Primo Minelli contro Carlo Borsani. Una fobia ipocrita

Cari amici,

leggo su vari social (fine aprile ‘22) le veementi parole di Primo Minelli (presidente Anpi Legnano) sulla manifestazione neofascista in ricordo di Carlo Borsani.

Sotto accusa è l’associazione “Legnano non dimentica”: Il corteo si è trasformato in una vergognosa parata fascista con tanto di tamburi, fiaccole e saluti romani. A pochi giorni dal 25 Aprile Legnano è stata infangata da questa vergognosa manifestazione”, così scrive Minelli con un linguaggio carico di forte astio.

Sarebbe il caso di abbassare i toni. Certe cose si possono dire anche con un linguaggio meno barricadero. Ma Minelli è un sanguigno quando vede fascisti intorno a sé.

Visto che la manifestazione per Borsani provoca sempre a Minelli un forte moto di stizza, vorrei dargli qualche consiglio (naturalmente non ascoltato):

– Andare al più presto dalle autorità competenti per denunciare “Legnano non dimentica”. Perché dovrebbero farlo altri? Scrive il presidente: “Chiediamo alle Autorità e alle Istituzioni diindividuare e di denunciare chi si è reso colpevole di aver violato la legge che fa divieto di apologia al fascismo” . Se la questione Borsani gli sta così a cuore, la denuncia la faccia lui. Così magari l’anno prossimo potremmo risparmiarci il suo nuovo comunicato.

– Aderire al progetto della Rete antifascista Altomilanese per togliere ogni riferimento a Borsani nella piazzetta a lui dedicata (è di fronte all’ingresso del Liceo Galilei in Viale Gorizia).

So che c’è questo progetto e inviterei Minelli a fare pressione sulla giunta Radice per impedire ai neofascisti di avere un punto di riferimento nella loro annuale manifestazione.

In realtà so che Minelli mai vorrà aderire a questa iniziativa che lo metterebbe nella difficile posizione di chi vuole creare problemi a Radice. E Radice mai vorrà mettesi contro il centro-destra legnanese per Borsani. E poi Radice è del PD, lo stesso partito di Minelli.

Se c’è un tratto comune dei vari presidenti Anpi Legnano in questi ultimi vent’anni è stato quello di avere buoni rapporti con tutti: Cozzi (Forza Italia), Vitali (Forza Italia), Centinaio (PD), Fratus (Lega Nord) e ora Radice. Mai l’Anpi Legnano ha creato problemi a qualcuno.

Anche quando stava crescendo la marea montante contro Fratus, Minelli lo invitava alle varie manifestazioni in calendario. Poi sappiamo che cosa è successo: arresto di Fratus e Cozzi con Minelli prudentemente silenzioso.

Nel corso degli ultimi quindici anni l’Anpi Legnano ha allontanato gruppi di giovani della Rete antifascista che avrebbero potuto ringiovanire la sezione e portare nuove idee. Soprattutto giovani capaci di parlare ad altri giovani.

Oggi la sezione è guidata da persone anziane dove l’età media è molto elevata. Sessantacinque – settant’anni, non esagero.

Paradossalmente la sinistra radicale è fatta di giovani ma in Via Menotti (sede Anpi Legnano) non entrano.

Ultima cosa. Se veramente Borsani è una memoria da estirpare da Legnano perché Minelli non si scaglia con la stessa verve contro l’Associarma di Legnano … sezione dedicata alla Medaglia d’Oro Carlo Borsani (!).

Minelli neppure ci pensa perché da anni l’amicizia con Antonio Cortese (presidente Associarma) è un fatto consolidato.

Spesso sono insieme, anche il 25 Aprile, il 2 Giugno o il 4 Novembre a celebrare insieme la “vittoria” italiana nella Grande Guerra, quella che fece tra i soldati italiani 650.000 morti, sull’attenti, compunti, al rimbombare del “Piave mormorò”.

Che dire? I problemi dell’Anpi Legnano saranno risolti sicuramente da Minelli che in fatto di comunicati minacciosi non è secondo a nessuno.

Risparmiateci però l’anno prossimo il solito comunicato da guerra civile simile ai precedenti! Abbiamo altro a cui pensare.

G. Restelli