l’Ing. Gianfranco Tosi che succede alla prematura scomparsa del padre Franco, avvia la produzione di innovative turbine a vapore destinate alla produzione navale, ciò grazie anche all’acquisizione della licenza inglese “Parson”.

La prima nave su cui fu montato questo propulsore fu il cacciatorpediniere INDOMITO a cui ne seguirono altri. Tra il 1913 e il 1916 l’impresa legnanese realizzò circa 48 turbine e motori diesel di varia potenza destinate sempre al naviglio militare.
Negli stabilimenti di Legnano si producono motori e turbine a vapore e motori diesel, per sommergibili e navi da guerra, che avevano un alto rendimento tanto da essere giudicati un primato tecnico.
Il successo delle turbine, l’applicazione del motore Diesel all’equipaggiamento navale e l’emergenza bellica furono determinanti nella costruzione del cantiere navale di Taranto.
In seguito ad accordi con lo stato maggiore della Marina Militare, nel Settembre del 1914, l’Ing. Gianfranco Tosi. Presidente della “Franco Tosi” dal 1909 al 1930, avvia la costruzione del Cantiere.

PERCHE’ TARANTO

A Taranto nel 1883 si avvia la costruzione dell’ARSENALE MILITARE
(insediamento marittimo dove si allestisce attezature per navigli con armamenti e depositi di munizioni, cannoni e armi di vario tipo da allestire su naviglio militare)
che diventerà operativo nel 1889.
Taranto è in una posizione strategica tra il mar Jonio e il mar Adriatico, inoltre si trova nel mezzo del Mediterraneo di fronte all’Africa dove l’Italia ha qualche insediamento coloniale nella parte orientale e con velleità territoriali verso la Libia.
Nel 1901 per favorire un industria bellica moderna, si incentiva la cantieristica navale.
Altri cantieri nascono a Brindisi – Venezia oltre a quello esistente di Ansaldo Genova Ponente.
Nel 1911 la guerra di Libia favorirà un ulteriore sviluppo dell’Arsenale di Taranto.
L’Arsenale abbisogna di un cantiere completo di officine che permettano il varo di navi militari e sommergibili come diremmo oggi “chiavi in mano”. La Tosi sarà in grado di soddisfare pienamente questa esigenza.
LA NASCITA DEL CANTIERE E LA PRODUZIONE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Abbiamo detto che Gianfranco Tosi nel 1914 decide di investire su Taranto la costruzione di un Cantiere navale. “Nonostante le favorevoli facilitazioni economiche e fiscali determinate dall’appoggio politico del Governo italiano, questa decisione è da considerarsi di grande audacia imprenditoriale e di lodevole intraprendenza.”
(è un espressione dell’Ing. Fabrizio Martello, Presidente della Fondazione Ammiraglio Michelagnoli di Taranto )
L’area che Gianfranco Tosi acquista, è di 226.00 mq., (22,6 ettrai) ed è situata nella parte settentrionale di Taranto sulle rive del Mar Piccolo, in località “Leggiadrezze,” distante dall’Arsenale militare di soli 3,5 Km.
E’ in una posizione quindi strategica e ben collegata con la ferrovia e le principali vie di comunicazione.
Il cantiere durante il conflitto 1915-18 acquista sempre più di importanza e le richieste di naviglio aumentano necessariamente.
Tra il 1915 e il 1917 i cantieri Tosi consegnano alla Regia Marina Militare i sommergibili N5 e N6 di 300 tonn.
Inoltre si assiste al primo varo del rimorchiatore Villa Cortese il 14 giugno 1916,
che verrà impiegato per il trasporto delle maestranze da Taranto ai Cantieri, alla cerimonia del varo presenziarono l’Ing. Gianfranco Tosi con la consorte donna Valentina Bocchi che la lancerà la bottiglia di champagne contro lo scafo come rito augurale.
A questo varo seguiranno quelli dei piroscafi “Castel Porziano e Valdieri” e la costruzione della motonave Ardito.
Tra il 1917 e il 1920 vennero consegnate sedici unità navali, tra cui rimorchiatori dragamine,( il primo il 28 settembre 1916 , cargo boats con motori a turbine e sommergibili. Nonché nel 1916 perfino al recupero di un sommergibile posamine tedesco UC12 autoaffondatosi durante le sue attività offensive nel porto di Taranto e ribattezzato “X1”

I propulsori e i macchinari per gli impianti di bordo sono costruiti a Legnano e inviati a Taranto per ferrovia.
Grazie a questa capacità produttiva e qualitativa nel campo della cantieristica, la F.Tosi e il Llyod Sabaudo costituiscono a Legnano il 20 ottobre 1917 la Società “Cantieri navali Franco Tosi” eleggendo come Presidente del consiglio di amministrazione l’Ing. Gianfranco Tosi.
Con questo atto il Cantiere viene scorporato dalla sede centrale della Franco Tosi di Legnano.
Questo creerà maggiore autonomia e scaricherà un notevole peso agli uffici amministrativi di Legnano.
IL CANTIERE E LE SUE RICADUTE SULL’OCCUPAZIONE NEL TERRITORIO TARANTINO
L’elevata richiesta di naviglio, comportava certamente una dotazione di impianti sempre più estesa e di personale qualificato, è facile supporre siano venuti da Legnano anche alcuni collaboratori di Gianfranco Tosi e una nutrita rappresentanza di maestranze legnanesi.
Il resto delle maestranze veniva attinto dal vicino Arsenale che era in grado di
fornire manodopera specializzata ed addestrata nella Scuola Allievi Operai già istituita nello stabilimento militare nel 1913.
Il Cantiere in quel periodo viene dotato di officine meccaniche di varie specialità, carpenteria in, legno, fonderia bronzo e ghisa, ciò comportava l’assunzione e l’istruzione di falegnami, modellisti, tornitori oltre al personale amministrativo.
La frenetica laboriosità dovuta alle commesse del periodo bellico contribuì a cancellare la disoccupazione della città e dei paesi limitrofi, il personale del Cantiere arrivò a contare nei primi anni ’30 ben 3000 dipendenti.

LA SPECIALIZZAZIONE DEDICATA ALLA COSTRUZIONE DEI SOMMERGIBILI

Fin dall’inizio i Cantieri Tosi furono impegnati alla costruzione di sommergibili insieme all’ANSALDO di Genova Ponente.
Va detto che la costruzione di questo tipo di naviglio è piuttosto complessa e richiede una particolare sinergia tra progettazione e costruzione. Nel linguaggio tecnico ciò che regola la funzionalità di un sommergibile è il rapporto Peso-Spinta chiamato “11° comandamento dei sommergibili.”
La “Cantieri navali Franco Tosi” si rivelerà particolarmente affidabile nella costruzione dei sommergibili raccogliendo consensi e apprezzamenti dai vertici della Marina Militare. Tornando alla produzione durante la prima Guerra Mondiale, i Cantieri Tosi fornirono nel periodo bellico n°2 Sommergibili Classe “N” che affiancarono altri tre della stessa Classe costruiti precedentemente dall’Ansaldo di Genova Ponente.
I Sommergibili classe “N” erano a semplice scafo, resistente a 40 metri, con doppi fondi e depositi combustibili interni; la forma dello scafo ripeteva quella dei sommergibili classe “Nautilus” con sensibile aumento del dislocamento.
Questi sommergibili furono dotati di un cannone da 76/30 antiaereo non esistente sui precedenti
Le due unità costruite dai cantieri Tosi (e con motori Tosi) alle prove conseguirono risultati, in velocità ed autonomia, sensibilmente superiori a quelli delle similari costruite dall’Ansaldo.

