Giorno della Memoria 2021
I deportati di Legnano nei lager nazisti
Il Giorno della Memoria può essere l’occasione per ridare il proprio nome e ricostruire la propria storia a chi è stato travolto dalla violenza del II conflitto mondiale; a chi è finito in un lager nazista ed è stato ucciso all’arrivo o dopo pochi mesi di lavoro forzato.
Legnano ha avuto una deportazione imponente. Solo nella nostra città contiamo più di trenta deportati di cui pochi sopravvissuti.
La deportazione da Legnano avviene in due momenti precisi:
– in seguito ai fatti del 5 gennaio ’44 nella Franco Tosi
– in seguito agli scioperi del marzo del 1944 in molte aziende legnanesi
I fatti del 5 Gennaio 1944 a Legnano
Nel primo pomeriggio del 5 gennaio due camion con alcune decine di SS varcarono il cancello della Franco Tosi.
Nel piazzale centrale erano radunati tutti gli operai, alcune migliaia. Era in corso uno sciopero che con fasi alterne durava dal novembre scorso. Reparti fascisti si erano invece collocati all’esterno della fabbrica a presidiare gli ingressi.
Vengono arrestati una sessantina di lavoratori e portati nel carcere di San Vittore.
Nel carcere vengono interrogati e dopo alcuni giorni rilasciati, meno otto lavoratori, quasi tutti appartenenti alla Commissione Interna, i quali vengono caricati nei vagoni piombati con destinazione il lager di Mauthausen.
Di questi sfortunati lavoratori solo uno ritornò, sette morirono a Mauthausen di fame, stenti, malattie e lavoro sfibrante.
Ricordiamo brevemente i loro nomi:
– Pericle Cima
Nato a Spinadesco (Cremona). Ingegnere meccanico alla Franco Tosi. Deceduto l’11 aprile 1945 a Steyr (in Austria) durante la “marcia della morte” da Vienna a Mauthausen.
– Carlo Grassi
Nato a Legnano. Mestiere dichiarato modellatore metallurgico. Deceduto tra il 14 febbraio e il 15 febbraio 1945 a Gusen (Austria). Aveva 43 anni
– Francesco Orsini
Nato a Legnano. Mestiere dichiarato tornitore. Deceduto il 5 ottobre 1944 nel castello di Hartheim (Mauthausen). Aveva 62 anni
– Angelo Santambrogio
Nato a Legnano. Membro di primo piano della Commissione Interna della Franco Tosi e figura importante nell’attività sindacale a Legnano. Mestiere dichiarato fresatore. Deceduto il 19 settembre 1944 nel Castello di Hartheim (Mauthausen). Aveva 31 anni
– Ernesto Venegoni
Nato a Legnano. Membro della Commissione Interna della Franco Tosi. Mestiere dichiarato meccanico di precisione. Deceduto il 26 marzo 1944 a Mauthausen. Aveva 45 anni
– Antonio Vitali
Nato a Milano. Membro della Commissione Interna della Franco Tosi. Mestiere dichiarato meccanico. Deceduto il 9 marzo 1945 a Gusen. Aveva 46 anni
– Paolo Cattaneo
Nato a Legnano. Membro della Commissione Interna della Franco Tosi. Mestiere dichiarato tornitore. Sopravvissuto. Aveva, nel ’45, 36 anni
– Alberto Giuliani
Perito tecnico alla Franco Tosi. Fu inviato nel lager con un altro trasporto rispetto ai suoi compagni. Deceduto il 6 febbraio 1945. Aveva 35 anni
Gli scioperi del marzo 1944
La seconda ondata che provocherà altre deportazioni da Legnano avviene in concomitanza con gli scioperi del marzo del ’44, che furono ancora più imponenti degli scioperi dell’anno prima (marzo ’43).
Lo sciopero generale, organizzato dal PCI, iniziò il 1 marzo e si esaurì una settimana dopo a causa di feroci rastrellamenti di operai e deportazioni nel Reich, si contano circa 2000 lavoratori.
Deportati del marzo-aprile ’44
I deportati del marzo-aprile del ’44 furono tutti arrestati dai fascisti, sicuramente per il ruolo che avevano avuto negli scioperi che scuotono il Legnanese.
Abbiamo 13 nomi con un solo sopravvissuto. 12 morirono a Mauthausen e Gusen.
Alcuni di loro morirono dopo la liberazione di Mauthausen avvenuta il 5 maggio del ’45, a causa sicuramente delle pessime condizioni di salute; altri invece morirono nel marzo-aprile del ’45 quando si faceva sentire in termini tragici per i deportati la sconfitta della Germania con un drammatico peggioramento delle condizioni di vita nei lager.
Brevemente i loro nomi:
Astorre Landoni
Nato a Legnano. Mestiere dichiarato disegnatore tecnico. Deceduto il 7 marzo 1945 a Gusen. Aveva 37 anni
– Carlo Giovanni Ciapparelli
Nato a Legnano. Operaio alla Franco Tosi. Mestiere dichiarato tornitore. Deceduto il 26 maggio del 1945 a Gusen (quindi a guerra finita)
– Giuseppe Ranzani
Nato a Castellanza. Operaio della Pensotti. Mestiere dichiarato tornitore. Deceduto il 23 aprile 1945 a Gusen
– Rino Cassani
Nato a Legnano. Lavoratore della Emilio Bozzi. Mestiere dichiarato meccanico ciclista. Deceduto il 26 aprile 1945 a Gusen. Aveva 33 anni
– Davide Zanin
Nato a Cordenons (Udine). Mestiere dichiarato operaio. Deceduto l’11 ottobre 1944 a Gusen. Aveva 45 anni
– Corrado Galliani
Nato a Canda (Rovigo). Impiegato alla tessitura Agosti. Deceduto il 4 maggio 1945 a Gusen. Aveva 37 anni (muore un giorno prima della liberazione!)
