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Vittorio Arconti, operaio della Comerio di Busto Arsizio e vittima di Mauthausen

Vittorio  e Aronne Arconti, due veri combattenti antifascisti

Vittorio Arconti

“Nato a Lonate Pozzolo nel 1901, disegnatore residente a Gallarate, Arconti risulta appartenere al PCd’I dal 1922, cessando apparentemente di farne parte nel 1926, quando il partito venne forzatamente disciolto.
Considerato un comunista pericoloso (tale è la segnatura nel fascicolo che lo riguarda), Arconti nutriva, si dice, profonda avversione per il regime, in questo accomunandosi al fratello Aronne.
Fu proposto per il confino dopo la partecipazione, a Gallarate, a una rissa per motivi politici in cui rimase ferito un fascista, fatto per il quale subì in un primo tempo una condanna a 20 anni di reclusione (23 maggio 1927). Gli vennero comminati tre anni dalla commissione provinciale di Varese (sanzione poi ridotta a due anni dalla commissione d’appello); dopo un periodo di detenzione presso il carcere di Gallarate fu tradotto nell’isola di Ustica. Trasferito successivamente a Ponza, il 4 maggio 1929 veniva liberato per fine pena e ricondotto a Gallarate.
Pur non subendo ulteriori condanne, Arconti fu sottoposto a continua sorveglianza e inserito nell’elenco di persone da fermare preventivamente in caso di particolari eventi a cui il regime fosse interessato (come avvenne, per esempio, in occasione del convegno di Stresa, nei giorni dal 9 al 15 aprile 1935), in quanto continuava a professare idee comuniste, anche se non manifestate apertamente.
Trattenuto in carcere in occasione del dcennale del fascismo, si rifiutava di mangiare il “rancio speciale” in segno di protesta, in questo seguito dal fratello Aronne (nota della prefettura di Varese del 23 luglio 1932).
Dal 25 giugno 1930 risultava occupato presso la ditta Comerio di Busto Arsizio.
Dopo l’8 settembre sarebbe stato coinvolto negli scioperi della ditta “Ercole Comerio”, arrestato e infine deportato a Mauthausen”.
“Il libro dei deportati”, Ricerca del Dipartimento di Storia dell’Università di Torino”, Mursia, Vol IV, p. 157

Vittorio Arconti
Nato il 22 aprile 1901 a Lonate Pozzolo (VA); schedato in CPC. Residente a Gallarate. Dipendente della “Ercole Comerio” di Busto Arsizio. Membro di primo piano della Commissione interna della Comerio. Arrestato in fabbrica il 10 gennaio 1944. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Primo numero di matricola 56901; classificato con la categoria Schutz. Mestiere dichiarato disegnatore tecnico. È trasferito a Gusen. Deceduto il 29 novembre 1944 ad Hartheim.
“Arconti Vittorio morì di stenti e fu avviato al forno crematorio” in “Quei ventenni del ‘43” di P. Pozzi.
Ad Vittorio Arconti è stata dedicata una via a Gallarate.
“I deportati dell’Alto Milanese”, ricerca promossa da Anpi Legnano
Aronne Arconti
“Degna di menzione è una vicenda che vide coinvolto il fratello Aronne, anch’egli scedato in CPC e confinato per tre anni (Adriano Dal Pont e Simonetta Carolini, “L’Italia al confino”, vol. I, pag. 354).
Una nota della Prefettura di Varese informava che Aronne Arconti si era trasferito a Napoli per lavorare per la locale delegazione commerciale dell’Unione Sovietica. Si sospettava che inviasse denaro al fratello Vittorio a scopo di propaganda comunista. Aronne fu quindi constretto al rientro a Gallarate, ufficialmente per violazione delle norme sulla difesa demografica (Nota della Prefettura di varese del 16 novembre 1932)”.
“Il libro dei deportati”, Ricerca del Dipartimento di Storia dell’Università di Torino”, Mursia, Vol IV, p. 242

– I due fratelli Arconti sono citati in Adriano Dal Pont e Simonetta Carolini, “L’Italia al confino. 1926-1943”, La Pietra 1983