Regio sommergibile N 5 -Per atra aequora fulgor (Risplendo nell’oscurità subacquea)
Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 24 agosto 1916
Varo: 18 novembre 1917 Consegnato : 12 gennaio 1919 Radiazione: 10 luglio 1929
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Regio sommergibile N 6 Grandia ab exiguo (Sublimi cose da un piccolo scafo)
Cantiere: Tosi, Taranto Impostazione: 24 agosto 1916
Varo: 20 settembre 1918 Consegnato : 6 giugno 1919
Radiazione: 01 agosto 1935
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Attività di classe
Il solo N 1 partecipa al primo conflitto mondiale con dislocazione fra Brindisi e Valona negli ultimi due mesi di guerra, ma senza partecipare ad azioni belliche. Al termine del conflitto fu dislocato a Taranto ove rimase fino al giugno 1921 insieme con N 5 ed N 6, costruiti nei cantieri Tosi. Nel giugno 1921 i tre battelli si trasferirono a La Spezia, ove erano sempre rimasti N 2, N 3, ed N 4, e furono riuniti nella squadriglia “N” . Oltre alle normali uscite per esercitazioni gli “N” parteciparono a manovre della flotta e a brevi crociere nel Tirreno; a turno furono dislocati temporaneamente a La Maddalena e Livorno, in quest’ultima sede por uscite con gli allievi dell’Accademia Navale.

Tra il 1915 e il 1959 la Cantieri Tosi costruirà ben 47 sommergibili, di cui 3 per la Marina Argentina, alcuni di tipo oceanico. La produzione di sommergibili proseguirà fino alla fine della seconda Guerra Mondiale.

I CANTIERI NAVALI TOSI, L’EVOLUZIONE E LA FINE

Dovendo rimanere nel tema che riguarda la Grande Guerra, non sarà possibile proseguire nella sua storia dal 1920 al 1947 anno in cui la Società Franco Tosi abbandona la gestione dei Cantieri.
Questo periodo storico meriterebbe una Conferenza appositamente dedicata.
Possiamo dire che dal 1947 fino a al 1990 l’esistenza dei Cantieri da un punto di vista produttivo subirà parecchie traversie fino alla chiusura definitiva.
Oggi rimane un’installazione abbandonata di 15 ettari che attende di essere recuperata a fini culturali come luogo di esposizioni fieristiche e museali legate al Mare in tutti i suoi aspetti.

CONCLUSIONE FINALE E OSSERVAZIONI

La Città di Taranto e in particolare l’Arsenale Militare, ricordano con molto rispetto e gratitudine ai Cantieri Tosi. Molti tarantini hanno avuto padri e parenti che hanno lavorato in quel cantiere.
L’anno scorso ho avuto modo di conoscere lìIng. Salvatore Mellea che è Direttore della Fodazione Ammiraglio Michelagnoli.
La fondazione é una Onlus che si dedica con il Patrocinio della Marina Militare Italiana di divulgare la cultura globale, umanistica e tecnico-scientifica, connessa con il mondo del mare e la sua salvaguardia, favorendo l’educazione e la formazione professionale.
Ideare e realizzare spazi espositivi e strumenti didattici, ed individuare soggetti ed organizzazioni che contribuiscano ai processi di miglioramento della qualità della vita nel mare. Esiste un Progetto già realizzato con disegni espositivi del recupero dell’Area dei Cantieri Tosi che aspetta di essere finanziato da industriali locali.
La Fondazione ha più volte espresso la volontà di collaborare e di intrecciare le conoscenze e la storia che legano Legnano con Taranto.
E’ finora stato un percorso difficile e purtroppo sterile.
La TTSLL vuole riallacciare i contatti storici culturali con questa Fondazione che nel 2013 ha allestito una Mostra presso l’Arsenale sui Cantieri Tosi con interessanti reperti espositivi.

Cattaneo Giovanni TTSLL- Legnano, Legnano 10 novembre 2016

FONDAZIONE MARITTIMA AMMIRAGLIO MICHELAGNOLI ONLUS

Realtà Produttive Legnanesi nella Grande Guerra –
Un modello di imprenditoria legnanese a Taranto
di Salvatore Mellea Direttore Generale della Fondazione Michelagnoli