– Eugenio Verga
Nato a Legnano. Mestiere dichiarato installatore elettrotecnico. Deceduto il 26 maggio 1945 a Mauthausen (muore a guerra finita). Aveva 37 anni
– Giuseppe o Giovanni Ciampini
Nato a Busto Arsizio. Padre di dieci figli. Lavoratore presso la Ercole Comerio di Via Gaeta a Legnano. Mestiere dichiarato tornitore. Deceduto il 25 marzo 1945 a Mauthausen. Aveva 53 anni
– Giovanni De Tomasi
Nato a Busto Arsizio. Lavoratore presso la Ercole Comerio di Via Gaeta a Legnano. Mestiere dichiarato operaio meccanico. Deceduto il 17 marzo 1945 a Mauthausen. Aveva 33 anni
– Mario Pomini
Nato a Legnano. Operaio della Emilio Bozzi. Mestiere dichiarato arrotino. Sopravvissuto.Aveva, nel ’45, 38 anni
– Giuseppe Bosani
Nato a Legnano. Lavoratore presso l’Alfa Romeo di Milano. Mestiere dichiarato tornitore. Deceduto il 14 maggio 1945 a Mauthausen (dopo la liberazione). Aveva 35 anni
– Ambrogio Carlo Bossi
Nato a Crenna, frazione di Gallarate. Mestiere dichiarato aggiustatore. Deceduto il 30 marzo 1945 a Mauthausen. Aveva 43 anni
– Pietro Gobbo
Nato a Legnano. Arrestato a Torino. Mestiere dichiarato tornitore. Deceduto il 28 marzo 1945 a Gusen. Aveva 40 anni
Nei comuni vicini
Non solo a Legnano vi furono arresti con deportazione nei lager. A San Vittore, tra marzo e aprile furono deportati ben cinque operai del calzaturificio “Gualtiero Natali”, più un lavoratore autonomo. Sopravvisse uno solo.
A Cerro Maggiore ci sono stati sei deportati con tre sopravvissuti (tre donne operaie).
A Rescaldina sono state deportate cinque operaie della Bassetti (tutte sopravvissute!).
I partigiani e gli antifascisti
La deportazione da Legnano deve tener conto anche di altre persone che furono arrestate in altri contesti rispetto al gennaio e al marzo del ’44 in quanto partigiani o accusati di aver aiutato i partigiani. Abbiamo altri sei nomi da aggiungere ai precedenti.
– Carlo Venegoni. Fu deportato nel settembre del ’44 nel lager di Bolzano (campo di transito verso Mauthausen) ma evitò l’ulteriore deportazione in Austria e probabilmente la morte perché fu liberato un mese dopo con un vero e proprio colpo di mano attuato da alcuni partigiani legnanesi
– Don Mauro Bonzi
Nato a Legnano. Giunge a Dachau il 9 ottobre 1944. Liberato a Dachau dagli americani il 29 aprile del 1945. Aveva in quel momento 41 anni. Morì nell’aprile del ’47 a causa delle malattie contratte durante la prigionia. Fu arrestato perché nel Collegio arcivescovile di Desio, di cui era il rettore, furono trovate molte armi nascoste dai partigiani
– Candido Poli
Nato nel 1923 a Legnano. Operaio alla Franco Tosi, membro attivo della Resistenza all’interno dell’azienda, si dà alla latitanza nel dicembre del 1943 per evitare un possibile arresto.
È arrestato a Busto Arsizio il 4 gennaio 1944 mentre stava per prelevare un carico di armi. È deportato a Mauthausen. È liberato a Bernau (Dachau) dagli americani il 29 aprile del 1945.
– Gianfelice Moro
Nato a Legnano. Partigiano, è arrestato a Legnano. Giunge a Mauthausen il 13 marzo 1944. Mestiere dichiarato studente universitario di chimica. È trasferito a Ebensee (Mauthausen). Deceduto il 2 febbraio 1945 ad Ebensee. Aveva 23 anni.
Questo lungo elenco di nomi può apparire sfibrante a chi si accosti per la prima volta a queste tematiche. Ma considero una sorta di dovere civile ricordare i loro nomi per impedire che cadano nell’oblio.
I nazifascisti volevano cancellare per sempre i loro nomi. A noi spetta il dovere del recupero delle loro identità.
Erano operai, tecnici, studenti, lavoratori…. che lottavano per un’ideale di giustizia sociale in un mondo dilaniato dalla più terribile guerra fino a quel momento combattuta.
Giancarlo Restelli,
docente “Bernocchi” di Legnano
Per una analisi esaustiva della deportazione da Legnano:
L. Marcon, G. Restelli, A. Rezzonico, “I deportati politici dell’Alto Milanese”, Mimesis 2014
Viaggio nei lager nazisti: