25 Aprile 2022, Legnano

Quando la Storia è la prima vittima

Leggo su Legnanonews i discorsi dei tre relatori ufficiali del 25 Aprile a Legnano. E sinceramente mi vengono molte perplessità soprattutto a proposito dell’affermazione che dal 1945 l’Europa ha conosciuto solo la pace.

Umberto Silvestri (presidente del Consiglio comunale): “Si sta consumando (l’attuale guerra russo-ucraina, ndr) nella preoccupazione del mondo occidentale, e in particolare dell’Unione Europea, in Pace da oltre settant’anni, dopo aver subito nell’intero continente i due immani e devastanti conflitti mondiali esplosi nel corso del Novecento”.

Antonio Cortese (presidente Associarma Legnano): “Davamo la pace come valore ormai conquistato, assodato, scontato: invece stiamo comprendendo che la precarietà fa, purtroppo, parte anche di questo nostro presente”.

Ancora più esplicito Primo Minelli (presidente Anpi Legnano):“A 77 anni dalla fine della seconda guerra mondiale si risente nuovamente la parola guerra. Una parola che pensavamo di aver eliminato dalla storia”.

Anime belle!”, verrebbe da dire. Evidentemente durante la lunga guerra civile nell’ex-Jugoslavia (1991-1999) non erano in Europa oppure avevano altro da fare.

Non è il momento di ricostruire quanto accadde a pochi chilometri da Trieste e Gorizia ma tutti noi ricordiamo la ferocissima guerra dei serbi contro croati e bosniaci nei primi anni Novanta con episodi di “pulizia etnica” e stupri di massa che ancora oggi appaiono raccapriccianti.

La strage di Srebrenica? Era l’anno 1995 e in pochi giorni 8.000 bosniaci furono massacrati dalla soldataglia serba di fronte all’impotenza delle Nazioni Unite. E i bombardamenti su Belgrado di fine secolo? Con D’Alema, presidente del Consiglio, che li avallò con la partecipazione di aerei italiani e l’uso delle basi aeree italiane per i bombardamenti americani sulla capitale della Serbia.

Eravamo in pace da 77 anni!”. Fosse vero!

Minelli, Silvestri e Cortese hanno l’età per ricordarsi dei fatti di Ungheria ‘56 e Praga ‘68. Allora però nessuno intervenne contro le due invasioni dei carri armati dell’Unione Sovietica.

Ricordiamo anche la ribellione operaia di Berlino Est (1953) e di Poznan (1956) stroncate dalle forze armate sovietiche. Ricorderei anche la rivolta operaia a Danzica ai tempi di Solidarnosc (1981) con forti rischi di una nuova invasione sovietica.

I tre relatori dovrebbero ricordarsi dei timori di guerra in Europa al tempo della costruzione del Muro di Berlino (1961) , i missili a Cuba nel 1962 (con possibili riflessi in Europa) fino ad arrivare alla caduta del Muro (1989), la riunificazione della Germania (1990) e all’implosione dell’Unione Sovietica (1991).

Tutto questo è accaduto senza spargimenti di sangue. Ma fu per un insieme di eventi imprevedibili. In ogni caso poi ci fu la guerra nell’ex-Jugoslavia, l’espansione della NATO nell’est-europeo e le guerra della Russia di Putin (Cecenia e Georgia). Se ho dimenticato qualcosa mi scuso con i lettori.

Insomma, l’Europa in questi 77 anni ha conosciuto i timori di una guerra nucleare nell’ambito della Guerra Fredda, guerre devastanti nell’ex-Jugoslavia, insurrezioni popolari antisovietiche nell’est, cambiamenti geo-politici immani dopo l’89, il terrorismo islamico in Europa (il Bataclan? Lo ricordate?), l’allargamento della UE, l’espansione della NATO … mai l’Europa aveva subito tali cambiamenti ma …siamo stati in Pace (!).

Al contrario, potremmo dire che mai la guerra dal ‘45 in avanti, in varie forme, ha abbandonato l’Europa.

Altro aspetto. Ancora un po’ di pazienza per i miei 25 lettori. Mai una volta che il 25 Aprile si ricordi l’estrema importanza delle forze armate anglo-americane nella liberazione d’Italia.

Dico questo non perché sia filo-americano o filo-inglese (per carità!) ma solo per mettere i “puntini sulle i”.

Senza alcun accenno agli anglo-americani ne deriva che l’Italia è stata liberata solo dai partigiani. Un’affermazione che qualunque studente di terza media metterebbe in pregiudizio.

Dico tutto ciò senza mettere in dubbio neppure per un attimo il grande contributo a livello militare e di sangue dei nostri partigiani.

Sarebbe opportuno dare agli studenti, sempre tirati in ballo quali ”futuri custodi della Memoria storica” elementi oggettivi sui quali ricostruire gli avvenimenti storici. O no?

Che dire? Non frequento da tempo i discorsi in piazza perché infarciti di facile retorica comiziante e populista e di notevoli approssimazioni sul piano storico, spesso inconsapevoli.