La storia dell’imprenditoria legnanese e delle sue realtà produttive all’inizio della Grande
Guerra si intreccia con la storia della cantieristica navale e dello sviluppo territoriale di
Taranto. Un legame che, se pure tenue, riprende con l’invito rivoltomi da Giovanni Cattaneo
dell’Associazione TTSLL-Testimonianze Tecnico Storiche del Lavoro nel Legnanese- ad
essere virtualmente presente alla conferenza sul tema.
Alla vigilia dell’ingresso italiano nel primo conflitto mondiale, nel settembre del 1914,
vengono avviati i lavori di costruzione del grande cantiere navale della Franco Tosi, che a
Legnano produce motori e turbine elettriche, a vapore e diesel, per sommergibili e navi da
guerra, questa “vocazione marinara” della Franco Tosi trova compimento nell’allestimento di quel
cantiere navale -voluto da Eugenio e soprattutto da Gianfranco Tosi, figli di Franco.
Il Cantiere collocato sul mar Ionio, ben presto diviene una delle più grandi realtà cantieristiche del
Meridione.
Franco Tosi aveva consegnato ai figli un modello imprenditoriale illuminato e Gianfranco
Tosi, artefice dello sviluppo dell’attività cantieristica su Taranto, ebbe il merito di aver
trasferito qui il modello aziendale di Legnano, accollandosi oltretutto il rischio
imprenditoriale di venire ad operare al Sud.
Quella di Gianfranco Tosi rimane una decisione di grande audacia imprenditoriale e di lodevole intraprendenza, del resto coerente con la storia imprenditoria Legnanese.
Quando la “Grande Guerra” infiamma l’Europa, Taranto è base principale e supporto
logistico della Marina e i Cantieri Tosi supportano il grande lavoro dell’Arsenale.
E’ facile supporre che ci fosse a Taranto una nutrita rappresentanza di maestranze
Legnanesi che collaborarono attivamente con il personale specializzato locale.
Il primo varo è quello del rimorchiatore Villa Cortese il 4 giugno 1916, cui seguiranno entro
il 1917 i primi sommergibili provvisti di motori Tosi, con grandi prestazioni di velocità ed
autonomia, e la costruzione di 2 piroscafi da carico per il Lloyd Sabaudo. Tra il 1917 e il
1920, furono poi consegnate sedici unità navali.
Oggi a Taranto, sulle rive del Mar Piccolo, in località “Leggiadrezze”, nello stesso specchio di
acque protette che lambiscono l’Arsenale, si affacciano i Cantieri Tosi, un
impianto industriale ormai da tempo dismesso. Un sistema di banchine, di scivoli, di bacini
ed una serie di capannoni, edifici e palazzine che raccontano ancora oggi la memoria del
lavoro dell’industria navale e della società tarantina.

Il Cantiere si estende su un’area di circa 15 ettari e pur avendo subìto negli anni varie
trasformazioni per esigenze tecniche di lavorazione e di adeguamento funzionale,
rimangono ancora ben visibili le tracce della sua storia industriale nella tipologia
architetturale che accomuna gli edifici e nelle gru a braccio girevole di rilevanti dimensioni
che ne caratterizzano il paesaggio. Un’architettura industriale che aderisce con sobrietà e
semplicità alle esigenze di concretezza funzionale e di necessità tecnologica del tempo.
Nel 1947, la Franco Tosi abbandonerà la direzione e la gestione del cantiere, chiudendo in
tal modo la sua avventura in terra jonica. L’attività cantieristica proseguirà sotto altre
ragioni sociali fino al 1990, anno in cui Fincantieri decise di chiudere definitivamente
l’impianto.
I Cantieri Tosi, insieme al Regio Arsenale, hanno caratterizzato il volto operaio, industriale
e imprenditoriale di Taranto, contribuendo in modo profondo e determinante allo sviluppo
sociale ed alla crescita economica del territorio, generando legami indissolubili con la
popolazione locale.
La storia dei Cantieri Tosi è la storia di una grande tradizione di lavoro che per oltre un
cinquantennio ha fatto onore all’Italia, a Taranto e a Legnano.
Una storia che ha avuto momenti esaltanti e di grande entusiasmo per l’alta qualità delle
costruzioni che hanno trovato risonanza nazionale e internazionale, ma che ha avuto anche
momenti di grande crisi.
La storia dei Cantieri è infatti anche storia dell’occupazione industriale a Taranto, di lotte
operaie, di rivendicazioni salariali, di licenziamenti, del clima di inquietudine e
preoccupazione per la continua contrazione delle maestranze.
Insomma la Storia dei Cantieri è storia attuale ed è una storia che si ripete in modi e
contenuti diversi.

Cordiali Saluti
Ing. Salvatore Mellea